domenica 17 Settembre 2023

I quotidiani a luglio

Sono stati pubblicati i dati ADS di diffusione dei quotidiani nel mese di luglio 2023. Ricordiamo che la “diffusione” è un dato (fornito dalle testate e verificato a campione da ADS) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da “terzi” (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di questi numeri di diversa natura dà una cifra complessiva di valore un po’ grossolano, che è quella usata nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato Prima Comunicazione, e che trovate qui. A luglio gli andamenti rispetto al mese precedente sono stati alterni ma con variazioni quasi tutte intorno all’1%, con peggioramenti maggiori ancora per i due maggiori quotidiani vicini al centrodestra (Libero Giornale) e per i due maggiori quotidiani GEDI (Repubblica Stampa). Se guardiamo i già più indicativi confronti con l’anno precedente, trascurando gli sportivi che hanno sempre alti e bassi, tutti i quotidiani perdono tra il 5% e il 12% delle copie. Le eccezioni sono Repubblica , che da alcuni mesi ha aggiunto al conteggio una quota cospicua di copie digitali gratuite o scontatissime, il Fatto che perde meno di tutti e il Corriere della Sera che di solito perde meno di tutti ma questo mese si avvicina al -5%.

Ma se invece, come facciamo ogni mese, consideriamo un altro dato che è più significativo e più paragonabile rispetto alla generica “diffusione” (che abbiamo descritto qui sopra e in cui entra un po’ di tutto), i risultati sono diversi: li si ottengono sottraendo da questi numeri quelli delle copie distribuite gratuitamente oppure a un prezzo scontato oltre il 70% e quelle acquistate da “terzi” (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera), per avere così un risultato meno “dopato” e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (ma questi dati comprendono sempre le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che ADS non indica come distinte). Si ottengono quindi questi numeri (tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa):

Corriere della Sera 181.576 (-5%)
Repubblica 101.172 (-15%)
Stampa 72.870 (-12%)

Resto del Carlino 57.944 (-12%)
Sole 24 Ore 55.956 (-10%)
Messaggero 50.369 (-9%)
Fatto 42.946 (-10%)
Nazione 37.731 (-14%)
Gazzettino 35.579 (-7%)
Dolomiten 28.242 (-10%)

Giornale 28.207 (-10%)
Messaggero Veneto 26.430 (-8%)

Verità 24.851 (-17%)

Altri giornali nazionali:
Libero 22.642 (+4%)
Avvenire 15.060 (-8%)
Manifesto 12.738 (-%)
ItaliaOggi 7.955 (-14%)

(il Foglio Domani non sono certificati da ADS).

Rispetto al calo grossomodo medio del 10% anno su anno delle copie effettivamente “vendute”, cartacee e digitali (queste ultime in abbonamento), a cui siamo abituati, questo mese continua ad andare meglio solo il Corriere della Sera. Mentre hanno declini maggiori ancora Repubblica Verità e anche i due quotidiani dell’editore Monrif, Nazione Resto del Carlino. Anche se è rallentato continua il recupero di Libero che si sta riprendendo dei lettori che aveva perso a favore della Verità durante le sue campagne contro i novax. Va male anche il Fatto, che sta soprattutto subendo grosse perdite di acquisti in edicola, dove vende meno della Verità e di diversi quotidiani locali: mentre va per contro meglio negli abbonamenti digitali: sui quali l’ordine delle testate è questo (sono esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori).
Corriere della Sera 43.325
Repubblica 25.873
Sole 24 Ore 22.656
Fatto 19.192
Stampa 8.603
Manifesto 6.462
Gazzettino 6.215

La cosa notevole di questi numeri è che stanno calando per tutti rispetto ai mesi passati (con l’eccezione del Manifesto), mentre salgono gli abbonamenti digitali pagati a prezzi superscontati attraverso offerte di vario genere: significa che dopo ormai alcuni anni di queste campagne l’effetto non è ancora quello auspicato di progressivo travaso degli abbonati verso le formule a prezzo intero, ma il contrario. Un’altra cosa interessante che avevamo già notato è quanto sia esigua la quota di abbonamenti digitali non scontati per alcune testate nazionali (soprattutto quelle con un pubblico più anziano) in un tempo in cui quella è la direzione più promettente per la sostenibilità di molti giornali: 1.689 abbonamenti digitali (pagati almeno il 30%) per Avvenire, 1.346 per il Giornale, 1.325 per la Verità, 1.408 per Libero, 2.452 per la Gazzetta dello Sport (che però ne ha più di 10mila a meno del 30% del prezzo). I tre quotidiani Monrif (GiornoResto del CarlinoNazione) ne dichiarano complessivamente 2.092.

Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra i quotidiani locali le perdite maggiori rispetto a un anno fa sono ancora del Tirreno (-18%), e poi dell’ Arena , del Giornale di Vicenza e del Centro (tutti -17%).

(AvvenireManifestoLibero ItaliaOggi sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, che costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti)

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