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  • Mercoledì 14 settembre 2016

Le alluvioni in Corea del Nord

Quelle del mese scorso hanno causato centinaia di morti e dispersi e hanno costretto Kim Jong-un ad accettare gli aiuti internazionali, nonostante le tensioni sul nucleare

Un'immagine delle alluvioni in Corea del Nord trasmessa dalla televisione cinese.
Un'immagine delle alluvioni in Corea del Nord trasmessa dalla televisione cinese.

Mercoledì alcune organizzazioni internazionali hanno cominciato a consegnare cibo e altri tipi di aiuti in Corea del Nord per assistere le decine di migliaia di persone rimaste senza casa a causa delle intense alluvioni del mese scorso. Le alluvioni hanno colpito soprattutto le province settentrionali al confine con la Cina, tra le più povere del paese, e in particolare la zona attorno al fiume Tumen. Il governo nordcoreano ha detto che 133 persone sono morte, mentre altre 395 sono ancora disperse: sono state danneggiate più di 35mila case, e 9mila tra scuole e altri edifici pubblici. Inoltre sono stati rilevati molti danni alle strade, ai ponti e alle linee ferroviarie nazionali. La situazione si è dimostrata molto più grave delle stime iniziali: il governo nordcoreano – uno dei più autoritari e chiusi del mondo – è stato costretto ad accettare aiuti internazionale per l’evidente impossibilità di fornire la minima assistenza richiesta agli sfollati. Central TV, la televisione nordcoreana, ha detto che le ultime alluvioni sono state le peggiori degli ultimi decenni.

Tra le organizzazioni che stanno aiutando la popolazione nordcoreana c’è il World Food Program dell’ONU, che ha provveduto alla consegna di cibo per oltre 140mila persone. Una delle preoccupazioni dei funzionari del World Food Program riguarda l’imminente arrivo dell’inverno, che in Corea del Nord è spesso accompagnato da gravi carenze di cibo. Le condizioni attuali degli sfollati sono molto critiche: l’ONU ha detto che «gli sfollati hanno urgente bisogno di un rifugio, dell’accesso all’acqua pulita e ai servizi sanitari, oltre che al cibo». Chris Staines – un funzionario della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale, la più grande organizzazione umanitaria al mondo – ha detto al New York Times che in alcune cittadine è difficile trovare anche un solo edificio ancora in piedi: «Le alluvioni hanno investito tutto con tale forza; hanno distrutto qualsiasi cosa si trovasse sul loro cammino».

Il New York Times ha scritto che nonostante gli sforzi recenti del governo nordcoreano di piantare nuovi alberi – dopo anni di disboscamento intenso, finalizzato a creare legna da ardere per le case private – molte delle colline della Corea del Nord vengono ancora usate per le coltivazioni a terrazza, cosa che le rende molto instabili in caso di forti piogge, come successo nelle ultime settimane. Nella seconda metà degli anni Novanta in Corea del Nord ci fu una terribile carestia causata da una serie di inondazioni e siccità che causò la morte di più di un milione di persone. La situazione sembra un po’ migliorata negli ultimi anni, soprattutto grazie agli aiuti internazionali, che però non è detto che dureranno a lungo: diversi paesi sono diventati sempre più riluttanti a dare aiuti al Nord, accusato di usare i soldi ricevuti nello sviluppo del programma nucleare.

Proprio la la scorsa settimana il governo nordcoreano ha condotto il suo quinto test nucleare, il più potente realizzato finora, ricevendo durissime critiche dall’estero. L’impressione che hanno avuto diversi analisti è che la Corea del Nord abbia fatto molti passi avanti riguardanti la tecnologia per la costruzione e il lancio di armi nucleari (anche se non tanti come racconta con la sua propaganda). Kim Jong-un, attuale dittatore e leader supremo della Corea del Nord, ha dimostrato di avere accelerato il programma nucleare nordcoreano rispetto al suo predecessore, il padre Kim Jong-il.