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  • Sabato 12 gennaio 2013

L’esercito francese interviene in Mali

Lo ha annunciato Hollande, ieri ci sono stati i primi bombardamenti con l'uso di droni: una città in mano ai gruppi islamici estremisti è stata riconquistata

In this Nov. 24, 2012 photo, soldiers from a Malian army special unit stand atop pick-ups mounted with machine guns, following a training exercise in the Barbe military zone, in Mopti, Mali. Secretary-General Ban Ki-moon said Friday, Jan. 11, 2013, that France, Senegal and Nigeria have responded to an appeal from Mali's President Dioncounda Traore for help to counter an offensive by al-Qaida-linked militants who control the northern half of the country and are heading south. The U.N. chief said that assisting the Malian defense forces push back against the Islamist armed groups is "very important."(AP Photo/Francois Rihouay)
In this Nov. 24, 2012 photo, soldiers from a Malian army special unit stand atop pick-ups mounted with machine guns, following a training exercise in the Barbe military zone, in Mopti, Mali. Secretary-General Ban Ki-moon said Friday, Jan. 11, 2013, that France, Senegal and Nigeria have responded to an appeal from Mali's President Dioncounda Traore for help to counter an offensive by al-Qaida-linked militants who control the northern half of the country and are heading south. The U.N. chief said that assisting the Malian defense forces push back against the Islamist armed groups is "very important."(AP Photo/Francois Rihouay)

Aggiornamento, 17.30 – Il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha detto oggi in una conferenza stampa che ieri un pilota dell’esercito è stato ucciso durante un attacco contro i ribelli vicino alla città di Mopti, nel nord del paese: il pilota sarebbe stato ucciso da un colpo sparato da terra, mentre era a bordo di un elicottero Gazelle dell’aviazione francese. Diara Kone, il portavoce del ministero della Difesa del Mali, ha detto oggi che i ribelli islamici hanno riconquistato la città di Konna, nonostante gli attacchi di ieri della Francia. Le Drian ha confermato che oltre alle operazioni aree, la Francia ha mandato dei soldati anche a Bamako, la capitale del paese.

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Aggiornamento, 13.30 – Un funzionario della Costa D’Avorio ha annunciato che anche la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS/CEDEAO) invierà truppe in Mali per combattere i ribelli del nord del paese. Da mesi, l’ECOWAS – di cui fanno parte 15 stati africani dell’area e lo stesso Mali – sta facendo pressioni sulla comunità internazionale perché sostenga il suo piano di intervento militare.

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Il presidente francese François Hollande ha annunciato ieri l’inizio dell’intervento militare francese nello stato africano del Mali. Il ministro degli Esteri Laurent Fabius ha parlato, in particolare, di “intervento aereo”, senza confermare l’utilizzo di soldati a terra. Ieri, i gruppi di ribelli tuareg e i gruppi islamisti, alcuni dei quali vicini ad al-Qaida, hanno attaccato la zona centrale del paese, attacco a cui è seguita una controffensiva dell’esercito regolare: è stato annunciato lo stato di emergenza, tanto che Hollande ha chiesto ai cittadini francesi di lasciare il paese.

L’operazione militare francese, iniziata ieri pomeriggio, durerà «tutto il tempo necessario», ha spiegato Hollande: l’iniziativa è stata decisa in accordo con il presidente ad interim del Mali, Dioncounda Traoré. Un portavoce del ministero della Difesa maliano ha detto che dopo i combattimenti di ieri è stata ripresa la città chiave di Konna, nel nord del paese, che era in mano ai ribelli da giovedì: all’operazione hanno preso parte, oltre alle truppe dell’esercito regolare, anche quelle dell’esercito francese, nigerino e senegalese, utilizzando anche i droni della Francia, cioè i veicoli comandati a distanza senza pilota.

Sono state le autorità del Mali a richiedere l’aiuto della Francia, ha spiegato Hollande, che opererà sempre nel rispetto delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che secondo una fonte diplomatica francese, scrive Le Monde, permetterebbero alla Francia di intervenire in Mali senza problemi. Non è chiaro però il numero di soldati francesi che hanno preso parte all’operazione, scrive CNN, mentre i cittadini francesi che si trovano in Mali sono circa seimila. La gravità della situazione avrebbe portato la Francia alla decisione di intervenire nella propria ex colonia, con lo scopo di contenere un’espansione militare ancora più grande dei gruppi islamici più estremisti.

I ribelli avevano occupato la zona a nord del paese dopo i combattimenti contro le forze governative iniziati nel gennaio 2012. Il 21 marzo c’è stato un colpo di stato da parte della giunta militare che ad aprile aveva poi nominato un nuovo primo ministro ad interim, Cheick Modibo Diarra che si è dimesso l’11 dicembre 2012, in diretta tv, dopo essere stato arrestato dalla stessa giunta militare.

Hollande ha detto che sono in corso continui colloqui con le Nazioni Unite e che lunedì informerà il parlamento francese sullo stato della situazione in Mali. Un mese fa, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva autorizzato una missione militare di pace in Mali della durata di un anno, per aiutare le forze regolari a cercare di recuperare le aree a nord del paese e anche la Comunità Economica degli Stati dell’Africa si era impegnata a mandare migliaia di soldati.

I gruppi di ribelli avevano guadagnato negli ultimi tempi molte zone e piano piano si stavano espandendo sempre più verso il sud del Mali: Laurent Fabius, il ministro degli Esteri francese, ha giustificato l’intervento militare in tempi brevi, senza poter aspettare le decisioni prese a livello internazionale, per i tempi (solitamente lunghi) della loro messa in pratica. Dopo aver riconquistato la città di Konna, ora la battaglia si è spostata nella zona intorno alla città di Sévaré.

Il 21 gennaio prossimo è previsto un incontro a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, tra i rappresentanti del governo del Mali e i gruppi ribelli, per avviare i primi colloqui di pace. Da decenni i ribelli tuareg hanno cercato di ottenere l’indipendenza, intervenendo infine nei mesi in cui c’è stato un vero e proprio vuoto di potere nel paese, quando la giunta militare ha rovesciato il governo in carica, proprio per l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto utilizzati contro i ribelli. Gli stessi ribelli tuareg si sono poi scontrati con i gruppi islamici estremisti, per la conquista delle zone a nord del paese, dove è stata applicata anche la sharia, la legge islamica.

Foto: AP Photo/Francois Rihouay