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  • Mercoledì 22 febbraio 2012

“La Russia deve ricostruire il suo esercito”

A due settimane dalle elezioni Vladimir Putin ha spiegato in un articolo perché intende fare enormi investimenti bellici

Da qualche mese la Russia si trova al centro della diplomazia internazionale come non accadeva forse dai giorni della guerra in Georgia, e principalmente per tre ragioni. La prima è l’intensità inedita delle proteste contro Vladimir Putin seguite alle elezioni della Duma lo scorso novembre e dicembre. La seconda ragione è il fatto che mentre per la prima volta i consensi di Putin e Medvedev sembrano traballare, la Russia è in campagna elettorale e voterà per le presidenziali il prossimo 4 marzo. La terza ragione è che il peso politico della Russia e la sua decisione di esercitare il potere di veto – insieme alla Cina – soltanto poche settimane fa ha impedito che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adottasse una risoluzione di condanna nei confronti del regime dittatoriale siriano.

A ricordare al mondo una volta di più che con la Russia bisogna e bisognerà continuare a fare i conti, è arrivato un articolo scritto da Vladimir Putin – due volte presidente, oggi primo ministro e di nuovo candidato alla presidenza – per il quotidiano governativo russo Rossijskaja Gazeta, che è stato tradotto e sintetizzato ieri dal sito di Foreign Policy, una delle più note e prestigiose riviste di politica estera. Nell’articolo Putin spiega perché la Russia deve investire pesantemente nel settore militare e rinnovare e rafforzare il suo esercito.

In un mondo in agitazione, esiste sempre la tentazione di risolvere i problemi di qualcuno a spese di qualcun altro, attraverso la pressione e la forza. Non sorprende che alcuni chiedano che risorse di importanza globale siano sottratte alla sovranità esclusiva di una singola nazione. Questo non può accadere in Russia, neppure ipoteticamente. In altre parole, non dobbiamo indurre in tentazione nessuno, permettendo a noi stessi di essere deboli. In nessuna circostanza, noi non abbandoneremo la nostra capacità di deterrenza strategica. Infatti la rafforzeremo. Non saremo capaci di rafforzare la nostra posizione internazionale o sviluppare la nostra economia o le nostre istituzioni democratiche se saremo incapaci di proteggere la Russia.

Putin prosegue dicendo che nel mondo continuano a scoppiare guerre e che “ci sono tentativi di provocare simili conflitti anche vicino ai confini della Russia e dei suoi alleati”, contro i principi dei trattati internazionali sulla sicurezza degli Stati. Per fronteggiare questa situazione, scrive Putin, la Russia non può utilizzare solamente i mezzi diplomatici ed economici, ma è indispensabile che continui a sviluppare il suo settore militare.

Putin passa poi ad illustrare più nello specifico che cosa fa e intende fare il governo di cui è primo ministro per il settore della difesa, parlando di “programmi senza precedenti” che sono stati approvati o che verranno approvati nei prossimi anni. Nei prossimi dieci anni, scrive, saranno destinati alla difesa 23 migliaia di miliardi di rubli (circa 580 miliardi di euro) per modernizzare l’esercito e l’industria bellica, che negli ultimi 30 anni avrebbe “perso parecchi cicli di modernizzazione”.

Tra le cose che sono già state fatte, Putin ricorda la creazione di “forze di pronto intervento” e “unità autosufficienti”, tra cui quelle che hanno portato avanti l’operazione di “pacificazione” in Georgia nel 2008 (nei fatti, e al di là delle responsabilità georgiane, un’invasione di parte del paese caucasico). La marina, continua Putin, ha ripreso ad essere presente in alcune aree strategiche di tutto il mondo, tra cui il Mediterraneo.

Quanto al futuro, Putin assicura per prima cosa che “nessuno oserà lanciare un’aggressione su larga scala contro di noi”, e aggiunge che le possibilità di una guerra nucleare “non sono alte, dato che questa significherebbe la fine della civiltà”. I campi che saranno decisivi nel prossimo futuro sono principalmente due: l’informatica e le difese aerospaziali, ambito in cui, scrive Putin, “siamo spinti ad agire dalle politiche di difesa missilistica degli Stati Uniti e della NATO”, ma piuttosto di cercare di costruire un proprio sistema di difesa missilistico, sarà più conveniente per la Russia aumentare la prontezza di risposta e la capacità di ritorsione in caso di attacco.

L’ultima parte dell’articolo risponde a chi critica un simile progetto di “ricostruzione del complesso militare-industriale” dicendo che sarebbe un peso troppo grande per l’economia e che rischierebbe di schiacciarla, come avvenne durante l’Unione Sovietica. Putin scrive che un progetto di rilancio militare in grande stile servirà invece “come carburante per rifornire i motori della modernizzazione nella nostra economia”, creando crescita economica, posti di lavoro e ricerca scientifica.

Saremo risoluti nell’eliminare la corruzione dall’industria delle difesa e delle forze armate, assicurando che la punizione per coloro che violano la legge sia inevitabile. La corruzione nel settore della sicurezza nazionale è essenzialmente tradimento. Dobbiamo poter fare affidamento sugli ultimi sviluppi nell’arte della guerra. Restare indietro vuol dire diventare vulnerabili. Vuol dire mettere a rischio la nostra nazione e le vite dei nostri soldati e ufficiali. L’obbiettivo è rafforzare, non indebolire, la nostra economia nazionale, e creare un esercito e un’industria militare che assicurerà la sovranità della Russia, il rispetto dei nostri alleati e una pace duratura.