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  • Giovedì 31 luglio 2014

Il piano di Chicago per i bambini immigrati

Saranno predisposte strutture e servizi per accogliere circa mille bambini fermati al confine sud degli Stati Uniti, su richiesta del governo federale

** ADVANCE FOR WEEKEND EDITIONS, DEC. 2-3 ** A resident at the International Children's Center in Chicago is seen in his room Oct. 19, 2006. The center is a shelter that provides immigrant kids, who have entered the United State illegally, with law students who serve as child-protection advocates. (AP Photo/Charles Rex Arbogast)
** ADVANCE FOR WEEKEND EDITIONS, DEC. 2-3 ** A resident at the International Children's Center in Chicago is seen in his room Oct. 19, 2006. The center is a shelter that provides immigrant kids, who have entered the United State illegally, with law students who serve as child-protection advocates. (AP Photo/Charles Rex Arbogast)

Domenica 27 luglio il sindaco di Chicago, Rahm Emanuel, ha annunciato un piano che permetterà entro la fine dell’anno di accogliere in città circa un migliaio di bambini immigrati fermati dalla polizia americana al confine sud degli Stati Uniti. Il piano, ha spiegato Emanuel, include il finanziamento di alcune strutture relative all’istruzione, alla salute e alla sicurezza dei bambini: il costo dell’intero progetto, così come il numero delle strutture coinvolte, non si sa ancora con precisione. Stando ai dati del National Immigrant Justice Center, attualmente la città di Chicago ospita già circa 500 bambini immigrati portati lì dal governo federale.

Emanuel ha spiegato la decisione della sua amministrazione dicendo: «Abbiamo le nostre sfide qui, ma non possiamo girarci dall’altra parte di fronte a quei bambini che stanno emigrando in condizioni pericolose. Faremo la nostra parte per assicurarci che usufruiscano dei servizi e siano trattati in maniera giusta e umana». Emanuel ha citato anche un pezzo di storia della sua famiglia, per spiegare la sua particolare sensibilità verso questo tema: «Mio nonno lasciò la Moldavia, nell’Europa dell’est. I suoi parenti lo misero su una barca che per allontanarlo dai pogrom e dalla violenza. Aveva 13 anni. Non parlava una sola parola di inglese quando arrivò a Chicago».

Il problema dei bambini immigrati fermati al confine sud degli Stati Uniti, quindi provenienti o dal centro o dal sud America, è piuttosto rilevante per il governo federale. Negli ultimi nove mesi più di 57mila i bambini sono entrati in territorio statunitense, e il governo federale sta chiedendo a diverse città di valutare la possibilità di garantire un rifugio temporaneo a parte di loro (i costi sono coperti per di più dal governo federale). Tra le città che finora hanno risposto positivamente alla richiesta del governo ci sono Los Angeles, New York e Dallas. Ci sono però anche amministrazioni di altre città che si sono dovute scontrare con le comunità locali contrarie a questi tipi di progetti (diverse per esempio negli stati dell’Arizona, California, Michigan e Maryland).

Anche a Chicago comunque ci sono state diverse critiche al piano di Emanuel. Alcuni, ha scritto il Chicago Sun Times, hanno detto che il piano per ospitare altri bambini immigrati in città è in realtà una mossa politica con un fine preciso: sarebbe un modo per allontanare l’attenzione dell’opinione pubblica dalla incapacità del governo locale di proteggerà i bambini di Chicago dalla violenza tra gang.