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  • Sabato 16 aprile 2016

Il Parlamento ha votato l’impeachment di Dilma Rousseff

E ci sono state manifestazioni e festeggiamenti in tutto il Brasile: ora voterà il Senato per rendere effettivo l'allontanamento della presidente

Le proteste dei deputati che sostengono Rousseff sui banchi della presidenza del Parlamento (Igo Estrela/Getty Images)
Le proteste dei deputati che sostengono Rousseff sui banchi della presidenza del Parlamento (Igo Estrela/Getty Images)

Aggiornamento di lunedì 18 aprile: Domenica 17 aprile la Camera bassa del Parlamento brasiliano ha votato a favore dell’impeachment per la presidente Dilma Rousseff. 367 deputati su 513 hanno votato a favore dell’impeachment, superando la soglia dei due terzi richiesta affinché il voto fosse valido. Ora sull’impeachment dovrà votare il Senato, prima con un voto preliminare a maggioranza semplice, che potrebbe portare a una sospensione temporanea della presidente, poi con un voto definitivo con maggioranza ai due terzi, che potrebbe decretare il decadimento di Rousseff dalla sua carica. Il primo voto dovrebbe arrivare entro poche settimane, ma non c’è ancora una data certa.

La seduta del Parlamento di ieri è stata guardata in diretta da decine milioni di persone in tutto il Brasile, dopo che la questione dell’impeachment aveva per settimane acquistato popolarità e sostegno. Il voto è stato particolarmente agitato e al raggiungimento del 342esimo voto favorevole all’impeachment, quello del superamento della maggioranza richiesta, i deputati di opposizione hanno cominciato a cantare, coprendo con le loro voci i parlamentari di maggioranza, che invece urlavano al colpo di stato. Quando mancavano ancora 80 voti da essere contati, Jose Guimarães, capo del Partito dei lavoratori, quello di Rousseff, alla Camera, ha ammesso la sconfitta dicendo che “ora la lotta si sposta nei tribunali, nelle strade e al Senato”.

Il Guardian ha raccontato con dettaglio la lunga sessione di voto, fatta per chiamata e voto pubblico, spiegando anche come abbia messo anche in luce alcuni degli aspetti più grotteschi e cupi della democrazia brasiliana. Jair Bolsonaro, parlamentare di estrema destra, ha dedicato per esempio il suo voto a Carlos Brilhante Ustra il capo dell’unità dell’esercito che si occupava delle torture agli avversari politici durante la dittatura (Rousseff era stata una dei torturati), mentre suo figlio Eduardo Bolsonaro ha ricordato il colpo di stato del 1964. E poi:

I deputati sono stati chiamati uno a uno dal presidente del parlamento e iniziatore del processo di impeachment, Eduardo Cunha – un conservatore evangelico lui stesso accusato di corruzione – e uno a uno hanno condannato il presidente. Ha votato sì Paulo Maluf, che è sulla lista dei ricercati dell’Interpol. Ha votato sì Nilton Capixiba, accusato di riciclaggio di denaro. «Per l’amor di Dio, sì!», ha dichiarato Silas Camara, che è sotto investigazione per appropriazione di fondi pubblici. E hanno votato sì la vasta maggioranza di più di 150 deputati che sono implicati in crimini di diverso tipo e protetti dal loro status di parlamentari.

Durante la giornata di ieri, e accompagnando tutta la sessione di voto fino a tarda sera, ci sono state in tutto il Brasile e a Brasilia opposte manifestazioni in favore e contro Dilma Rousseff. Davanti alla sede del Parlamento i due gruppi erano divisi da una barriera e applaudivano o fischiavano dopo ogni voto pro o contro l’impeachment. Al termine della votazione ci sono stati festeggiamenti e balli tra gli oppositori di Rousseff, la cui popolarità in Brasile è al momento molto bassa e il cui impeachment è sostenuto, secondo i sondaggi, da circa il 60 per cento della popolazione.

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Domani la Camera bassa del Parlamento brasiliano voterà l’impeachment – cioè la sospensione dall’incarico e la messa in stato di accusa – della presidente Dilma Rousseff, accusata di aver manipolato i dati sulla situazione economica del Brasile. Se il voto dovesse ottenere il “sì” di due terzi dei parlamentari l’impeachment passerà al Senato dove basterà una maggioranza semplice per rendere effettiva la sospensione, che potrà durare fino a 180 giorni. Nel corso dell’eventuale sospensione, il Senato condurrà un “processo” alla presidente al termine del quale ci dovrà essere un nuovo voto. Se a quel punto una maggioranza di due terzi si dovesse esprimere a favore della colpevolezza, Rousseff decadrà dalla sua carica (qui avevamo spiegato nel dettaglio tutta la procedura).

Rousseff era stata giudicata colpevole di aver truccato i bilanci dello stato da una commissione lo scorso ottobre. Negli ultimi mesi il suo governo è stato ulteriormente indebolito da una situazione economica in continuo peggioramento e da diversi scandali legati alla corruzione. Il più grave è lo scandalo Petrobras, dal nome della compagnia petrolifera pubblica coinvolta da ormai due anni in una vasta indagine per corruzione. Nel corso dell’inchiesta sono stati indagati vari ex alti dirigenti di Petrobras (alcuni dei quali già condannati), altre società che si occupano in particolare di costruzioni e di lavori pubblici e numerosi politici che appartengono soprattutto al Partito dei Lavoratori (PT), quello della presidente Rousseff.

Tra i politici coinvolti nello scandalo il più importante è l’ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, considerato il mentore politico della stessa Rousseff. Lula da Silva era stato fermato dalla polizia brasiliana lo scorso 4 marzo. Rousseff ha cercato di proteggere Lula da Silva, nominandolo in una posizione di governo, ma il decreto di nomina è stato bloccato da un giudice. Rousseff ha respinto tutte le accuse che sono state rivolte a lei e a Lula da Silva. In un articolo pubblicato ieri su un importante quotidiano brasiliano, Rousseff ha accusato i sostenitori dell’impeachment di aver messo in atto un colpo di stato.

Rousseff ha anche accusato i politici dell’opposizione di usare l’impeachment per distogliere l’attenzione dei media dalle accuse che li riguardano. Numerosi sostenitori delle accuse alla presidente, infatti, sono indagati per lo scandalo Petrobras o per altre inchieste. Secondo i media locali, i sostenitori dell’impeachment potrebbero raggiungere la maggioranza di due terzi necessari al primo voto nella Camera bassa, ma il risultato del voto è ancora molto incerto. Rousseff ha annullato un incontro pubblico che avrebbe dovuto tenere ieri per concentrarsi nella ricerca dei voti necessari a respingere le accuse. Sabato sera, davanti al parlamento di Brasilia, ci sono state manifestazioni a favore dell’opposizione e del governo. La polizia ha eretto una serie di transenne per tenere i due gruppi separati. Oggi, nel giorno del voto, ci saranno nuove manifestazioni,