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  • Martedì 13 ottobre 2015

I nuovi guai di Auditel

A causa di un problema tecnico è stata svelata l'identità di buona parte del campione statistico usato per rilevare gli ascolti televisivi, che ora potrebbero non essere più accurati

(ANSA/CLAUDIO ONORATI)
(ANSA/CLAUDIO ONORATI)

Aggiornamento del 14/10: Auditel ha deciso di sospendere per due settimane la diffusione sull’ascolto televisivo dopo che, a causa di un errore, era stata svelata l’identità di parte del campione usato per le rilevazioni statistiche. Il Consiglio di amministrazione della società ha anche spiegato che nei prossimi mesi provvederà a sostituire tutto il campione, che sarà anche allargato in modo da permettere rilevazioni più affidabili.

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Da alcuni giorni Auditel, la società che si occupa di raccogliere i dati sull’ascolto televisivo in Italia, deve fare i conti con un serio problema che riguarda il suo campione statistico, tenuto da sempre segreto per evitare che le informazioni sugli ascolti possano essere in qualche modo inquinate. A causa di un disguido tecnico non meglio precisato – anche se si parla di un errore nell’invio di una email – è stata rivelata l’identità di 4mila famiglie sulle 5.700 che formano il campione Auditel. Il tema sarà affrontato mercoledì 14 ottobre nel corso di un consiglio di amministrazione della società, che potrebbe decidere di sospendere le rilevazioni in attesa della formazione di un nuovo campione.

La notizia sulla diffusione dei dati del campione Auditel era stata diffusa lo scorso 9 ottobre da Massimo Sideri sul Corriere della Sera, con un articolo in cui si parlava di una responsabilità da parte di Nielsen, l’azienda di rilevazione statistica che materialmente si occupa della raccolta e gestione dei dati sugli ascolti. Dalla società sarebbe partita una comunicazione via posta elettronica in cui erano visibili i nomi degli altri destinatari, svelando quindi l’identità di chi partecipa alle rilevazioni segnalando che cosa sta guardando in televisione.

Il campione usato da Auditel rappresenta circa 24 milioni di case con un consumo medio di televisione pari a 4 ore al giorno per individuo. Questo significa che una cinquantina di famiglie Auditel rappresenta circa l’1 per cento dell’intera popolazione. Se sono noti i loro nominativi l’affidabilità dei dati può risentirne, perché le famiglie potrebbero essere influenzate o incentivate a guardare un programma al posto di un altro. I dati Auditel servono principalmente ai pubblicitari per avere informazioni sui programmi più seguiti, sulle tipologie di pubblico e calibrare di conseguenza i loro annunci pubblicitari, con i quali si finanziano Mediaset e in parte RAI, i due principali azionisti insieme alla UPA, l’associazione degli investitori pubblicitari.

Sideri si è anche messo in contatto con una famiglia entrata a far parte dell’Auditel da qualche mese per capire come funziona. Per rilevare l’ascolto si collega un dispositivo (meter) al televisore e al decoder di Sky, ma non è chiaro come sia rilevato l’ascolto della famiglia, visto che i partecipanti dicono di non avere mai ricevuto altri dispositivi per indicare quante persone sono effettivamente davanti al televisore (in passato si era parlato di un telecomando che dovrebbe servire a questo scopo). Chi accetta di entrare a fare parte del campione Auditel riceve un rimborso di 40 euro l’anno, ma deve dare la disponibilità per permettere l’installazione del meter in orari di ufficio, cosa che potrebbe complicare l’inserimento nel campione di persone giovani che lavorano, considerato che in quelle ore si trovano in ufficio. La famiglia intervistata da Sideri ha detto inoltre di essere stata contattata già alcuni anni fa per fare parte del campione, cosa che fa sorgere qualche dubbio sull’accuratezza con cui vengono selezionate le famiglie per essere rappresentative della società italiana.

Nel consiglio di amministrazione di domani i responsabili di Auditel dovranno decidere cosa fare in seguito alla diffusione dei dati su migliaia di famiglie del suo campione. L’ipotesi di sospendere le rilevazioni non è esclusa, ma è probabile che si deciderà di proseguire con l’attuale campione, in attesa che ne sia formato uno nuovo che sarà più ampio. Il piano prevede che nei primi mesi del 2016 sia affiancato all’attuale campione un nuovo panel costituito da 5mila famiglie che entro l’estate diventeranno 10mila. Il nuovo campione non avrà a disposizione il telecomando per indicare quali membri della famiglia sono davanti al televisore: gli ascolti individuali saranno ricostruiti in modo statistico, mettendo insieme i dati del vecchio campione con quello nuovo. In questo modo Auditel confida di rendere più precise le rilevazioni, soprattutto per quanto riguarda i canali televisivi più piccoli, nati in seguito all’introduzione del digitale terrestre.

La corrispondenza alla realtà dei dati messi insieme da Auditel è messa in dubbio da anni, con interventi da parte di alcune associazioni di consumatori e cause presso i tribunali amministrativi. Secondo alcune ricerche indipendenti, i dati sono quasi del tutto inaffidabili e sbilanciati a favore di RAI e Mediaset, le due principali emittenti in chiaro in Italia. Nel 2000 fece discutere una rilevazione Auditel su RaiUno in cui per circa 15 minuti in prima serata andò in onda il segnale orario a causa di un disguido tecnico. Secondo i dati, ci furono almeno tre milioni di persone a guardare l’orologio della RAI sullo schermo: Auditel in seguito spiegò che il dato era medio e quindi plausibile, considerato che in quell’intervallo di tempo molti spettatori avevano cambiato canale mentre ne erano arrivati di nuovi.

Nel 2011 l’Antitrust ha sanzionato Auditel con una multa da 1,8 milioni di euro per abuso di posizione dominante e pratiche contrarie alla concorrenza in seguito a un reclamo presentato da Sky Italia, per il ritardo con cui erano stati comunicati i dati sugli ascolti dei suoi canali. Sky ha annunciato di volere rinunciare al sistema di rilevazione Auditel, mantenendo una propria soluzione interna che raccoglie informazioni sui programmi che stanno vedendo i suoi clienti attraverso il decoder.