Sulla NSA «il governo ha cannato»

Mark Zuckerberg ha criticato l'intelligence statunitense mentre il CEO di Yahoo ha ricordato che chi si oppone va in carcere per tradimento

Mercoledì 11 settembre durante un’intervista organizzata dal sito di tecnologia TechCrunch, il cofondatore di Facebook Mark Zuckerberg ha criticato il governo degli Stati Uniti per non essere stati in grado di bilanciare le necessità legate alla lotta contro il terrorismo con quelle delle libertà civili dentro e fuori il paese, nell’ambito dei suoi programmi di sorveglianza delle comunicazioni online come PRISM. “Sinceramente penso che il governo abbia cannato”, ha detto Zuckerberg, ricordando che il suo compito è assicurarsi che le informazioni degli iscritti a Facebook siano tenute al sicuro.

All’inizio dell’estate gli scoop del giornale britannico Guardian e del Washington Post, basati sui documenti forniti dall’ex collaboratore dell’intelligence statunitense Edward Snowden, avevano svelato che Facebook e altre grandi società informatiche consentono alla National Security Agency (NSA) di raccogliere contenuti come messaggi e foto dai loro server per sorvegliare le comunicazioni online. Come hanno fatto Google, Microsoft, Yahoo e le altre società coinvolte, anche Facebook ha chiarito da subito che la NSA non ha un accesso diretto ai suoi sistemi e che le richieste di accesso a determinati dati sono analizzate caso per caso. Un nuovo recente scoop del Guardian, pubblicato insieme con New York Times e ProPublica, suggerisce comunque che la NSA sia in grado di ottenere per conto proprio alcuni dati, grazie a sistemi per decodificare i messaggi criptati online.

Durante l’intervista di mercoledì, Zuckerberg ha spiegato che dopo i primi articoli sul caso PRISM “la risposta del governo è stata ‘oh, non preoccupatevi non stiamo spiando gli statunitensi’. Oh, meraviglioso, questo sì che aiuta le società che cercano di dare un servizio in tutto il mondo e sicuramente farà aumentare la fiducia nei confronti delle società statunitensi attive su Internet”. Zuckerberg ha chiarito che “non siamo ancora alla fine di questa vicenda” e che la sua società sta prendendo molto seriamente la questione, per capire quali siano i margini legali per dare più informazioni agli utenti sulle richieste ricevute e per cambiare il sistema.

Anche il CEO di Yahoo, Marissa Mayer, ha partecipato alla serie di incontri organizzata da TechCrunch a San Francisco, spiegando in un’intervista che la sua società non aveva molte alternative quando riceveva richieste dalla NSA e che non era possibile parlarne con gli utenti: “Diffondere informazioni secretate costituisce tradimento e si viene incarcerati”. Mayer ha anche ricordato che le società non possono rifiutare le richieste di ottenimento dati da parte dell’intelligence: possono fare ricorso, ma se lo perdono e non danno seguito alla richiesta commettono tradimento.

Lunedì 9 settembre i rappresentanti di Facebook, Yahoo, Google e altre società si sono incontrati con il gruppo di lavoro organizzato dal governo degli Stati Uniti per valutare una revisione dei sistemi di raccolta di informazioni online da parte della NSA e di altre agenzie. Yahoo e Facebook hanno inoltre già depositato una serie di richieste per avere il permesso di diffondere più informazioni sui loro rapporti con l’intelligence e sui dati che sono condivisi con la NSA. Azioni legali simili sono state avviate anche da Microsoft e Google.

foto: Justin Sullivan/Getty Images