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  • Venerdì 26 settembre 2014

L’ultima di Derek Jeter allo Yankee Stadium

Il capitano degli Yankees, uno degli sportivi statunitensi più amati di sempre, ha giocato la sua ultima partita in casa tra applausi e commozione

(Al Bello/Getty Images)
(Al Bello/Getty Images)

Quella giocata giovedì 25 settembre tra New York Yankees e Baltimore Orioles, allo Yankee Stadium di New York, è stata l’ultima partita ufficiale di Derek Jeter, capitano dei New York Yankees e uno dei giocatori di baseball più famosi al mondo, anche tra quelli che non seguono abitualmente questo sport. Jeter aveva annunciato a febbraio scorso che si sarebbe ritirato al termine di questa stagione. Al termine della partita – vinta dagli Yankees 6-5 proprio grazie a una sua giocata, nel nono inning – Jeter è stato abbracciato e festeggiato da tutti i suoi compagni, allenatori ed ex giocatori presenti per quest’occasione; poi ha percorso un giro di campo tra gli applausi e i cori degli spettatori (poco meno di 50 mila). A un certo punto, commosso, si è piegato sulle ginocchia fermandosi sulla posizione del campo che occupa solitamente, e ha atteso alcuni istanti prima di rialzarsi per continuare a salutare il pubblico.

Alla fine della partita, Jeter – uno che è sempre stato piuttosto contenuto e riservato con i giornalisti – ha detto ai suoi intervistatori: «non so cosa dirvi, scrivete quello che volete e poi metteteci la mia firma».

 

Jeter ha 40 anni e ha giocato con i New York Yankees per 20 anni, cioè per tutta la sua carriera: è considerato non soltanto il più famoso giocatore di baseball della sua generazione, ma anche uno degli sportivi più amati negli Stati Uniti e in particolare nella città di New York. Il New York Times riferisce che nel pomeriggio – dopo essere arrivato allo stadio, per mantenere la concentrazione per la partita e non cominciare a piangere – Jeter aveva dovuto allontanarsi dai suoi compagni e dai regali di addio che gli avevano portato. Grazie alla vittoria contro i Baltimore Orioles, le vittorie complessive di Jeter in carriera sono diventate 1.627, considerando le partite ufficiali nella Major League Baseball (MLB, il campionato di baseball americano, che è quello più famoso e importante al mondo).

In 20 anni di carriera – 2.745 partite – Jeter ha vinto cinque World Series, le finali del baseball americano. È un interbase, ossia il difensore aggiunto che prende posizione tra la seconda e la terza base, più o meno al centro del campo di gioco. Alla fine della partita contro i Baltimore Orioles, ha detto: «voglio conservare qualcosa di speciale dello Yankee Stadium, e la vista dal posto dell’interbase è quello che voglio portare con me». Poi, riguardo l’ultima parte della stagione e l’avvicinarsi del ritiro, ha aggiunto: «ti senti un po’ come se stessi assistendo al tuo funerale: ho apprezzato l’amore, ma è stato difficile». Jeter ha anche detto che a volte, ieri sera, è andato a nascondersi in bagno quando sentiva di non riuscire a trattenere la commozione.

Il ritiro di Jeter a fine stagione era noto da tempo, e nei mesi scorsi giornali e sponsor gli hanno dedicato un’attenzione ancora maggiore. Lo scorso luglio alcuni giornali avevano raccontato un episodio avvenuto durante una partita degli Yankees a Baltimora, in cui Jeter era andato a consegnare una pallina a una giovane tifosa molto emozionata (ma lei non riusciva a raggiungerlo perché due agitati adulti, tra lei e Jeter, cercavano di impossessarsene prima di lei).

Gatorade, uno degli sponsor di Jeter, aveva diffuso un video in cui Jeter percorreva a piedi la strada verso lo stadio attraverso le vie di New York, salutato dai suoi fan. Qualche mese prima, anche Nike, un altro dei principali sponsor di Jeter, gli aveva dedicato un altro spot dal titolo RE2PECT, con un “2” al posto della “s” (il due è il numero di maglia di Jeter): nel video – che ha ottenuto più di 8 milioni di visualizzazioni – Jeter viene salutato da compagni, tifosi, avversari, artisti famosi e celebrità, che sollevano leggermente dalla testa il cappello degli Yankees in segno di rispetto.