domenica 3 Marzo 2024

Deeply read

C’è da alcuni anni un frequente dibattito sulla necessità di misurare meglio la qualità delle visite e delle letture su internet, senza limitarsi ai clic che spesso non hanno a che fare con la qualità dei contenuti né con il loro gradimento (e quindi neanche con il loro valore di promozione degli spazi pubblicitari). Ne abbiamo parlato ancora la settimana scorsa, di come per molte testate rimangano il criterio principale di valutazione dei risultati, anche per la difficoltà di costruirne di diversi: che però sarebbero molto più utili per aiutare i modelli di business basati sugli abbonamenti e sulla soddisfazione e coinvolgimento dei lettori piuttosto che quelli legati alle visualizzazioni della pubblicità.
Adesso ci prova il Guardian, che ha introdotto una classifica dei suoi articoli non “più letti” ma “letti in modo più approfondito”: rendendo pubblica una misurazione che confronta il tempo passato su un articolo con la sua lunghezza.

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