Cose che non vedrete, per censure

Un film su Aretha Franklin ovunque siate, un concerto dei Bon Jovi se siete in Cina, un libro per ragazzi se siete in Nuova Zelanda: sono giorni di limitazioni sulla cultura pop in tutto il mondo

Aretha Franklin in "Amazing Grace"
Aretha Franklin in "Amazing Grace"

Aggiornamento del 15 ottobre: il governo neozelandese ha annunciato di aver revocato definitivamente la censura sul libro Into the river di Ted Dawe.

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Negli ultimi giorni in tre diverse nazioni è stato deciso che due concerti non potranno avere luogo, che un libro non potrà essere venduto (e nemmeno prestato) e che un film non potrà essere mostrato. I concerti sono quelli della band dei Bon Jovi: si sarebbero dovuti tenere a Shanghai e Pechino ma il governo cinese li ha cancellati. Non ha dato spiegazioni ma si ipotizza che l’abbia fatto per motivi politici, legati al sostegno che i Bon Jovi hanno mostrato in passato nei confronti del Dalai Lama. Il libro vietato è Into the River, un romanzo del neozelandese Ted Dawe: è stato vietato in Nuova Zelanda per via dei contenuti ritenuti osceni. Il film è Amazing Grace, l’ha girato nel 1972 il regista Sydney Pollack – morto nel 2008 – ed è un documentario sulla cantante statunitense Aretha Franklin, che ne ha vietato la proiezione per questioni legali.

I Bon Jovi sono un popolare gruppo statunitense attivo dagli anni Ottanta e i due concerti di Shanghai e Pechino sarebbero dovuti essere i primi in Cina nella loro storia. BBC scrive che non c’è nessuna certezza sul perché i concerti siano stati cancellati. Ci sono però dei precedenti che non sembrano lasciare molti dubbi: pochi mesi fa sono stati cancellati dei concerti dei Maroon 5 perché un membro della band aveva fatto gli auguri di compleanno su Twitter al Dalai Lama e in passato anche Bjork, gli Oasis e i Linkin Park hanno avuto problemi con la Cina, sempre a causa del loro appoggio al Dalai Lama, che dal 1959 vive in esilio, fuori dalla Cina. Le questioni che riguardano il Dalai Lama sono particolarmente sentite in questi giorni perché cade il cinquantesimo anniversario dalla creazione della Regione Autonoma del Tibet, nel 1965.

Into the River di Ted Dawe è un libro per ragazzi che è stato pubblicato in Nuova Zelanda nel 2013 e ha vinto il New Zealand Post Children’s Book Awards, un importante premio letterario nazionale. Into the River è stato vietato dal Film and Literature Board of Review (FLBR), un ente governativo che si occupa di controllare – ed eventualmente censurare – libri e film neozelandesi. Il New Zealand Herald spiega che il divieto che riguarda Into the River è il primo negli ultimi 22 anni, da quando cioè il governo neozelandese ha approvato la sua più recente legge sulla classificazione (e quindi l’eventuale censura) di film e libri. Il FLBR ha preso la sua decisione in seguito a una richiesta da parte di Family First, un’associazione conservatrice che ha criticato i contenuti sessualmente espliciti del libro, l’uso di droghe da parte dei suoi personaggi e l’uso di terminologia inappropriata in riferimento ai genitali femminili. Il divieto è in vigore fino a ottobre, quando sarà presa una nuova decisione a riguardo. Nel frattempo librerie, scuole e biblioteche devono ritirare ogni copia e chi ne possiede una non può né prestarla né mostrarla ad altre persone. La multa prevista per chi dovesse farlo è di circa duemila euro.

La questione che riguarda il film Amazing Grace ha a che fare con una causa legale che vede contrapposti i produttori del film e Aretha Franklin. I produttori volevano che Amazing Grace partecipasse al Festival internazionale del film di Toronto, che inizia il 10 settembre in Canada. Gli avvocati di Aretha Franklin sostengono invece che la cantante abbia a suo tempo concesso al regista Sydney Pollack di registrare un suo concerto del 1972 (contenuto nel documentario) a patto che non lo si usasse per fini commerciali senza una eventuale approvazione di Franklin. Negli ultimi mesi gli avvocati di Franklin erano già riusciti a bloccare altre proiezioni del film e alcuni giorni fa Franklin aveva spiegato che la questione riguardava i diritti d’immagine: Franklin ritiene di poter decidere se un film che riprende lei e un suo concerto può essere trasmesso. Un portavoce del Festival di Toronto ha detto: «Ci dispiace molto che gli spettatori di Toronto non possano vedere una straordinaria opera artistica. Le immagini sono un tesoro cinematografico sulla musica del 20esimo secolo e speriamo che il pubblico di tutto il mondo possa vedere questo film dopo che troveremo una soluzione».