domenica 24 Settembre 2023

Headlines

Nella sezione che spiega scelte e funzionamenti del New York Times, chiamata Times Insider, la digital editor Sarah Bahr ha scritto della sua esperienza di tre mesi con il reparto che si occupa di preparare i titoli, gli articoli e le fotografie da pubblicare invece sul giornale di carta. Bahr spiega alcuni funzionamenti che possono essere utili a capire come lavora una sezione del New York Times, come ad esempio la scrittura del titolo che deve occupare uno spazio preciso (i titoli, come sanno i lettori di Charlie, non sono quasi mai scritti dai giornalisti e in Italia hanno consuetudini problemi specifici, come approfondito, fra le altre cose, nell’ ultimo numero di “Cose spiegate bene” del Post).

“Una delle parti più difficili del lavoro è la creazione dei titoli. Online, un titolo ha limiti di spazio meno stringenti. Ma un titolo per la stampa deve rientrare in uno spazio definito e ristretto; anche una sola lettera in più può richiedere una riscrittura completa. Ci sono alcuni trucchi: Per esempio, ci sono molti modi di dire “Supreme Court” per adattarsi a spazi di lunghezza variabile (per esempio, “justices”, “top court”). […] Ogni riga di un titolo dovrebbe essere in grado di stare in piedi da sola come un singolo pensiero, il che significa che ogni riga diversa da quella finale dovrebbe generalmente terminare con un nome o un verbo d’azione. […] I titoli devono riempire esattamente lo spazio a disposizione”.

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