domenica 7 Dicembre 2025

Fino alla prossima volta

Un nuovo caso di notizia falsa pubblicata da molte testate giornalistiche ha preso questa settimana una dimensione maggiore del consueto, per l’attenzione pubblica sui fatti in questione e per la delicatezza della storia. La sera di giovedì, poco prima che il caso di cronaca di una ragazza sparita da dieci giorni in Puglia si concludesse col suo ritrovamento, diversi siti di news locali e nazionali avevano annunciato che la ragazza fosse morta: “con dettagli su dove fosse stato trovato il corpo (in un campo) e su una confessione di Ghermescu. Non è chiaro quale fosse la fonte di queste notizie false: nel giro di poco tempo comunque i carabinieri e l’avvocato della famiglia Tommaso Valente le avevano smentite parlando con l’ Ansa“. Tra i siti che hanno trasmesso la notizia falsa ci sono il Corriere della Sera, il Fatto, il Messaggero, il Tirreno.
Quando è diventato invece noto che la ragazza era stata trovata viva, ci sono state molte reazioni critiche sui social network e le testate in questione si sono mosse in modi diversi ma similmente goffi e inadeguati. Alcune hanno semplicemente riscritto gli articoli online senza dare spiegazioni; il Corriere della Sera ha pubblicato solo su Facebook un messaggio di scuse, che ha ricevuto oltre mille commenti (sul suo sito il Corriere ha dedicato un articolo alle critiche sui social nei confronti della ragazza, invece); il sito LeccePrima – del network Citynews – ha pubblicato un articolo di scuse con qualche autoindulgenza. Mario Tedeschini Lalli, uno dei giornalisti italiani più esperti sui cambiamenti portati dall’informazione digitale, ha commentato l’accaduto con desolazione.

“Che vogliamo fare? Continuiamo a dare spazio a qualunque voce che gira, fidandoci di una fonte, senza peraltro nemmeno attribuirgliela? Ripeto, lasciamo perdere il giornalismo politico, quello economico o quello sportivo, ma magari possiamo fare più attenzione quando parliamo di cronaca nera o bianca?” .

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