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  • Mercoledì 12 marzo 2014

6 cose sull’aereo scomparso

I malesi non sembrano sapere dove cercare e danno informazioni contrastanti: in Cina e Vietnam ci sono polemiche su come sono gestite le ricerche in mare del volo MH370

Dopo cinque giorni di ricerche inconcludenti e informazioni in contraddizione tra loro su che fine abbia fatto il volo MH370 di Malaysia Airlines, le autorità malesi hanno ricevuto diverse critiche per come stanno organizzando le ricognizioni in mare alla ricerca dei rottami dall’aeroplano, un Boeing 777 con a bordo 239 persone scomparso dai radar mentre stava sorvolando il Golfo di Thailandia nel suo viaggio da Kuala Lumpur, in Malesia, a Pechino, in Cina. La maggior parte dei passeggeri era di nazionalità cinese, e proprio il ministero degli Esteri della Cina martedì 11 marzo ha invitato le autorità malesi a fare chiarezza sui dati in loro possesso e intensificare le ricerche in mare.

Verso ovest?
Citando il capo dell’Aeronautica militare malese, Rodzaii Daud, alcuni giornali locali della Malesia nella serata di martedì hanno riferito che la posizione del volo MH370 era stata rilevata un’ultima volta nei pressi dell’isola di Pulau Perak, nello stretto di Malacca, il tratto di mare che separa le coste malesi da quelle dell’isola indonesiana di Sumatra. L’isola si trova dalla parte opposta rispetto al Golfo di Thailandia (in mezzo c’è la Malesia) e molto più a ovest di dove si sono concentrate fino a ora le ricerche. Per raggiungere la zona, l’aereo avrebbe dovuto modificare di molto la propria rotta, forse nel tentativo di tornare verso la Malesia per un guasto a bordo. Alcune ore dopo la diffusione della notizia, che intanto era stata ripresa dai media di mezzo mondo, Daud ha diffuso un comunicato per smentire tutto definendo “imprecise e scorrette” le informazioni circa l’ultima posizione rilevata dell’aereo prima che sparisse dai radar.

Daud ha ricordato che al momento l’Aeronautica militare malese sta “analizzando e valutando tutte le possibilità” circa la rotta che l’aereo potrebbe avere seguito dopo avere smesso di comunicare la propria posizione. Le autorità malesi non hanno però dato nuove informazioni sui dati raccolti dai radar e c’è il sospetto che non siano in possesso di elementi sufficienti per decidere con certezza dove cercare. Fino a oggi le ricerche per il volo MH370 si sono concentrate nel Golfo di Thailandia a est delle coste malesi, anche se altri ricognitori sono stati impiegati per controllare la parte settentrionale della Malesia e per compiere alcune ricerche a ovest delle coste malesi nello stretto di Malacca e più a nord verso il mare delle Andamane. Anche se in tutto sono impegnate circa 40 navi e oltre 30 tra aerei ed elicotteri, si tratta di porzioni di mare e terra estremamente ampie in cui cercare.

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Vietnam
Il Vietnam, che fino a ora ha partecipato alle ricerche in mare fornendo diversi mezzi navali e aerei, ha annunciato che ridurrà il proprio impegno fino a quando le autorità malesi non avranno dato informazioni più precise sui dati in loro possesso. Il governo vietnamita ha dato la propria disponibilità per proseguire le ricerche se necessario nel Golfo di Thailandia, mentre non parteciperà ad eventuali ricognizioni nello stretto di Malacca, ben oltre le sue coste.

Trasponder
Senza una ricostruzione precisa sull’ultima posizione del volo MH370 sarà molto difficile trovare il punto in cui potrebbe essere caduto. I dati per ora verificati e considerati certi sono molto pochi: l’aereo decollò regolarmente alle 00:41 ora locale dell’8 marzo (le 17:41 del 7 marzo in Italia) da Kuala Lumpur in direzione Pechino. Intorno all’1:21 era a metà strada tra la penisola della Malesia e le coste meridionali del Vietnam. Volava a un’altitudine di 10mila metri con condizioni meteo buone quando d’improvviso il dispositivo che invia a terra informazioni sullo stato dell’aereo e la sua posizione (“trasponder”) ha smesso di trasmettere il suo segnale radio. Malaysia Airlines ha in seguito comunicato di avere perso i contatti con l’equipaggio intorno all’1:30, ma non ha dato molti altri dettagli e sono circolate notizie contrastanti circa successivi contatti.

Tre ipotesi
Non è ancora chiaro perché il trasponder abbia smesso di funzionare, ma gli esperti di aviazione spiegano che ci possono essere sostanzialmente tre sole spiegazioni, peraltro piuttosto intuitive. Il dispositivo potrebbe essere stato disattivato deliberatamente dall’equipaggio, forse sotto la minaccia di alcuni dirottatori. La seconda ipotesi è che il trasponder abbia smesso di funzionare a causa di un guasto, ma in questo caso i piloti avrebbero comunque avuto molte altre strumentazioni a bordo per comunicare ugualmente a terra e dare la loro posizione. La terza possibilità è che l’aereo sia diventato ingovernabile a causa di un guasto improvviso e che a causa del forte impatto con l’acqua si siano distrutte le strumentazioni che inviano i segnali sulla posizione dell’aereo, anche in caso di emergenza.

I precedenti
Un incidente in fase di crociera, quindi in quota al termine delle operazioni di decollo e prima dell’avvio di quelle di atterraggio, è estremamente raro e si è verificato pochissime volte in passato. Nel 2002 un aereo di China Airlines con 225 persone a bordo in volo da Taipei a Hong Kong si disintegrò mentre stava per raggiungere l’altitudine di crociera. Nel 2009 un volo di Air France scomparve dai radar mentre si trovava al largo delle coste del Brasile e furono necessari due anni di ricerche per trovare i rottami dell’aereo. In entrambi i casi l’equipaggio non ebbe il tempo di comunicare emergenza e posizione a terra.

Terrorismo
Le autorità che indagano sulla scomparsa del volo MH370 non escludono nessuna possibilità, compresa quella di un attacco terroristico, anche se l’identificazione avvenuta martedì delle due persone che si erano imbarcate con passaporti rubati sembra avere allontanato questa possibilità. I due passeggeri erano di origine iraniana ed erano al primo volo di un lungo viaggio che li avrebbe portati in Europa, dove avrebbero poi chiesto asilo in Germania uno e in Danimarca l’altro. La loro presenza a bordo con documenti rubati ha fatto molto discutere negli ultimi giorni, confermando quanto siano spesso sommari e inaccurati i controlli su chi prende un volo in molte parti del mondo.