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  • Lunedì 21 aprile 2014

In Ucraina le cose peggiorano

Dopo la sparatoria di ieri in cui quattro filorussi sono stati uccisi, il ministro degli Esteri russo ha dichiarato che l'Ucraina ha violato la tregua

Lunedì 21 aprile il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato che il governo Ucraino non ha rispettato gli accordi di Ginevra, firmati il 17 aprile. Secondo Lavrov il governo Ucraino non avrebbe provveduto a disarmare i gruppi para-militari illegali, in particolare le formazioni di estrema destra. Nel suo discorso Lavrov ha fatto riferimento alla sparatoria di Sloviansk, nella quale, domenica 20 aprile tre miliziani filo-russi sono stati uccisi nella regione del Donbass, nell’Ucraina orientale.

Lavrov ha dichiarato che il governo ucraino ha violato in maniera “plateale” gli accordi di Ginevra e che il suo attuale comportamento è “assolutamente inaccettabile”. Quello che è avvenuto a Sloviansk, in realtà, non è ancora affatto chiaro. Secondo i media russi – che sono in gran parte controllati dal governo – domenica mattina alcuni uomini avrebbero attaccato un posto di blocco a Sloviansk, uccidendo tre persone e ferendone una quarta. Alcuni giornalisti occidentali che hanno visitato il luogo della presunta sparatoria hanno trovato un’auto crivellata di colpi di arma da fuoco.

Secondo i media russi, chi ha attaccato avrebbe “dimenticato” sul luogo della sparatoria un biglietto da visita di Dmytro Yarosh, leader di Settore Destro, una formazione ucraina di estrema destra molto attiva durante le proteste che hanno portato alla caduta del presidente Viktor Yanukovich lo scorso febbraio. Questa sarebbe la dimostrazione che l’attacco è stato portato avanti da miliziani ucraini e che quindi il governo di Kiev ha violato l’accordo che prevedeva il loro disarmo. A dire il vero, l’accordo non specificava le modalità e una data entro cui i miliziani dovessero essere disarmati.

Secondo fonti ucraine invece, l’attacco sarebbe stato una messa in scena per provocare l’intervento russo nelle regioni dell’est dell’Ucraina. Settore Destro ha respinto tutte le accuse e sulla sua pagina Facebook ha scritto che è ridicolo pensare che i suoi attivisti vadano in giro con biglietti da visita del leader del movimento e che per di più li perdano sul luogo di un’azione militare. La situazione nell’est dell’Ucraina è ancora molto confusa e non è chiaro cosa sta succedendo nelle aree presidiate dai filo-russi. Questa mattina su Twitter si è diffusa la notizia che alcuni militanti separatisti avessero rapito tre giornalisti stranieri proprio a Sloviansk, la città della sparatoria.

Il reporter ucraino Denis Kazansky, uno dei primi a dare la notizia, ha scritto su Facebook che i giornalisti rapiti erano gli italiani Paul Gogo e Cosimo Attanasio e il bielorusso Dmitry Galko. In realtà Paul Gogo è di nazionalità francese. Anche il reporter di Bild Paul Ronzheimer ha riportato poco dopo la notizia su Twitter. Dopo circa un’ora il freelance Maxim Eristavi ha scritto su Twitter di aver parlato al telefono con il giornalista bielorusso fermato, e di aver appreso che i tre reporter erano stati liberati. Sempre Eristavi ha poi scritto che i sequestratori erano russi.

 

Già nei giorni immediatamente successivi alla firma era chiaro che gli accordi di Ginevera non stavano funzionando (come avevamo scritto qui). Lavrov ha accusato il governo ucraino di non aver rispettato gli accordi, ma i primi a violare l’ordine di smobilitare le milizie armate sono stati proprio i filo-russi che nelle scorse settimane avevano occupato diverse aree dell’Ucraina orientale. Nessuno di questi gruppi ha deposto le armi o ha abbandonato gli edifici presidiati. Attualmente almeno otto città, tra cui la capitale della regione Donetsk e Sloviansk, sono occupate da uomini armati col volto coperto che non è stato ancora possibile identificare.

Intanto, sembra sempre più probabile – anche se non si ha ancora alcuna certezza – che tra i miliziani separatisti siano presenti anche diversi soldati regolari russi (alcuni miliziani hanno confessato ai giornalisti stranieri di essere militari russi). Nei giorni scorsi Vladimir Putin aveva ammesso che in Crimea, nel periodo precedente al referendum che ha portato poi all’annessione, erano presenti soldati russi al di là di quelli regolarmente sul suolo ucraino e appartenenti alla flotta sul mar Nero. Anche il comandante della NATO in Europa ha dichiarato di credere che in Ucraina stiano operando truppe russe sotto copertura (e qui ha fornito una spiegazione tecnica delle sue ragioni).