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  • Sabato 19 agosto 2017

La città tedesca che trollò i neonazisti

Dopo i fatti di Charlottesville si riparla di quando, nel 2014, un corteo di estrema destra fu trasformato in una raccolta di beneficenza contro l'estrema destra

Uno degli striscioni della raccolta fondi contro i neonazisti e "fatta" dai neonazisti a Wunsiedel, in Germania, il 15 novembre 2014 (Rechts gegen Rechts)
Uno degli striscioni della raccolta fondi contro i neonazisti e "fatta" dai neonazisti a Wunsiedel, in Germania, il 15 novembre 2014 (Rechts gegen Rechts)

Dopo la manifestazione di estrema destra e l’attentato di Charlottesville, negli Stati Uniti si è riparlato di come nel 2014 gli abitanti di Wunsiedel, in Baviera, reagirono alle manifestazioni dei neonazisti nella loro cittadina coinvolgendoli a loro insaputa in una raccolta fondi per un’organizzazione antifascista, e di fatto prendendosi gioco di loro. Dopo i fatti di Charlottesville, in molti – tra cui l’opinionista del New York Times Moises Velasquez-Manoff – hanno suggerito che in futuro le manifestazioni di estrema destra vengano affrontate allo stesso modo.

Wunsiedel è la città in cui dal 1988 al 2011 è stato sepolto il gerarca nazista e braccio destro di Hitler Rudolf Hess, e dove per questa ragione per anni i neonazisti hanno organizzato dei cortei. Il 15 novembre 2014, quando i neonazisti arrivarono a Wunsiedel per il loro corteo, trovarono lungo il loro percorso delle indicazioni su quanti soldi i cittadini di Wunsiedel si sarebbero impegnati a raccogliere a seconda del numero dei loro passi. Promettendo 10 euro per ogni metro, gli abitanti della città – aiutati dai commercianti e da sponsor – raccolsero 10mila euro che poi donarono a EXIT-Deutschland, un’organizzazione che sostiene gli ex neonazisti e li aiuta a lasciare il movimento estremista.

Lungo il percorso c’erano cartelli che dicevano frasi come «Se solo il Führer sapesse!» e altre battute rivolte ai neonazisti. A organizzare la raccolta fu l’associazione Rechts gegen Rechts, gioco di parole che si può tradurre con “La giustizia contro la destra”, che nel tempo si è occupata di iniziative simili in altre città tedesche e anche in Svezia.

Secondo Velasquez-Manoff, sarebbe una risposta più efficace dal punto di vista strategico perché gli scontri violenti con i neonazisti forniscono loro nuovi argomenti per essere vittimisti, e per sostenere di essere discriminati dalla società. Alcune ricerche dicono che le reazioni non violente sono più efficaci di quelle violente: le politologhe Maria Stephan ed Erica Chenoweth hanno osservato che su oltre 320 situazioni di conflitto avvenute tra il 1900 e il 2006, la resistenza non violenta è stata due volte più efficace di quella violenta per ottenere cambiamenti, e che le lotte non violente risolvono i problemi più rapidamente di quelle violente. L’esempio principale è quello del movimento per i diritti civili di Martin Luther King: le immagini dei manifestanti non violenti trasmesse dalle televisioni e pubblicate sui giornali lo aiutarono a ottenere maggiore consenso e alleati. Secondo Velasquez-Manoff la cosa più interessante dell’iniziativa di Wunsiedel, oltre alla non violenza, era l’ironia e il suo potere di smascherare l’ipocrisia dei neonazisti.

Anche prima della raccolta fondi che ha preso in giro i neonazisti, a Wunsiedel c’erano stati altri tentativi di impedire le loro manifestazioni: nel 2011, allo scadere della concessione cimiteriale per la tomba di Hess, questa non fu rinnovata. I resti del gerarca furono riesumati, cremati e dispersi in mare dalla sua famiglia e la lapide tombale fu distrutta. Ciononostante, le manifestazioni neonaziste continuarono.

Allo stesso modo il carcere di Spandau, nell’omonimo quartiere di Berlino, dove Hess fu tenuto prigioniero dal 1947 alla morte, fu demolito per evitare che diventasse un luogo di pellegrinaggio per i neonazisti. Le manifestazioni in ricordo di Hess però avvengono ancora: proprio oggi, due giorni dopo il trentesimo anniversario della sua morte, ne è stata organizzata una a Spandau. Come a Charlottesville, però, è stata organizzata anche una contro-manifestazione di protesta.