domenica 16 Luglio 2023

I quotidiani a maggio

Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di maggio 2023. Ricordiamo che la “diffusione” è un dato (fornito dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di queste copie dà una cifra complessiva di valore un po’ grossolano, che è quella usata nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione , e che trovate qui. A maggio gli andamenti rispetto al mese precedente sono stati alterni ma con variazioni quasi tutte intorno all’1%, mentre le maggiori che si notano sono in positivo quella di Avvenire e in negativo quella della Verità .

Se guardiamo i già più indicativi confronti con l’anno precedente, trascurando gli sportivi che hanno sempre alti e bassi, le perdite maggiori del 9% tra i quotidiani nazionali le hanno ancora la Stampa , il Giornale e la Verità : gli altri perdono soprattutto tra il 5 e il 7%, e ad andare meglio sono invece il Fatto Repubblica (in entrambi i casi spiegabili con l’aggiunta da cinque mesi – rispetto a un anno fa – di quote rilevantissime di abbonamenti digitali a prezzo scontatissimo o gratis: meglio guardare i dati che seguono).

Se invece, come facciamo ogni mese, consideriamo un altro dato che è più significativo e più paragonabile rispetto alla generica “diffusione” (che abbiamo descritto qui sopra in cui entra un po’ di tutto), i risultati sono diversi: li si ottengono sottraendo da questi numeri quelli delle copie distribuite gratuitamente oppure a un prezzo scontato oltre il 70% e quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera), per avere così un risultato meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (ma questi dati comprendono sempre le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Si ottengono quindi questi numeri (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa):

Corriere della Sera 175.084 (-4%)
Repubblica 99.302 (-10%)
Stampa 72.623 (-11%)

Sole 24 Ore 57.194 (-6%)
Resto del Carlino 56.572 (-11%)
Messaggero 48.838 (-7%)
Fatto 40.016 (-11%)
Nazione 36.782 (-10%)
Gazzettino 34.986 (-6%)
Dolomiten 28.406 (-6%)

Giornale 27.856 (-10%)
Messaggero Veneto 26.686 (-7%)

Verità 24.578 (-18%)

Altri giornali nazionali:
Libero 21.536 (+15%)
Avvenire 15.561 (-9%)
Manifesto 12.594 (-1%)
ItaliaOggi 9.229 (-3%)

(il Foglio Domani non sono certificati da ADS).

Rispetto al calo grossomodo medio del 10% anno su anno delle copie effettivamente “vendute”, cartacee e digitali (queste ultime in abbonamento), a cui siamo abituati, questo mese sono andati di nuovo meglio il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore, ma anche il MessaggeroRepubblica per la prima volta scende sotto le 100mila copie pagate individualmente, e continua a perdere molto la Verità, che nella prima metà del 2022 aveva avuto la sua grande crescita e ora mostra quindi il dato peggiore, a beneficio ancora di Libero che si sta riprendendo dei lettori che aveva perso a favore della Verità durante le sue campagne contro i novax (i numeri complessivi di Libero restano gli stessi di mese in mese, ma in questo contesto di declino per tutti c’è evidentemente un recupero di una parte di lettori). Va male anche il Fatto, che sta soprattutto subendo grosse perdite di acquisti in edicola, dove vende meno di Libero Verità e di diversi quotidiani locali: mentre va per contro meglio negli abbonamenti digitali: sui quali l’ordine delle testate è questo (sono esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori).
Corriere della Sera 43.593
Repubblica 26.112
Sole 24 Ore 23.410
Fatto 19.393
Stampa 8.984
Gazzettino 6.295
Manifesto 6.120
È abbastanza interessante quanto sia esigua la quota di abbonamenti digitali per alcune testate nazionali (soprattutto quelle con un pubblico più anziano) in un tempo in cui quella sembra essere la direzione più promettente per la sostenibilità dei giornali: 1.622 abbonamenti digitali pagati almeno il 30% per Avvenire, 1.413 per il Giornale, 1.328 per la Verità, 1.371 per Libero , 2.533 per la Gazzetta dello Sport. I tre quotidiani Monrif (GiornoResto del CarlinoNazione) ne dichiarano complessivamente 2.043.

Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra i quotidiani locali le perdite maggiori rispetto a un anno fa sono quelle del Tirreno (-17%), della Gazzetta di Parma (-13%) e del Centro di Pescara (-14%).

AvvenireManifestoLibero ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, che costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)

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