Numeri, conti e come funziona la spazzatura a Roma

Sergio Rizzo racconta sul Corriere un po' di cose concrete su problemi e "stranezze" della gestione dell'Ama

Via della Dataria, Roma, 28 luglio 2016 (ANSA/ LUCIANO FIORAMONTI)
Via della Dataria, Roma, 28 luglio 2016 (ANSA/ LUCIANO FIORAMONTI)

Il Corriere della Sera di giovedì dedica una pagina a una ricostruzione di Sergio Rizzo sui funzionamenti dell’Ama, l’azienda municipalizzata romana che si occupa dei rifiuti e che negli ultimi giorni è di nuovo protagonista di polemiche politiche. Diversi dati contenuti nell’articolo erano esposti – insieme ad altri – anche in quest’articolo del Post del 2015.

Nel territorio di Roma si smaltisce oggi poco più di un terzo delle 4.700 tonnellate d’immondizia prodotta al giorno, contro il 98 per cento delle altre metropoli europee. Un confronto che spiega perché nella capitale più sporca del continente si pagano le tariffe più alte. Ogni giorno 180 tir carichi di spazzatura romana invadono le strade italiane. Portano 230 mila tonnellate l’anno di rifiuti umidi della raccolta differenziata in Friuli Venezia Giulia. Portano le frazioni organiche stabilizzate che escono dai quattro impianti del cosiddetto Trattamento meccanico biologico, due dell’Ama e due di Cerroni ma tutti costruiti dall’industria di Cerroni, alle discariche in Puglia, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche. E viaggiano, carichi da spazzatura da lavorare o solo da bruciare fra Latina, Colleferro, Frosinone e Avezzano, fino agli impianti emiliani e lombardi. Mentre qualcuno prende le strade bulgare, rumene o portoghesi. I costi, immensi.

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