Guida alla quotazione di Ferrari in borsa

È iniziata l'offerta pubblica iniziale (IPO) con la quale la Ferrari si quoterà nella borsa statunitense: come funziona e quali sono le previsioni

John Elkann, Piero Ferrari e Sergio Marchionne dopo l'inizio delle contrattazioni (AP Photo/Richard Drew)
John Elkann, Piero Ferrari e Sergio Marchionne dopo l'inizio delle contrattazioni (AP Photo/Richard Drew)

Martedì sera è iniziata la quotazione in borsa – cioè l’offerta pubblica iniziale (IPO) – di Ferrari, la nota azienda produttrice di automobili. Il prezzo di collocamento delle azioni, cioè il prezzo con il quale il titolo è stato venduto sul mercato primario, è stato fissato a 52 dollari. Dal collocamento sono stati ricavati 893 milioni di dollari. Da oggi invece sono cominciate le contrattazioni sul mercato secondario, al New York Stock Exchange (NYSE), la borsa statunitense più comunemente nota come Wall Street. Il primo giorno di contrattazioni sta andando molto bene: Ferrari, che è scambiata con il nome di RACE, è arrivata a guadagnare anche il 17 per cento.

La Ferrari è una delle case automobilistiche più note al mondo e fu fondata nel 1947 a Maranello, in provincia di Modena, da Enzo Ferrari. Produce macchine sportive di lusso e il suo marchio è stato riconosciuto negli ultimi anni come uno dei più popolari al mondo. La sezione sportiva della società – quella del Gran Premio, in sostanza – è una delle più note e vincenti: la Scuderia Ferrari partecipa al mondiale di Formula Uno dal 1950 e detiene il record di campionati vinti. Oggi Ferrari è presente in 60 mercati nel mondo, impiega circa 2.500 dipendenti e fattura ogni anno più di due miliardi di euro.

Cos’è l’IPO e cosa cambia per la Ferrari?
L’IPO è il procedimento attraverso il quale una società privata si quota in borsa, cioè vende al pubblico parte delle proprie azioni per ottenerne dei capitali. Ferrari è di proprietà del gruppo automobilistico Fiat Chrysler Automobiles (FCA), che inizialmente piazzerà nel mercato il 10 per cento delle proprie azioni: l’80 per cento sarà distribuito agli investitori nei prossimi anni mentre un altro 10 percento è di proprietà di Piero Ferrari, figlio di Enzo, che ha già detto di non aver intenzione di vendere le sue quote.

Questo non vuol dire che la Ferrari verrà venduta: al termine dell’intera operazione il 90 per cento di Ferrari non sarà più di proprietà FCA ma direttamente dei suoi soci, tra i quali Exor S.p.A., la società holding con cui la famiglia Agnelli controlla il 30 per cento di FCA. La quotazione in borsa di Ferrari sarà fatta in modo che la somma delle azioni di Exor e di quelle di Piero Ferrari risulti nel 51 per cento dei diritti di voto in assemblea, frazione che darebbe loro la maggioranza assoluta in qualsiasi decisione presa dalla società. Questo espediente, fatto per evitare che un investitore “esterno” possa comprare la maggioranza delle azioni e controllare la Ferrari, è possibile assegnando un numero maggiore di voti alle azioni di alcuni soci secondo criteri prestabiliti, come il possesso continuato di azioni per un periodo lungo, che favorirebbe proprio i soci storici come la famiglia Agnelli e Piero Ferrari.

I numeri dell’IPO
Nei prossimi giorni saranno venduti in totale 17,175 milioni di titoli ad un prezzo unitario di 52 dollari (cioè il prezzo di ogni singola azione). Sempre secondo gli analisti di mercato, FCA riceverà dall’IPO più di 800 milioni di dollari, che potranno aumentare fino al miliardo se le domande saranno così alte da superare l’offerta e spingere la società ad aumentare il numero di azioni in vendita.

Secondo le previsioni della Ferrari, il successo dell’IPO permetterebbe alla società di ridurre il proprio indebitamento e di produrre circa 9 mila veicoli a partire dal 2019: la produzione per il 2015 è stimata in 7,7 mila veicoli. Le risorse ottenute dall’IPO permetterebbero inoltre di sostenere una parte del piano di sviluppo da più di 50 miliardi annunciato da FCA.

Quali sono le previsioni?
In questi giorni la Ferrari ha organizzato un roadshow in diverse città degli Stati Uniti e a Londra: una serie di eventi tematici per promuovere l’IPO e invitare i potenziali acquirenti a parteciparvi. Sergio Marchionne, presidente della Ferrari e amministratore delegato del gruppo FCA, ha espresso in questi giorni una certa fiducia per l’andamento dell’IPO, confermata anche dalle ultime notizie che prevedono un domanda superiore all’offerta: la società ha voluto cautelarsi collocando nel mercato un numero non eccessivo di titoli, in grado di essere venduti tutti mantenendo in questo modo un prezzo unitario alto.

Gli analisti hanno discusso parecchio in queste settimane sul valore della Ferrari, e hanno calcolato un valore compreso fra i cinque e i sette miliardi di dollari. Se, come previsto dalla casa automobilistica, il valore dovesse raggiungere veramente i dieci miliardi, sarebbe un grosso successo sia per la Ferrari che per il gruppo FCA. La Ferrari dovrebbe essere quotata in futuro anche in un mercato azionario europeo: non si sa ancora quale e in ogni caso – per quel che se ne sa – non accadrà prima di un anno.