Gli eventi “rari” non lo sono poi così tanto

Quante volte avete sentito parlare di fenomeni astronomici come di coincidenze straordinarie? La realtà è un po' diversa

di Faye Flam – Bloomberg

Alcune persone osservano la luna piena a Glastonbury, in Inghilterra, il 20 giugno 2016 (Matt Cardy/Getty Images)
Alcune persone osservano la luna piena a Glastonbury, in Inghilterra, il 20 giugno 2016 (Matt Cardy/Getty Images)

Pare che nel cielo succedano cose strane. La settimana scorsa la Luna piena e il solstizio d’estate sono caduti in contemporanea, e alcuni astronomi hanno definito la combinazione tra il plenilunio e il giorno più lungo nell’emisfero settentrionale come un evento raro, che arriva poco dopo il raro transito di Mercurio davanti al Sole del mese scorso, la rara concomitanza di un’eclissi lunare e della cosiddetta “superluna” di settembre, la rara tetrade di eclissi lunari del 2014, il raro transito di Venere del 2012, e un’infinità di allineamenti planetari che-capitano-una-sola-volta-nella vita – uno quest’anno, uno nel 2014, e uno nell’estate del 2013 – mentre l’anno prossimo assisteremo a una rara eclissi di Sole. Se gli eventi di questo tipo sono così rari, perché si verificano così spesso?

La risposta arriva da uno statistico. David Hand, un professore dell’Imperial College di Londra ha spiegato l’abbondanza di eventi “rari” nel mondo nel suo libro del 2014 Il caso non esiste. Perché le cose più incredibili accadono tutti i giorni. La cosa strana della concomitanza dei cicli solari e lunari di questa settimana è che gli astronomi non riescono a decidere se la cosa più sorprendente sia che questi eventi si stiano verificando o che invece non si verificassero dal 1948. Questo è un estratto di un comunicato stampa che ho ricevuto da un gruppo di astronomi:

Durante la trasmissione, il conduttore di Slooh [un servizio che trasmette su Internet le immagini di diversi osservatori robotici, ndt] sarà affiancato dall’astronomo di Slooh Bob Berman per discutere della rara concomitanza astronomica, e del perché sia passato così tanto tempo dall’ultima volta, dal momento che secondo le previsioni combinazioni di questo tipo dovrebbero verificarsi matematicamente ogni 15 anni. «Osservare una Luna piena proprio durante il solstizio è un evento davvero raro», ha detto Berman.

Il fatto che gli astronomi possano presentare come notevole sia l’evento in sé sia la sua assenza diventa più comprensibile alla luce di quello che Hand chiama «l’effetto non-ci-sei-andato-troppo-lontano» (in inglese, “close-enough effect”). Un esempio di quest’effetto si ha nel caso delle notizie che raccontano di persone che hanno vinto la lotteria più di una volta – spiega Hand – in cui una delle “vincite” è in realtà un più comune secondo o terzo premio. Più la definizione di vincita diventa vaga, maggiori sono le possibilità che si verifichi due volte. Lo stesso principio può influenzare le probabilità che una Luna piena capiti in contemporanea a un solstizio. Definire cos’è una Luna piena è come definire la cima di una collina. Stando all’Istituto Nazionale di Astrofisica, in Italia, per esempio, il plenilunio è caduto alle 13:02 del 20 giugno. Da quel momento la Luna ha iniziato a diventare gradualmente “meno piena”. In sostanza, sono le persone a decidere cosa vale come Luna piena. Il solstizio d’estate, invece, potrebbe essere definito come il punto dell’orbita terrestre, che dura 365,2425 giorni, in cui il Sole raggiunge la sua altezza massima sopra l’orizzonte del Polo Nord:  quest’anno è successo quando in Italia erano le 00:34 di questa notte, il 21 giugno. I due eventi, quindi, sono avvenuti a più di 11 ore di distanza.

Gli astronomi che hanno diffuso il comunicato stampa hanno considerato come solstizio l’intera giornata del 20 giugno e hanno anche esteso la definizione di Luna piena, prendendo in considerazione i diversi giorni in cui la Luna sembra abbastanza piena. Attenendosi a queste definizioni, la concomitanza tra solstizio d’estate e Luna piena dovrebbe verificarsi in media ogni trent’anni. L’assenza dei due eventi in contemporanea per quasi 70 anni è un po’ più insolita, ma in un mondo dominato dal principio dell’improbabilità non sorprende più di tanto. I cicli solari e lunari si possono prevedere ma non sono sincronizzati, e quindi è lecito aspettarsi periodi in cui si raggruppano e altri in cui ci sono dei “vuoti”.

Rimane però da spiegare il recente accumulo di eventi rari, alcuni dei quali – come il transito di Venere – sono molto meno frequenti della combinazione tra solstizio e Luna piena. In questo caso, Hand ci viene in aiuto con la «legge delle combinazioni», che illustra con un indovinello sui compleanni in comune: quante possibilità ci sono che due persone siano nate lo stesso giorno in un gruppo di 23 persone? Se fate parte del gruppo, la probabilità che una delle altre 22 persone compia gli anni il vostro stesso giorno sono basse, ma ci sono buone possibilità che due persone qualsiasi del gruppo siano nate lo stesso giorno. Analogamente, esistono molti modi in cui diverse combinazioni formate dal Sole, dalla Luna e dai pianeti si allineino creando uno schema interessante. Gli allineamenti planetari sono sempre unici, ha raccontato l’astronomo Alan MacRobert, direttore della rivista americana che si occupa di astronomia Sky and Telescope. «Ogni volta che dei pianeti si allineano leggerete che non succedeva da 20mila anni», ha detto MacRobert. Il punto è che nel cielo cose come questa succedono ogni notte: «C’è un numero infinito di configurazioni del sistema solare e ognuna di loro è rara», ha raccontato. L’universo trabocca di possibilità, e questa è una delle cose che rende l’astronomia divertente.

L’eclissi solare dell’anno prossimo non è sorprendente perché la Luna, la Terra e il Sole non dovrebbero allinearsi di tanto in tanto, ma piuttosto perché il Sole e la Luna hanno esattamente la distanza e la dimensione necessarie per apparire nel cielo come dischi della stessa grandezza. Le probabilità che succedesse una cosa del genere sono bassissime, ma dato il numero degli altri possibili eventi che si possono verificare, non è una cosa inaspettata.

Tornando sulla Terra, la concentrazione di diversi fattori che interagiscono tra loro genera un aumento apparente della frequenza di “miracoli” ed eventi improbabili: lo stesso numero che viene estratto due volte di fila alla lotteria, Hand che riceve due e-mail una dietro l’altra da due persone diverse ma che hanno lo stesso insolito nome, oppure – come mi è successo – trovarsi al ristorante e parlare di una persona intervistata di recente, per poi vederla entrare dalla porta. Con qualche rudimento di statistica, non ci vuole molto a spiegare come sia possibile che l’universo abbia prodotto un polpo di nome Paul capace di prevedere il risultato dei Mondiali di calcio del 2010. Il fatto che cose come queste siano in realtà prevedibili potrebbe far sembrare la magia più banale. Ma può anche rendere le cose banali più magiche.

© 2016 – Bloomberg