Come trovare un sosia sui social network

Tre ragazzi irlandesi hanno avviato un progetto che sta avendo molto successo: l'obiettivo è individuare un sosia nel giro di 28 giorni, comodamente dalla propria casa

di Jessica Contrera – Washington Post

Secondo l’Ufficio del Censimento degli Stati Uniti in questo momento abitano sulla Terra circa 7.238.369.612 persone: la possibilità che dei perfetti sconosciuti si somiglino tra loro, senza che siano parenti, esiste. In pratica oggi è possibile avere un sosia, ovvero una persona che ci somiglia incredibilmente, ed è possibile che il nostro sosia sia dotato di un profilo su un social network.

Prima dell’arrivo di Internet, per trovare il proprio sosia sarebbe stato necessario passare anni per strada a fissare gli sconosciuti. Ora esiste un archivio online di miliardi di foto di persone, cosa che offre molte più possibilità di paragonare il proprio viso a quello degli altri. Senza uscire dai loro appartamenti in Irlanda, Niamh Geaney, Terence Mazanga e Harry English hanno avviato il progetto “Twin Strangers”, una specie di sfida a trovare il proprio sosia nel giro di 28 giorni: hanno messo in piedi un sito e un account su Facebook, Twitter, Instagram e YouTube, tutti con lo stesso scopo: conoscete qualcuno che ci somiglia?

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Geaney ha detto: «Il primo giorno ho passato quattro ore solamente a chiedere ai miei amici di condividere il nostro sito, dato che sapevo che almeno un terzo dei loro amici l’avrebbe visto». Due settimane dopo i tre hanno cominciato a essere raggiunti ogni giorno da circa 6mila messaggi.

Le persone non hanno solamente inviato foto dei possibili sosia dei tre ragazzi, ma anche foto loro chiedendo che venisse trovato un sosia. Heaney ha riempito i suoi album di Facebook con le foto inviate al sito, sperando di aiutare altre persone. Per Gearey la risposta si trovava solo a un’ora di distanza: un suo amico di Facebook l’ha messa in contatto con Karen Branigan, una ragazza di 29 anni con il suo stesso colore degli occhi e la sua forma del naso e – secondo la stessa Geaney – le stesse espressioni facciali. Quando si sono incontrate per posare per alcune foto – circolate in seguito molto online – non riuscivano a smettere di fissarsi. Geaney ha raccontato: «entrambe abbiamo sempre apprezzato disegnare, e cosa disegnavamo per tutto il tempo? Fate. Tutte e due abbiamo disegnato un sacco di fate, da piccole. È pazzesco». Certo, entrambe amavano le fate, come milioni di altre bambine. E ovviamente se fotografate accanto con la stessa maglietta e lo stesso sorriso le due ragazze sembrano simili: ma se solo si alzano in piedi hanno un’altezza completamente diversa.

A parte compiacersi della potenza dei social network, qual è la vera utilità di trovare un sosia? La ricerca può dare un contributo alla scienza, diciamo. Le nostre sembianze, e specialmente il nostro viso, sono determinate sia da un fattore genetico sia ambientale: secondo il biologo forense Daniele Podini, due gemelli cresciuti rispettivamente all’equatore e in Groenlandia sperimenteranno in maniera diversa dieta, attività fisica ed esposizione al sole, cosa che potrebbe influire sul loro aspetto. Questo spiega in parte la somiglianza fra Geaney e la sua sosia, che come lei è cresciuta in Irlanda. Spiega Podini: «è solo una questione di statistica. Esiste solamente un numero limitato di tratti del viso. Se un miliardo di persone fanno parte del tuo gruppo etnico, esiste la possibilità che qualcuno condivida esattamente i tuoi tratti».

La ricerca scientifica deve ancora individuare quali siano esattamente i geni che incidono sui tratti del viso, ma siamo sulla strada giusta. Uno studio ancora in corso della Pennsylvania State University, per esempio, ha creato un database di più di seimila immagini di visi in 3D. A ciascuna persona è stato associato un genotipo. Mark Shriver, che coordina lo studio, ha detto che «non esiste un numero illimitato di visi. Su un gruppo di 600 persone abbiamo individuato “sole” 44 variabili tali da potere esprimere i volti di tutte le persone del gruppo». In altre parole, è assolutamente possibile che in questo momento ci sia qualcuno che va in giro per il mondo “indossando” il vostro viso.

Codini e Shriver dicono di essere già in grado di utilizzare un campione di DNA per identificare il colore degli occhi di una persona e la sua area di provenienza. Progredendo sempre più in questo tipo di analisi, anche con l’aiuto della ricerca sui gemelli e sui sosia, un giorno potremo essere in grado di fornire un dettagliato identikit di un sospettato di un dato crimine anche solo a partire da un capello. Per il momento, tornando alle tre persone in cerca di un sosia, solo Geaney ha concluso la sua ricerca. Gli altri due hanno tempo fino al 27 aprile per trovare il loro.

©Washington Post