Il Veneto ha deciso una “moratoria” sui vaccini obbligatori

Un decreto regionale rinvia l'obbligo di presentare i documenti che certificano di avere vaccinato i propri figli per l'accesso a scuola al 2019, citando incongruenze nella legge statale

(Ansa/Daniel Dal Zennaro)
(Ansa/Daniel Dal Zennaro)

Il direttore generale della Sanità del Veneto, Domenico Mantoan, ha firmato un decreto regionale che prevede una sorta di moratoria fino all’anno scolastico 2019-2020 per la presentazione dei documenti che dimostrano di avere vaccinato i propri figli (o la volontà di vaccinarli in breve tempo), necessari per consentire il loro accesso agli asili e alla scuola come previsto dalla nuova legge sulle vaccinazioni voluta dal governo e approvata dal Parlamento. Il decreto regionale è stato criticato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ritiene sia in contraddizione con quanto stabilito dalla nuova legge, che negli ultimi mesi ha ricevuto critiche soprattutto da associazioni e gruppi di persone contrarie ai vaccini, i cosiddetti “no-vax”.

La decisione di rendere obbligatorie le vaccinazioni per accedere alla scuola dell’obbligo si è resa necessaria in seguito al sensibile calo del numero dei vaccinati, dovuto in parte proprio alle insistenti campagne dei “no-vax”. In vista dell’inizio delle scuole i ministeri dell’Istruzione e della Salute hanno diffuso comunicati e dettagli sulle vaccinazioni necessarie per consentire ai propri figli tra 0 e 6 anni di essere ammessi negli asili e nelle scuole. Entro il prossimo 10 settembre ogni famiglia dovrà consegnare alla scuola i documenti che dimostrano di averli vaccinati contro poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, morbillo, rosolia, parotite, varicella ed Haemphilus influenzae B. Considerati i tempi stretti dovuti alla recente approvazione della nuova legge, i genitori hanno comunque la possibilità di presentare documenti che dimostrino di avere fissato un appuntamento per vaccinare, entro poche settimane, i loro figli.

Il decreto deciso in Veneto stabilisce invece tempi più dilatati per le famiglie, partendo dal presupposto che le regioni hanno molta autonomia per la decisione delle politiche sanitarie e che la legge Lorenzin ha alcune ambiguità, per esempio dove si dice che “la mancata presentazione della documentazione comporta la decadenza dell’iscrizione”, ma con riferimento all’anno scolastico 2019. Secondo i tecnici della regione, non è chiaro se le limitazioni per l’iscrizione debbano essere applicate da quest’anno scolastico e per il prossimo, per i bambini che erano già stati iscritti prima dell’entrata in vigore della legge. Il Veneto nei giorni scorsi ha anche presentato un ricorso alla Corte Costituzionale e chiesto chiarimenti al ministero della Salute sul tema. Per questo motivo, in attesa di ulteriori dettagli ha deciso di applicare un periodo di regole transitorie, fino all’anno scolastico 2019-2020.

Come ha spiegato Mantoan al Corriere della Sera:

In attesa di chiarimenti dai ministeri, finora contattati inutilmente, ho cercato di porre un argine al caos che si sta creando in Veneto, soprattutto dopo che a Verona quattro bimbi non sono stati ammessi al nido. Dalla legge non emerge in modo chiaro se le misure di restrizione alla frequenza scolastica siano applicabili sin dall’anno scolastico 2017/2018 e per l’anno scolastico 2018/2019, per i bambini già iscritti a nidi e materne.

Negli ultimi anni il Veneto ha sostenuto un approccio per incentivare le vaccinazioni su base volontaria, con iniziative informative di vario tipo affidate ai medici di base e alle aziende ospedaliere. La regione ha ottenuto buoni risultati, ma come altre ha mancato i minimi stabiliti dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale. L’Istituto Superiore di Sanità nel suo rapporto dello scorso anno scriveva:

Nel 2008 la Regione Veneto ha sospeso l’obbligo vaccinale sul suo territorio a fronte di un’offerta attiva di vaccinazioni, che è tra le migliori in Italia e le prime in Europa, erogata attraverso una rete di servizi pubblici e una costante intesa con i pediatri di libera scelta. Tuttavia, recentemente, a fronte di un calo generalizzato dell’adesione alle vaccinazioni in età pediatrica in tutta la Regione e in Italia, in Veneto sono state messe a punto una serie di azioni aggiuntive (tra cui la revisione delle “procedure operative per la gestione delle vaccinazioni” e “indicazioni per il recupero delle coperture vaccinali”) per assicurare il recupero delle coperture vaccinali e per garantire la salute della collettività con un forte coinvolgimento dei Sindaci nella loro qualità di Autorità sanitaria locale.

L’approvazione della nuova legge sui vaccini a pochi mesi dall’inizio dell’anno scolastico ha creato sicuramente qualche complicazione, anche perché in molte regioni le ASL non si sono rivelate pronte a gestire l’alta richiesta di vaccinazioni da parte delle famiglie, interessate a iscrivere i loro figli a scuola. Le regole sono comunque abbastanza chiare e il ministero ha diffuso questa infografica per renderle ancora più comprensibili.

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