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  • Lunedì 22 dicembre 2014

Essebsi è il nuovo presidente in Tunisia

Il candidato laico ha vinto con il 55,6 per cento dei voti il secondo turno delle elezioni presidenziali, in uno dei passaggi più importanti nella storia democratica del paese

Aggiornamento ore 15.50
Beji Caid Essebsi, candidato della coalizione laica, ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali in Tunisia ottenendo il 55,68 per cento dei voti al termine dello scrutinio. Moncef Marzouki, presidente uscente ad interim, ha ottenuto il 44,32 per cento dei voti.

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Secondo i primi exit-poll del secondo turno delle elezioni presidenziali in Tunisia, che si sono tenute domenica, il candidato della coalizione laica Beji Caid Essebsi avrebbe vinto con il 55,5 per cento dei voti. Il suo avversario e presidente uscente a interim Moncef Marzouki, però, si è rifiutato fin qui di riconoscere la sconfitta e ha chiesto di attendere la fine del conteggio dei voti, che dovrebbe avvenire entro la sera di oggi.

Poco dopo la chiusura dei seggi Essebsi ha comunque tenuto un breve discorso annunciando la propria vittoria, chiedendo a tutto il popolo tunisino di lavorare insieme per portare stabilità e prosperità al paese. Marzouki ha definito “non democratico” il suo discorso e la scelta stessa di dichiarare la vittoria sulla base degli exit poll. Al primo turno Essebsi aveva ottenuto il 39 per cento dei voti, mentre Marzouki il 33 per cento.

Per la Tunisia queste elezioni presidenziali sono uno dei passaggi più importanti verso la democrazia, dopo la deposizione di Zine el-Abedine Ben Ali avvenuta nel 2011 con la quale si aprì la cosiddetta “primavera araba” in diversi paesi musulmani. I tunisini hanno potuto votare il loro presidente per la prima volta in 58 anni, cioè da quando il paese dichiarò la propria indipendenza dalla Francia. I progressi della situazione politica in Tunisia – a fronte di una situazione regionale caotica e spesso violenta – hanno portato l’Economist a scegliere proprio la Tunisia come “paese dell’anno”.

Essebsi ha 88 anni ed è il leader della coalizione laica che vinse le elezioni parlamentari di ottobre. Ha molti consensi soprattutto nelle aree settentrionali e costiere della Tunisia, dove la popolazione è più ricca e ha di solito un orientamento liberale. Essebsi viene definito un leader moderato di grande esperienza, maturata anche grazie ai suoi incarichi da ambasciatore e da ministro, ma secondo i suoi detrattori è un semplice rappresentante del vecchio regime di Ben Ali e ancora prima di quello di Habib Bourguiba. Marzouki ha invece più consensi nella Tunisia meridionale, tendenzialmente più povera e conservatrice.

Poco dopo la chiusura dei seggi Essebsi ha tenuto un discorso, trasmesso da diverse televisioni, nel quale ha detto di volere “dedicare la mia vittoria ai martiri della Tunisia”. Ha poi ringraziato Marzouki, dicendo di essere disposto a lavorare in modo che “nessuno sia escluso”. A Tunisi ci sono stati festeggiamenti da parte dei sostenitori di Essebsi, con canti, balli e il lancio di qualche fuoco d’artificio.

La nuova Costituzione, approvata quest’anno, prevede poteri piuttosto limitati al presidente. Benché non abbia un ruolo solamente cerimoniale, per esercitare i propri poteri è tenuto a collaborare strettamente con il primo ministro. Avendo vinto le elezioni parlamentari di ottobre, il capo del governo sarà indicato da Nidaa Tounes (Appello della Tunisia), che però avrà bisogno di allearsi con un altro partito perché non ha voti a sufficienza in Parlamento per formare un governo. Essebsi, che è uno dei principali leader della coalizione, nelle settimane di campagna elettorale per le presidenziali ha invitato a concentrarsi sul voto rimandando a dopo l’elezione l’avvio di eventuali contatti per creare un’alleanza di governo.