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  • Giovedì 24 maggio 2012

Niente di nuovo a Bruxelles

Il solito vertice, le solite discussioni sugli eurobond, le solite voci sulla Grecia e l'euro, le solite facce da cercare di riconoscere (ce ne sono un paio nuove)

Caretaker Greek Prime Minister Panagiotis Pikrammenos speaks during a press conference after a meeting of European Union leaders in Brussels early May 24 2012. France and Germany crossed swords over how to spur growth in the debt-stricken eurozone at an EU summit tinged by plunging markets and the euro hitting a near two-year low. AFP PHOTO / JOHN THYS (Photo credit should read JOHN THYS/AFP/GettyImages)
Caretaker Greek Prime Minister Panagiotis Pikrammenos speaks during a press conference after a meeting of European Union leaders in Brussels early May 24 2012. France and Germany crossed swords over how to spur growth in the debt-stricken eurozone at an EU summit tinged by plunging markets and the euro hitting a near two-year low. AFP PHOTO / JOHN THYS (Photo credit should read JOHN THYS/AFP/GettyImages)

È in corso a Bruxelles un vertice tra i capi di stato e di governo dell’Unione Europea, il primo da quando Francois Hollande ha assunto la presidenza della Francia. Si discute della crisi economica e dei problemi dell’eurozona e per la prima volta volta in trenta mesi, come prevedibile, sta emergendo una frattura tra Francia e Germania nella scelta degli strumenti per ripristinare la fiducia – dei cittadini, dei governi, degli imprenditori – nell’euro.

Al centro della frattura ci sono soprattutto gli eurobond, i titoli di Stato unici europei per permettere ai paesi in difficoltà di finanziarsi senza grossi tassi di interesse. La misura è proposta da Francia, Italia e Spagna, tra gli altri, mentre la Germania sostiene che sarebbe dannoso e diseducativo mettere in comune i debiti senza una politica comunitaria di tasse e bilancio: porterebbe la Germania e i paesi in salute a pagare per le colpe altrui, senza grandi garanzie. Merkel sostiene pure che l’introduzione degli eurobond richiederebbe in Germania cambiamenti costituzionali, tali da rendere il percorso particolarmente lungo.

Un’altra proposta su cui Francia e Germania si dividono è l’uso da parte del cosiddetto fondo salvastati di denaro della Banca Centrale Europea, allo scopo di ricapitalizzare direttamente le banche in difficoltà. Circolano poi le solite voci sulla Grecia. Tutti i paesi dell’eurozona si sono detti impegnati a far sì che la Grecia rimanga nell’euro, mentre Reuters e altre agenzie di stampa hanno riferito dell’esistenza di un “contingency plan” per gestire l’eventuale uscita della Grecia dall’euro. Insomma, siamo sempre lì: come fa notare il Guardian, fin qui al vertice di Bruxelles non ci sono state svolte bensì “reiterazioni delle note posizioni di ogni leader”. Ogni decisione, infatti, è stata rinviata alla fine del prossimo mese, quando la Francia e la Grecia avranno votato per le rispettive elezioni legislative.