• Mondo
  • Sabato 25 ottobre 2014

Il problema di chiamarsi ISIS

Negli ultimi mesi diverse società, serie animate per la tv e applicazioni per cellulari hanno dovuto cambiare il loro nome per non essere associate ai miliziani dello Stato Islamico

Da quando l’avanzata dello Stato Islamico (IS) in Siria e Iraq è diventata una delle principali notizie di tutto il 2014, alcune aziende il cui nome ricorda in qualche maniera il gruppo estremista hanno cominciato ad avere grossi problemi. L’ultimo caso ha riguardato la società belga Italo Suisse, che produce più di 5mila tonnellate di cioccolato all’anno. Alla fine del 2013 la società ha deciso di cambiare il suo nome in ISIS, senza essere a conoscenza che ISIS era l’abbreviazione di “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante”, il nome con cui si faceva chiamare il gruppo estremista prima della proclamazione del Califfato islamico (da allora il gruppo si riferisce a se stesso come Stato Islamico).

 

La società fu fondata nel 1923 con il nome Italo Suisse per i legami che aveva sviluppato inizialmente con l’Italia e la Svizzera. Dopo che fu scelto il nome ISIS – poiché fondamentalmente esistevano più dei legami con i due paesi da giustificare la scelta iniziale – la società è stata costretta a cambiare di nuovo il proprio nome e diventare semplicemente “Libeert”, come la famiglia a cui appartiene e che la dirige. Desiree Libeert, la manager del marketing della società, ha raccontato a Reuters che la scelta è stata presa perché «avevamo dei clienti internazionali che dicevano che non avrebbero più acquistato il nostro cioccolato perché il suo nome creava solo associazioni negative. Se avessimo saputo che c’era un’organizzazione terroristica con lo stesso nome, non lo avremmo mai scelto». Sul suo sito, Libeert mantiene ancora la dicitura ISIS, e fa un certo effetto per esempio leggere la sezione “ISIS in the World”.

Libeert non è stata l’unica società a trovarsi nei guai per avere scelto il nome ISIS. Nel luglio 2014 il CEO di Isis, un’applicazione per il mobile legata alle società americane AT&T, Verizon e T-Mobile, ha annunciato di aver trovato un nuovo nome per l’app: «Non abbiamo interesse a condividere il nome con un gruppo che è diventato sinonimo di violenza, e i nostri cuori sono vicini a coloro che stanno soffrendo». Un altro caso di cui si è occupata la stampa internazionale è quello di “Archer”, una serie animata statunitense creata da Adam Reed nel 2009 per il canale televisivo FX. La serie è ambientata a New York nella sede dell’Internazionale Secret Intelligence Service, cioè l’ISIS, un’agenzia di spionaggio fittizia dove lavora il protagonista Sterling Malory Archer. I creatori della serie hanno detto che Archer non lavorerà più per l’ISIS, come aveva fatto per le precedenti cinque stagioni. Il produttore esecutivo della serie, Casey Willis, ha detto che lo Stato Islamico «non esiste nel nostro universo… ma ora [i personaggi] stanno lavorando con la CIA. Questa è l’agenzia sotto cui siamo ora». Intanto sul sito della serie è stato rimosso tutto il merchandise legato alla ISIS.

Alcuni momenti del primo episodio della prima stagione di Archer

Come ha scritto Ishaan Tharoor sul blog “WorldViews” del Washington Post, ISIS è un nome che in passato è stato scelto anche da altre società, o gruppi, o divinità. Per esempio, fino al 2010 esisteva il gruppo metal americano ISIS, che negli anni Duemila pubblicò cinque dischi senza avere alcun legame con credenze religiose. ISIS è anche il nome di un centro studi di Washington che si occupa di sicurezza nucleare e che ha come obiettivo quello di fermare “la diffusione delle armi nucleari e della tecnologia associata ad altri paesi e gruppi terroristici». ISIS, poi, è anche un nome di un centro di ricerca britannico finanziato dal governo. E infine è il nome in inglese di un’antica divinità egizia il cui culto si diffuse in tutto il mondo Mediterraneo (in italiano è Iside).