227mila link rimossi da Google per il “diritto all’oblio”

Soprattutto cose sui social network, da Facebook a Google+ e Badoo, ma anche articoli e video: cosa dicono i primi dati sulle richieste arrivate a Google dopo la sentenza della Corte UE

Da quando ha iniziato ad applicare le nuove regole sul cosiddetto “diritto all’oblio” in Europa, Google ha rimosso 227.300 link dalle sue pagine dei risultati, accogliendo il 40 per cento delle richieste in tal senso ricevute dalle persone interessate. Le prime rimozioni sono state effettuate a partire dalla fine dello scorso maggio, rispettando la decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha stabilito che i cittadini europei hanno il diritto di chiedere ai motori di ricerca di eliminare dalle loro pagine dei risultati i link verso contenuti che li riguardano, nel caso in cui li ritengano “inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati”. La decisione fece molto discutere, perché secondo la Corte i link devono essere rimossi dalle pagine dei risultati, ma i contenuti cui rinviano possono comunque continuare a esistere normalmente online. In pratica il concetto è di rendere quei contenuti molto più difficili da trovare, senza eliminarli.

In seguito alla sentenza della Corte, Google ha messo online un modulo che può essere utilizzato da chi vuole richiedere la rimozione di uno o più link dalle pagine dei risultati. Ogni richiesta viene analizzata dal motore di ricerca, che usa le linee guida fornite dall’Unione Europea per decidere se accogliere o meno la domanda. Nel caso in cui la richiesta sia respinta, chi l’ha proposta può naturalmente fare causa per provare a fare valere le proprie ragioni in tribunale.

In occasione della periodica pubblicazione del suo “Rapporto sulla trasparenza”, Google ha aggiunto una nuova sezione nel quale sono elencate alcune informazioni sulle “richieste di rimozione di risultati di ricerca ai sensi delle leggi europee sulla privacy”. Nel rapporto si legge che tra i 227.300 link rimossi dalle pagine dei risultati, 10.591 sono stati eliminati nella versione italiana di Google. In termini percentuali, in Italia circa il 25 per cento delle richieste è stato accolto. In Francia e Germania la percentuale è stata molto più alta e intorno al 50 per cento. In Spagna, paese da cui è derivata la sentenza della Corte in seguito a una causa intentata contro Google, le rimozioni di link effettuate sono state il 34 per cento del totale.

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Google ha pubblicato una lista dei siti interessati dalla maggior rimozione di link in Europa:

• Facebook – 4814 link rimossi;
• Profile Engine – 4542 link rimossi;
• Google Gruppi – 3334 link rimossi;
• Badoo – 3047 link rimossi;
• YouTube – 2946 link rimossi;
• Wherevent – 2009 link rimossi;
• Yasni.de – 1995 link rimossi;
• Google+ – 1737 link rimossi;
• Yasni.fr – 1668 link rimossi.

Per rendere più comprensibile il complicato tema del “diritto all’oblio” e il modo in cui valuta le singole richieste, Google ha pubblicato alcuni esempi delle domande fino a ora ricevute.

Italia

• Una donna ci ha chiesto di rimuovere un articolo vecchio di decenni sull’omicidio di suo marito, che comprendeva il suo nome. Abbiamo rimosso il contenuto dalla nostra pagina dei risultati del suo nome.

• Abbiamo ricevuto da una persona diverse richieste di rimozione di 20 link ad articoli recenti sul suo arresto per reati finanziari commessi in ambito professionale. Non abbiamo rimosso le pagine dai risultati di ricerca.

• Abbiamo ricevuto una richiesta dalla vittima di un crimine avvenuto decenni fa per la rimozione di 3 link che ne parlavano. Abbiamo rimosso quei contenuti dalle nostre pagine dei risultati del suo nome.

• Una persona ci ha chiesto di rimuovere un link a una pagina che ha recuperato un’immagine autopubblicata e l’ha ripubblicata. La pagina è stata rimossa dai risultati di ricerca relativi al suo nome.

• Una persona ci ha chiesto di rimuovere un link a una copia di un documento ufficiale pubblicato da un ente statale in cui venivano segnalati gli atti di frode commessi dalla persona. Non abbiamo rimosso la pagina dai risultati di ricerca.

Germania

• Una donna che aveva subito uno stupro ci ha chiesto di rimuovere un link verso un articolo di giornale che parlava di quel crimine. Abbiamo rimosso il contenuto dalla nostra pagina dei risultati per quello specifico nome.

Regno Unito

• Abbiamo ricevuto da un ex sacerdote una richiesta di rimozione di due link ad articoli relativi a un’indagine per accuse di abusi sessuali commessi in ambito professionale. Non abbiamo rimosso le pagine dai risultati di ricerca.

• Un professionista dei media ci ha chiesto di rimuovere quattro link ad articoli relativi a contenuti imbarazzanti pubblicati da lui su Internet. Non abbiamo rimosso le pagine dai risultati di ricerca.

• Una persona ci ha chiesto di rimuovere link ad articoli su Internet in cui viene citato il suo licenziamento per reati sessuali commessi sul posto di lavoro. Non abbiamo rimosso le pagine dai risultati di ricerca.

• Un medico ci ha chiesto di rimuovere più di 50 link ad articoli di giornale relativi a una procedura svolta male. Dai risultati di ricerca relativi al suo nome sono state rimosse tre pagine contenenti informazioni personali sul medico ma in cui non veniva menzionata la procedura. Gli altri link ai rapporti sull’incidente rimangono nei risultati di ricerca.

• Un funzionario pubblico ci ha chiesto di rimuovere un link a una petizione dell’organizzazione studentesca che chiedeva la sua destituzione dall’incarico. Non abbiamo rimosso la pagina dai risultati di ricerca.

Paesi Bassi

• Abbiamo ricevuto da una persona una richiesta di rimozione di più di 50 link che rimandano ad articoli e post di blog relativi alla protesta pubblica per le accuse di abuso dei servizi di assistenza sociale da parte sua. Non abbiamo rimosso le pagine dai risultati di ricerca.