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  • Lunedì 5 settembre 2016

Il nuovo assessore al Bilancio di Roma

Si chiama Angelo Raffaele De Dominicis, è un ex magistrato della Corte dei Conti che negli ultimi anni si è fatto notare per inchieste e dichiarazioni sopra le righe, diciamo

Angelo Raffaele De Dominicis,(ANSA WEB)
Angelo Raffaele De Dominicis,(ANSA WEB)

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha scelto il nuovo assessore al Bilancio della sua giunta: sostituirà Marcello Minenna, che giovedì si era dimesso in polemica con alcune persone dello staff di Raggi, assieme al capo di gabinetto Carla Raineri. Il nuovo assessore sarà Angelo Raffaele De Dominicis, ex magistrato e procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio. Raggi ha annunciato la sua nomina in un’intervista a Porta a Porta di cui ieri è stata trasmessa un’anteprima. In un’altra intervista, parlando col Corriere della Sera, Raggi ha definito De Dominicis «una delle persone più competenti in Italia», anche se negli ultimi anni alcune sue dichiarazioni e oggetti di indagine sono stati piuttosto controversi.

De Dominicis è entrato nella magistratura contabile nel 1985, ha insegnato Istituzioni di Diritto Pubblico all’università Sapienza di Roma e ha diretto la rivista della Corte dei Conti ‘Panorama Giuridico‘. È andato in pensione a giugno e il suo ultimo incarico è stato proprio quello di procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio. Negli ultimi anni ha gestito alcuni casi giudiziari molto noti: ha sollevato il profilo di incostituzionalità per tutte le leggi che dal 1997 hanno regolato il finanziamento ai partiti, avviato un’inchiesta sulla costruzione della Metro C a Roma – incoraggiata dal Movimento 5 Stelle, ai tempi – e sugli appartamenti affittati a basso prezzo dal comune di Roma (il cosiddetto caso “affittopoli”).

Ma De Dominicis è noto soprattutto per essersi concentrato sulle agenzie internazionali di rating, cioè quelle che valutano la stabilità di certi titoli azionari e obbligazioni, fra cui anche i titoli di stato. Nel 2013 De Dominicis aprì un’inchiesta contro Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch – le tre agenzie di rating più importanti al mondo – per aver declassato la valutazione sui titoli italiani fra il 2011 e il 2012, chiedendo loro più di 300 miliardi di euro di danni. L’inchiesta – dopo essere stata molto criticata e anche irrisa – è stata archiviata nel 2015 ma ancora nell’estate del 2016, poco prima di andare in pensione, De Dominicis ha avviato un procedimento contro la nota banca americana Morgan Stanley, accusata di aver fatto stipulare al ministero del Tesoro italiano dei contratti “truccati” fra 1999 e 2005. Commentando l’indagine col Corriere della Sera, De Dominicis ha detto che «Morgan Stanley per quella storia dei derivati fatti con il Tesoro ci deve dare tutto. E sono 4 miliardi di euro». In molti in passato hanno contestato l’ambito delle inchieste di questo tipo di De Dominicis, dato che la Corte dei Conti ha una funzione di controllo solamente sulle spese pubbliche e sulla fiscalità italiana.

Alla notizia della nomina di De Dominicis, in molti hanno tirato fuori una maldestra intervista che l’allora procuratore generale diede al Corriere della Sera il 6 febbraio 2014. De Dominicis raccontò che aveva scelto di aprire un’inchiesta contro le agenzie di rating «dalla lettura dei giornali», e perché a suo dire era chiaro che «ci fosse un attacco all’Italia. Ci invidiano perché siamo tra i più ricchi al mondo». L’intervista contiene altri passaggi ugualmente surreali:

Ma un attacco di chi?
«Questo lo dovreste scoprire voi. Resta il fatto che i tagli del rating erano immotivati. Ed avevano come unico obiettivo far scendere il valore delle nostre aziende, per poi comprarle a prezzi convenienti. E’ la prima volta nella storia del mondo che un Paese onorato e onorabile come il nostro viene aggredito così». […]

«Guardi che se lo sprid sta calando…».

Lo spread, intende.
«Sì, insomma, se scende è perché dopo che noi ci siamo mossi quelli si sono dati una calmata con i down ground».

I downgrade.
«Ecco, quelli. E poi anche Obama li ha chiamati a rispondere. Voglio dire: se non avessi lanciato il mio sasso nello stagno non sarebbe mica successo. Non le pare?» […]

Sembra pronto per la politica.
«Scherza? Non accetterei mai. Guardi che sono stato io a sollevare la questione di legittimità costituzionale sul finanziamento ai partiti. Faccio solo il mio dovere, gli altri non lo so».

Gli altri chi?
«La verità è che sono isolato. Dalla politica poche parole. E anche qui alla Corte dei conti… quel comunicato che parla di possibile archiviazione sembra una smentita. I colleghi se ne stanno tutti in pantofole chiusi nelle loro stanze»

Nelle sue prime interviste da assessore, De Dominicis ha spiegato che «con me la festa in comune è finita». Al Corriere della Sera ha aggiunto: «affronto il compito con spirito laico e di sostegno alla città. Una città che ha bisogno di aiuto e che è un giacimento turistico e culturale unico al mondo. Io sono un uomo libero, indipendente e mi definisco un discepolo di Benedetto Croce, come lo era il mio amico Marco Pannella». Sempre al Corriere della Sera, De Dominicis ha spiegato di avere accettato l’incarico dopo che gli è stato offerto dall’«avvocato Sammarco»: cioè probabilmente Pieremilio Sammarco, il titolare dello studio dove Raggi ha lavorato in passato, ritenuto vicino agli ambienti della destra romana. A una domanda di Repubblica sul suo futuro stipendio – un aspetto dell’incarico che ha già messo nei guai diverse persone vicine a Raggi – ha risposto: «Pane e olio o pane e caviale, per me è la stessa cosa».