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  • Sabato 23 aprile 2011

L’esercito di Gheddafi si ritira da Misurata

Le tribù locali vorrebbero spazi e autonomia per gestire da sole le trattative con i ribelli

foto di Chris Hondros/Getty Images

Il viceministro degli esteri libico, Khaled Kaim, ha detto che l’esercito governativo si ritirerà da Misurata, la terza città più grande del paese dopo Tripoli e Bengasi e il centro più importante in mano ai ribelli nell’ovest del paese. Le tribù delle città vicine avrebbero posto un ultimatum all’esercito di Gheddafi, invitandolo a farsi da parte e a delegare a loro la risoluzione della situazione. Secondo il viceministro, le tribù di Zliten, Tarhuna, Bani Walid e Tawargha avvieranno colloqui con i ribelli di Misurata ma, se questi ultimi non si vorranno arrendere, saranno anche pronti a prendere le armi.

Secondo la BBC, il regime minaccia spesso che, in assenza della autorità di Gheddafi, tra le varie tribù scoppierebbe una guerra civile. Il governo di Tripoli attribuisce il suo maggior controllo nella parte ovest del paese al fatto che le tribù principali sono dalla parte del colonnello.

Difficile dunque valutare se, effettivamente, l’annuncio del viceministro sia solamente una minaccia o una previsione realistica di quello che accadrà a Misurata. L’annuncio è arrivato dopo un incontro tra il governo e le tribù della zona intorno a Misurata ancora controllata da Gheddafi.

Da settimane Misurata, che in tempo di pace è il secondo porto commerciale del paese e ha circa 300.000 abitanti, è sotto assedio da parte delle forze di Gheddafi. Le organizzazioni umanitarie denunciano una situazione molto grave. L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni sta organizzando una nave (la quarta dall’inizio dell’assedio) che allontani via mare i feriti più gravi e i lavoratori stranieri rimasti nella città. A differenza di molte altre località nell’est del paese, che hanno cambiato mano diverse volte nel corso delle settimane di combattimenti, la situazione a Misurata era stabile: l’esercito governativo sottoponeva la città a pesanti bombardamenti, mentre i rifornimenti di cibo e medicinali arrivavano solo attraverso il porto. L’ampiezza della città e la scarsa conoscenza del territorio impediva alle forze di Gheddafi di compiere un attacco su larga scala, accontentandosi del fuoco dell’artiglieria e dei cecchini. I ribelli affermano che negli scontri per il controllo di Misurata sono morte più di mille persone.