Possiamo fidarci della classifica delle 20 migliori pizzerie del mondo?

L’ha pubblicata il critico gastronomico Daniel Young, ma qualcuno dice che non è una selezione affidabile

di Gabriele Rosso

Foto: AP Photo/Andrew Medichini
Foto: AP Photo/Andrew Medichini

Il 9 maggio, il critico gastronomico statunitense Daniel Young ha diffuso una classifica delle 20 migliori pizzerie del mondo, che ha iniziato a circolare molto su siti, pagine e account sui social media che si occupano di cibo, soprattutto in Italia e negli Stati Uniti. La classifica è dominata da questi due paesi: ci sono dieci pizzerie italiane, otto statunitensi, una danese e una brasiliana.
Sette delle prime dieci posizioni sono occupate da pizzerie italiane, compresi i primi tre posti (in ordine: Pepe in Grani di Caiazzo, Pizzarium di Roma, 50 Kalò di Napoli). Della classifica si è discusso molto, ed è probabile che fosse proprio quello che Young voleva ottenere: l’articolo è stato pubblicato poco dopo l’uscita di Where to Eat Pizza, un libro che raccoglie e recensisce più di 1.700 pizzerie di tutto il mondo, edito da Phaidon.

Phaidon è una casa editrice di Londra molto famosa per i suoi coffee table books: volumi di grandi dimensioni, con copertine rigide e immagini di alta qualità che trattano di architettura, fotografia, moda, cinema e design, da lasciare in vista sul tavolino della sala per fare bella figura con gli ospiti. Phaidon è riconosciuta come una delle più prestigiose per questi temi, ed è famosa per la cura e l’originalità dei suoi libri. Dal 2005 si occupa anche di gastronomia, con pubblicazioni sui grandi chef, ricettari e volumi che segnalano ristoranti in diversi paesi. Lo scorso anno aveva avuto molto successo Where Chefs Eat, un libro che contiene informazioni su più di 3.000 ristoranti consigliati da oltre 600 famosi chef: Where to Eat Pizza ha una struttura simile.

Nonostante la pubblicazione della classifica, il libro non contiene graduatorie o voti: è stato realizzato grazie al lavoro di 121 “coordinatori d’area” che a loro volta hanno scelto da 4 a 40 esperti di pizza tra critici, appassionati, blogger e pizzaioli. La squadra di esperti aveva il compito di indicare ai coordinatori tre pizzerie della zona di appartenenza e altre tre fuori zona: c’erano in tutto più di mille collaboratori. Il risultato è un grande elenco di ristoranti suddivisi per area geografica, con schede informative che a volte contengono anche brevi commenti sulla singola pizzeria firmati da chi l’ha selezionata.

La classifica delle migliori 20 pizzerie al mondo è stata ricavata tenendo conto del numero di “nomination” ricevute da ogni singola pizzeria contenuta nel libro. Come spesso succede in questi casi, i criteri di scelta e il risultato finale sono stati molto criticati. Su Dissapore Adriano Aiello ha definito «ambizione di rara demenza» quella di stilare una classifica mondiale della pizza, su Identità Golose Carlo Passera ha intervistato il vincitore Franco Pepe, e ha raccontato un aneddoto: la presentazione del libro, che si sarebbe dovuta tenere presso la Reggia di Caserta, vicino alla pizzeria di Pepe che si trova a Caiazzo, è stata annullata dopo le «continue, pressanti, persino calunniose pressioni giunte a più riprese da Napoli». Secondo il blog di Luciano Pignataro, giornalista gastronomico de Il Mattino di Napoli, sarebbe successo per via delle tensioni tra Pepe e i pizzaioli di Napoli, che si sarebbero rifiutati di riconoscergli la vittoria.

Le discussioni di questo tipo capitano abbastanza spesso in ambito gastronomico, in particolare quando vengono diffuse classifiche che selezionano “il meglio di”. In questo caso, poi, bisogna tenere conto che negli ultimi anni alcuni pizzaioli e panificatori hanno fatto ricerca su farine e lievitazioni per ottenere impasti diversi da quelli classici e hanno sperimentato ricette che si discostano dalla “grande tradizione napoletana”: è successo ad esempio con la diffusione della “pizza gourmet” (quella con condimenti insoliti e di qualità molto elevata, servita a spicchi al centro del tavolo, con prezzi mediamente più alti).
La classifica di Young in qualche modo rispecchia questo stato delle cose, specialmente per quanto riguarda i primi quattro posti. Qui l’elenco completo:

1. Pepe in Grani
Vicolo San Giovanni Battista, Caiazzo
Caserta

2. Pizzarium
Via della Meloria, 43 Cipro-Ottaviano
Roma

3. 50 Kalò
Piazza Sannazaro 201B Mergellina
Napoli

4. I Tigli
Via Camporosolo 11 San Bonifacio
Verona

5. Pizzeria Bianco
623 E. Adams St.
Phoenix

6. Pizzeria La Notizia
Via Michelangelo da Caravaggio, 53 Mergellina
Napoli

7. Pizzeria Mozza
641 North Highland Avenue West Hollywood
Los Angeles

8. L’Antica Pizzeria da Michele
Via Cesare Sersale 1-3 Forcella
Napoli

9. Pizzeria Fratelli Salvo
Largo Arso, 10-16
San Giorgio a Cremano
Napoli

10. Roberta’s
261 Moore Street
Brooklyn, New York

11. Pizzeria Gino Sorbillo
Via dei Tribunali 32
Napoli

12. Saporè
Via Ponte 55A
San Martino Buon Albergo
Verona

13. La Gatta Mangiona
Via Federico Ozanam 30-32 Monteverde Vecchio
Roma

14. Bæst
Guldbergsgade 29
Copenhagen

15. Bráz
Rue Graúna 125 Moema
San Paolo

16. Una Pizza Napoletana
210 11th Street
SoMa
San Francisco

17. Paulie Gee’s
60 Greenpoint Avenue
Brooklyn, New York

18. Pizzeria Lola
5557 South Xerxes Avenue
Minneapolis

19. Frank Pepe Pizzeria Napoletana
157 Wooster Street
New Haven

20. Spacca Napoli Pizzeria
1769 West Sunnyside Avenue Uptown
Chicago