• Libri
  • Domenica 25 gennaio 2015

Per far leggere libri ai ragazzini, bisogna smettere di consigliare loro cosa leggere?

Alcuni studi suggeriscono che i ragazzi che possono scegliere cosa leggere – fossero anche le saghe sui vampiri o Hunger Games – diventano adulti che leggono di più

In this photo Wednesday, March 21, 2012, Enrique Aguilar, 16, follows along during an in-class reading of "Catching Fire," the second book in "The Hunger Games" series by Suzanne Collins at the Option for Youth public charter school campus in Victorville, Calif. Students has been actively engaged since teacher Martin Votruba chose to plan his lessons around the popular contemporary fiction. (AP Photo/The Victor Valley Daily Press, David Pardo)
In this photo Wednesday, March 21, 2012, Enrique Aguilar, 16, follows along during an in-class reading of "Catching Fire," the second book in "The Hunger Games" series by Suzanne Collins at the Option for Youth public charter school campus in Victorville, Calif. Students has been actively engaged since teacher Martin Votruba chose to plan his lessons around the popular contemporary fiction. (AP Photo/The Victor Valley Daily Press, David Pardo)

Il mese scorso Sandra Stotsky ha voluto fare una sorpresa ai suoi nipoti per la festa ebraica dello Hannukah e li ha portati alla New England Mobile Book Fair, una grandissima libreria di Newton, in Massachusetts, piena di libri usati, libri vecchi, libri stranieri, libri a poco prezzo. I ragazzi gironzolavano senza una meta: il negozio, che si trova in periferia di Boston, offre una superficie di 3000 metri quadrati piena di libri, ma i ragazzi non avevano un autore preferito, niente che desiderassero leggere in particolare. Stostky, che si descrive come una “nonna ebrea professionista”, aveva un sacco di suggerimenti. Dopo tutto è la responsabile degli standard educativi per le scuole pubbliche del Massachusetts, che sono state apprezzate come le migliori degli Stati Uniti fino al 2010, quando sono state uniformate con quelle nazionali.

Stotsky è rimasta sconvolta quando una delle sue nipoti alla fine ha scelto La ragazza di fuoco, il secondo libro della trilogia di Hunger Games. Il libro, ha detto Stotsky, era troppo facile: e in ogni caso non credeva potesse trasmettere i valori con i quali lei voleva crescere i propri nipoti. «Nonna non vi regalerà questo per Hanukkah», Stotsky ricorda di avere detto ai suoi nipoti. L’esperienza di Stotsky è esemplificativa di un esteso dibattito tra gli esperti sulla lettura nell’infanzia: se gli studenti debbano essere lasciati liberi di leggere quello che gli piace o se debbano essere spinti a leggere libri specifici, in particolare quelli difficili e formativi, che li rendano lettori migliori.

L’ultimo contributo arriva da un sondaggio pubblicato la scorsa settimana da Scholastic Corp., una casa editrice di popolari libri per bambini, il quale suggerisce che gli studenti delle scuole medie e superiori che hanno tempo per leggere libri scelti autonomamente, durante la giornata scolastica hanno più probabilità di leggere di più per piacere personale. «Per noi la scelta è fondamentale» dice Kyle Good, una portavoce di Scholastic: «quando lasci scegliere ai ragazzi i libri che vogliono leggere, diventeranno lettori voraci». Nel sondaggio il 78 per cento degli studenti che leggono spesso per divertimento (almeno cinque giorni a settimana) ha detto che durante la propria giornata scolastica ha a disposizione del tempo per leggere un libro a propria scelta. Al contrario, il 24 per cento di quelli che non leggono spesso – chi legge per piacere personale meno di un giorno a settimana – ha detto di non avere questa possibilità.

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Come potete vedere in questo grafico, la probabilità che uno studente dica che ha del tempo per leggere un libro a scelta a scuola è tre volte più alta tra quelli che leggono molto, rispetto a quelli che invece leggono poco. Questo fa pensare che, per quanto riguarda gli adolescenti, c’è una consistente relazione tra leggere molto e poter scegliere le proprie letture. Potete invece verificare quanto sia più debole la relazione tra il leggere spesso e avere dei genitori che aiutano i propri figli a trovarsi i libri. Più in generale, una spiegazione può essere che il solo tempo che gli studenti più grandi hanno per leggere qualcosa per piacere personale sia il tempo appositamente dedicato durante l’orario scolastico. Complessivamente, solo il 26 per cento dei ragazzi tra i 12 e i 14 anni, e solo il 14 per cento di quelli tra i 15 e i 17 anni, ha detto di leggere per se stessi almeno cinque giorni a settimana. Ma potrebbe anche essere che quando i bambini sono incoraggiati a scegliere dei libri e a dedicare del tempo a leggerli, si ricordano che leggere è qualcosa che gli piace: e di conseguenza leggono di più fuori dalle attività scolastiche.

Per decenni i ricercatori hanno sostenuto che una sorta di “divertimento regolato” con i libri possa aiutare i ragazzi ad apprezzarli, e che quelli che amano leggere tendono a diventare lettori migliori. Questo studio ha portato molti insegnanti a difendere la scelta di dedicare parte dell’orario scolastico alla lettura di piacere. Un altro recente studio spiega che i sentimenti dei bambini di 8-9 anni nei confronti della lettura consentono di fare una previsione sui risultati che conseguiranno nei test di lettura intorno ai 12-13 anni, indipendentemente da come leggevano quando erano più piccoli. La ricerca di Scholastic – come alcune altre – spiega che oggi i ragazzi leggono meno per divertimento. Il 31 per cento dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni dice di leggere per piacere personale almeno cinque giorni a settimana: nel 2010 questa percentuale era del 37 per cento. Questa diminuzione si verifica specialmente nei maschi e nei ragazzi più grandi, che leggono in generale di meno.

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Stotsky invece non crede che permettere ai bambini di leggere ciò che vogliono sia il modo giusto per incoraggiarli alla lettura. «Abbiamo bisogno di ragazzi che leggano molto di più, e roba molto più impegnativa di quello che leggono per conto proprio», dice. Fa notare che dedicare del tempo alla lettura significa togliere tempo ad attività scolastiche che possono avere effetti migliori, e che ogni minuto speso in classe è prezioso. L’ideale, secondo Stotsky, sarebbe che i bambini fossero incoraggiati a leggere libri scelti autonomamente dopo scuola e durante l’estate: se non dalle nonne, allora dagli insegnanti, che dovrebbero fornire una lista di autori consigliati. Pam Allyn, un’esperta di alfabetizzazione e autrice di diversi libri sulla lettura per educatori e genitori, invece pensa che i ragazzi apprezzino la lettura quando possono scegliere. «Diventi un lettore per tutta la vita quando puoi fare scelte sui libri che leggi, e quando ami i libri che leggi» dice: «puoi migliorare in qualcosa se fare quel qualcosa ti piace moltissimo». Allyn sostiene anche che quando i bambini scelgono i libri, è più probabile che ci dedichino energie, anche se sono difficili: e che gli educatori dovrebbero avere fiducia nel fatto che i propri studenti riescano a trovarsi delle buone cose da leggere. «I bambini il più delle volte prendono decisioni molto ragionevoli», dice Allyn.