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  • Mercoledì 8 novembre 2017

Quattro grandi storie di spareggi per i Mondiali

Dalla partita mai giocata tra Cile e Unione Sovietica al giorno in cui l'Australia si accorse del calcio

I giocatori dell'Irlanda protestano dopo il gol qualificazione segnato dalla Francia agli spareggi del 2009 (LIONEL BONAVENTURE/AFP/Getty Images)
I giocatori dell'Irlanda protestano dopo il gol qualificazione segnato dalla Francia agli spareggi del 2009 (LIONEL BONAVENTURE/AFP/Getty Images)

Venerdì sera la nazionale di calcio italiana giocherà a Stoccolma contro la Svezia l’andata degli spareggi per la qualificazione ai Mondiali del 2018. Poi ci sarà il ritorno, in programma lunedì sera a San Siro: in ballo c’è l’accesso alla fase finale dei Mondiali, il principale obiettivo di tutte le Nazionali del mondo. Per entrambe un’eliminazione sarebbe un risultato estremamente negativo, ma per l’Italia, una delle Nazionali di calcio più importanti, che nella sua storia ha saltato solamente due edizioni dei Mondiali (nel 1930 e nel 1958) e che ha vinto il torneo quattro volte, sarebbe eclatante.

Gli spareggi tra Nazionali si giocano dagli anni Sessanta, e proprio per l’importanza che hanno per chi li gioca, spesso — quando la differenza tra le squadre non è grande — si rivelano essere delle partite estremamente tese e combattute, di cui si parla per giorni e in grado anche di avere delle ripercussioni più profonde. Nessuno spareggio, tuttavia, potrà mai essere simile a quello giocato tra Cile e URSS nel 1973.

La vergogna di Santiago
Cile – URSS
Qualificazioni Mondiali 1974

Nel 1973, i posti per le squadre nella fase finale dei Mondiali erano solamente sedici. L’ultimo disponibile fu messo in gioco in uno spareggio nell’autunno di quell’anno fra l’Unione Sovietica e il Cile. In Cile, però, l’11 settembre del 1973 avvenne il colpo di stato che destituì l’allora presidente Salvador Allende – eletto democraticamente nel 1970 – e portò al potere il generale Augusto Pinochet, con il sostegno dei servizi segreti americani.

L’andata dello spareggio si giocò regolarmente allo stadio Lenin di Mosca (l’attuale Lužniki, dove si giocherà la finale dei Mondiali la prossima estate) e terminò con un pareggio per 0-0. La partita di ritorno era in programma per il 21 novembre, ma l’URSS disse di non voler giocare all’Estadio Nacional di Santiago, lo stadio che subito dopo il colpo di stato era stato trasformato in un enorme campo di concentramento, dove erano state torturate e interrogate migliaia di persone. La FIFA, tuttavia, non poté intervenire, perché la partita di andata era già stata disputata, pochi giorni dopo il colpo di stato.

L’Unione Sovietica chiese allora di giocare in campo neutro, ma la richiesta non venne accolta e la sua squadra non si presentò alla partita di ritorno. Il Cile invece sì, assieme a qualche migliaio di spettatori. La nazionale cilena fece tutto come al solito: scese in campo per il riscaldamento, tornò negli spogliatoio per prepararsi, ritornò in campo, ascoltò l’inno e cominciò la partita. I giocatori batterono il calcio e segnarono un gol avvicinandosi lentamente alla porta vuota, in una scena surreale. Poi, pochi secondi dopo il “gol” del Cile, l’arbitro decretò la fine dell’incontro, che non venne mai più recuperato. L’anno successivo, il Cile andò a giocare i Mondiali in Germania Ovest. Fu eliminato al primo turno dopo una sconfitta e due pareggi.

Ronaldo contro Ibrahimovic
Portogallo – Svezia
Qualificazioni Mondiali 2014

In molti pensavano che i Mondiali del 2014 in Brasile sarebbero stati gli ultimi a cui avrebbe potuto partecipare l’attaccante svedese Zlatan Ibrahimovic, che all’epoca aveva 33 anni. Lo spareggio che la Svezia giocò contro il Portogallo nel novembre del 2013 è ricordato come la sfida fra due dei migliori giocatori al mondo: Ibrahimovic, appunto, e il portoghese Cristiano Ronaldo.

L’andata si giocò a Lisbona il 15 novembre del 2013, arbitrata dall’italiano Nicola Rizzoli. Il Portogallo si presentò come squadra sulla carta favorita, grazie a una formazione titolare che comprendeva giocatori di livello mondiale come Pepe, Joao Moutinho e Nani, oltre naturalmente al capitano, Cristiano Ronaldo, che poche settimane dopo avrebbe vinto il suo secondo Pallone d’Oro. Il Portogallo vinse la partita proprio grazie a un gol di Ronaldo, arrivato a meno di dieci minuti dal termine della partita.

La partita di ritorno si giocò nella nuova Friends Arena di Stoccolma, l’impianto costruito per ospitare le partite dell’AIK Solna e della Nazionale svedese, e dove l’Italia giocherà venerdì sera. A Stoccolma, Cristiano Ronaldo si assicurò probabilmente la vittoria del Pallone d’Oro giocando una partita da fuoriclasse. Dopo un primo tempo terminato senza gol, successe tutto nella ripresa: Ronaldo segnò al minuto 50, 77 e 79 in tre azioni in cui venne sempre lanciato in profondità dai compagni e in cui sfruttò tutta la sua velocità. I gol di Ronaldo resero inoltre inutili i due gol segnati da Zlatan Ibrahimovic al 68esimo e quattro minuti dopo.

«Un Mondiale senza di me è poca cosa, non c’è davvero nulla da guardare e non vale nemmeno la pena aspettarlo con ansia», disse poi un deluso Ibrahimovic.

La mano di Thierry Henry
Francia – Irlanda

Qualificazioni Mondiali 2010

Nell’autunno del 2009 Giovanni Trapattoni  – già 70enne – si giocò l’ultima possibilità di accedere alla fase finale di un Mondiale con la Nazionale irlandese, che lo aveva ingaggiato come allenatore nel 2008. L’Irlanda aveva concluso al secondo posto il suo girone di qualificazione, dietro l’Italia, ottenendo così l’opportunità di giocarsi lo spareggio in due gare secche contro la Francia di Raymond Domenech, arrivata seconda dietro la Serbia nel suo girone.

La Nazionale francese si presentò come favorita, data la sua netta superiorità, ma stava passando un periodo complicato, soprattutto a causa dei rapporti sempre più negativi tra i giocatori e Domenech, l’allenatore che quattro anni prima aveva porto la Francia alla finale del Mondiale. A Dublino, nella partita di andata, la Francia confermò di non essere in un buon momento ma riuscì a vincere grazie a un tiro da fuori area di Nicolas Anelka, deviato in porta da un difensore irlandese.

Il ritorno si giocò quattro giorni dopo allo Stade de France di Saint-Denis, a Parigi. Dopo mezz’ora dall’inizio della partita l’Irlanda pareggiò il conto dei gol complessivi grazie a una rete del suo giocatore più rappresentativo, Robbie Keane. La Francia non riuscì a segnare nei tempi regolamentari e la partita proseguì quindi ai supplementari. A pochi secondi dalla fine del primo tempo, la Francia batté un calcio di punizione dalla trequarti avversaria che oltrepassò la difesa irlandese e finì praticamente addosso a Thierry Henry, che per non fare uscire la palla dal campo la controllò platealmente con una mano. Era pochi centimetri alla sinistra della porta avversaria, vide il suo compagno di squadra William Gallas smarcato in mezzo all’area, passò la palla e la Francia segnò.

Le proteste dei giocatori irlandesi durarono parecchi minuti, anche perché il fallo di mano fu evidente anche senza replay. Ma né l’arbitro né i suoi assistenti lo notarono. Il gol venne convalidato, la Francia mantenne il risultato e così si qualificò ai Mondiali. Le polemiche per il fallo di mano di Henry continuarono per giorni e il giocatore si scusò per il gesto.

Il giorno in cui nacque il calcio australiano
Australia – Uruguay

Qualificazioni Mondiali 2006

Prima del 2006 la Nazionale di calcio australiana aveva disputato soltanto una edizione dei Mondiali — in Germania nel 1974 — quando si era fermata al primo turno. Fino ai primi anni Duemila, il movimento calcistico australiano, per motivi culturali e geografici, era poco sviluppato e seguito. Tuttavia, grazie soprattutto alla numerosa presenza di giocatori discendenti da famiglie slave e italiane, e a quelli figli di genitori inglesi, nei primi anni Duemila l’Australia si trovò con diversi giocatori che erano tesserati con squadre europee e giocavano in campionati importanti e competitivi: Mark Bresciano e Vincenzo Grella al Parma, Tim Cahill con l’Everton, Mark Schwarzer e Mark Viduka al Middlesbrough, Harry Kewell al Liverpool.

Alle qualificazioni per i Mondiali del 2006, giocate l’anno precedente, l’Australia allenata dall’esperto olandese Guus Hiddink vinse come al solito il girone dell’Oceania (ora l’Australia si è fatta spostare nella federazione asiatica) e per ottenere la qualificazione al torneo in Germania avrebbe però dovuto fare lo spareggio con l’ultima Nazionale sudamericana, quell’anno l’Uruguay, considerata più forte. L’andata a Montevideo la vinse l’Uruguay per 1-0; il ritorno a Sydney lo vinse l’Australia, per 1-0.

La partita di Sidney proseguì quindi ai supplementari e poi ai calci di rigore, dove l’Australia vinse grazie agli errori decisivi degli uruguaiani Rodriguez e Zalayeta. Ottenne così la sua seconda qualificazione ai Mondiali, che diede una forte spinta allo sviluppo del calcio australiano, proseguita poi con le ottime prestazioni ai Mondiali in Germania, dove la squadra venne eliminata agli ottavi dall’Italia. L’Australia si è qualificata ai Mondiali anche nel 2010 e nel 2014, in questi giorni giocherà lo spareggio contro l’Honduras.

L’importanza che ebbe quella vittoria contro l’Uruguay è stata raccontata di recente in un breve documentario realizzato da Copa90.