Google cambia le sue regole per la pubblicità

Per estendere il modo con cui tiene traccia delle nostre attività per vedere annunci migliori, ma a differenza delle altre volte non è obbligatorio accettare

Dalla scorsa settimana, Google ha iniziato a mostrare a tutti i suoi utenti un avviso con cui li invita a controllare le loro impostazioni per la privacy e la sicurezza, annunciando alcuni cambiamenti al modo in cui sono gestiti i propri dati a fini pubblicitari. L’avviso chiede di dare a Google il permesso di usare tutte le informazioni legate al proprio account – quindi le ricerche, le cose fatte su Chrome, i video visti su YouTube e via discorrendo – per vedere annunci pubblicitari più rilevanti, non solo sui siti gestiti direttamente da Google come avvenuto fino a oggi, ma anche su altri siti e applicazioni che utilizzano i servizi per la pubblicità dell’azienda. La cosa rilevante è che, per una volta, la modifica è di tipo “opt-in”, quindi non viene attivata in modo predefinito da Google, ma solo se viene dato il proprio consenso.

Chi acconsente avrà la possibilità di controllare meglio le pubblicità che vede, eliminando più facilmente quelle che trova fastidiose e che continuano a comparirgli sui vari dispositivi collegati allo stesso account Google. La nuova opzione rende possibile la loro eliminazione in un colpo solo, rispetto all’attuale sistema che prevede di indicare la pubblicità non gradita da un dispositivo per volta.

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Per rendere ancora più trasparente il rapporto con i suoi iscritti, Google ha anche rinnovato la sezione “Le mie attività”, dove si possono controllare le informazioni sulle cose fatte online registrate da Google, e usate dall’azienda in forma aggregata per fornire pubblicità più personalizzate e pertinenti ai propri interessi. Da “Le mie attività” si può vedere la cronologia delle ricerche effettuate online tramite Google, i siti visitati, i video visti su YouTube, le informazioni geografiche cercate su Maps e tutto il resto. Il sistema ha anche filtri di vario tipo e un sistema di ricerca, per trovare le proprie attività più datate. Le ricerche risalgono infatti fino al momento in cui ci si era iscritti a Google, quindi per molti utenti significa più di 10 anni di informazioni. Il sistema consente anche di eliminare vecchie ricerche e attività, magari imbarazzanti o ritenute non più rilevanti.

La nuova opzione per la pubblicità, su base volontaria, e “Le mie attività” rientrano nelle iniziative portate avanti negli ultimi anni da Google per mostrare ai suoi iscritti come vengono trattati i loro dati, e rassicurarli. Google è stata spesso criticata per il modo in cui utilizza l’enorme quantità di informazioni dei suoi utenti per affinare i suoi servizi, e soprattutto per rendere più redditizie le pubblicità personalizzate online. Facebook, che come Google basa buona parte del suo modello di affari sulla pubblicità, ha fatto qualcosa di simile per rendere più chiara e trasparente la gestione dei dati dei suoi utenti ai fini pubblicitari.

Da tempo gli inserzionisti chiedevano a Google di trovare un modo per tenere meglio traccia delle attività degli utenti, soprattutto da quando si sono affermati gli smartphone e si passa di continuo da un dispositivo all’altro per navigare online. La nuova soluzione offerta da Google dovrebbe soddisfare anche questa domanda, ma richiederà qualche mese prima che sia resa disponibile a tutti i proprietari di un account Google.