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  • Giovedì 24 febbraio 2011

Gheddafi dà la colpa ad Al Qaida

Il leader libico ha parlato per telefono alla televisione di stato, e ha dato la colpa ad Al Qaida

A member of Libya's Internal Security Forces (ISF) waves his old national flag ISF members parade in the eastern city of Tobruk on February 24, 2011. Residents of Libya's dissident-held east, frenzied by a deadly crackdown by Moamer Kadhafi's crumbling regime, vowed to march on the capital Tripoli as a string of towns famous as World War II battlegrounds fell under their control. AFP PHOTO/STR (Photo credit should read -/AFP/Getty Images)
A member of Libya's Internal Security Forces (ISF) waves his old national flag ISF members parade in the eastern city of Tobruk on February 24, 2011. Residents of Libya's dissident-held east, frenzied by a deadly crackdown by Moamer Kadhafi's crumbling regime, vowed to march on the capital Tripoli as a string of towns famous as World War II battlegrounds fell under their control. AFP PHOTO/STR (Photo credit should read -/AFP/Getty Images)

Al termine di una nuova giornata di scontri e violenze in tutta la Libia, Muammar Gheddafi ha parlato di nuovo alla nazione in un discorso trasmesso dalla televisione di stato. Gheddafi non si è mostrato in video, ma si è limitato a telefonare in studio e per circa mezz’ora ha cercato di dare la colpa di quello che sta succedendo ad Al Qaida: «Bin Laden ora sarà contento», ha detto. Si è appellato più volte agli abitanti di Zawiya, che oggi hanno combattuto per tutto il giorno contro l’esercito, chiedendo loro di tenere a casa i propri figli e rinunciare alla violenza. E ha detto di essere certo che le rivolte non siano guidate dalla popolazione ma dai leader di Al Qaida, che si approfitterebbero dei giovani e li manderebbero a combattere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Nessuno sa esattamente dove si trovi in questo momento.

I testimoni degli scontri hanno raccontato che la battaglia di Zawiya tra esercito e civili è durata per oltre cinque ore e che almeno cento persone sarebbero morte. I soldati hanno attaccato i manifestanti che da giorni avevano occupato la moschea della città con armi pesanti, compresi missili e carri armati. I manifestanti si sono inizialmente difesi con i loro fucili da caccia, ma secondo alcune testimonianze dopo alcune ore anche alcuni militari avrebbero abbandonato l’esercito e si sarebbero uniti alla popolazione portando con sé le loro armi. Gli scontri sono continuati anche a Misurata e a Zwara ma non c’è ancora certezza sul numero delle vittime. A Bengasi invece la situazione è stata più calma, con la popolazione che dopo le rivolte dei giorni scorsi ha preso il controllo della città e arrestato molti dei mercenari che erano stati assoldati dal governo per reprimere le rivolte. Per domani si attende la grande marcia di tutte le forze anti-governative a Tripoli. «Se Tripoli è libera, tutta la Libia è libera», ha detto oggi l’ex ministro della Giustizia al termine del primo incontro tra i capi dei clan ribelli che si è tenuto a Bayda.

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17.30 Al Jazeera ha pubblicato un video che mostrerebbe le immagini dei primi scontri di questa mattina all’alba a Zawiya, quando l’esercito ha attaccato la popolazione con l’artiglieria pesante.

16.30 Un altro video mostra decine di persone morte e abbandonate ai margini delle strade, le braccia legate dietro la schiena. Le immagini sono molto forti.

https://www.youtube.com/watch?v=JAfy1l_ePgw

16.25 Un video delle proteste di oggi a Misrata.

https://www.youtube.com/watch?v=RZkX0BlmUSg


16.17 Alcuni testimoni sentiti da Al Jazeera hanno raccontato che la battaglia a Zawiya tra esercito e manifestanti è durata per oltre cinque ore e hanno confermato le notizie già circolate qualche ora fa, secondo le quali i soldati avrebbero attaccato la popolazione usando armi pesanti. Almeno cento persone sarebbero morte, i feriti sono oltre quattrocento.

15.33 Gheddafi continua ad appellarsi alla popolazione di Zawiya «Non sappiamo quando la violenza finirà. Togliete le armi ai vostri figli e arrestate chi li fomenta. Le mie condoglianze per quelli che sono morti, mi domando se Bin Laden aiuterà le loro famiglie. Vi prego non mi deludete o altrimenti ognuno prenderà la giustizia nelle proprie mani». Gheddafi riattacca.

15. 16 Si sente solo la voce di Gheddafi, non ci sono immagini: «Se non tornate al lavoro dovremmo interrompere il flusso di petrolio, e poi come manterrete le vostre famiglie? Magari ci potrà essere una revisione dei salari e tassi di interesse più bassi per comprare case e macchine. Io sono come la regina Elisabetta d’Inghilterra, che non ha il potere di imporre leggi contro la popolazione. Sono diventato un leader simbolico ormai. Non è una questione di autorità, è una questione di terrorismo. Al Qaida sta sfruttando i votri figli, non vuole il vostro bene vuole solo uccidere i vostri figli così da avere il controllo. Questo è quello che vuole Bin Laden, sarà felice adesso. Siete il mio popolo Zawiya».

15.15 Parla Gheddafi: «È ovvio che tutto questo è pilotato da Al Qaida. Le richieste non sono della popolazione, ma di Bin Laden. Sono sotto la sua influenza, devono essere catturati e portati di fronte alla giustizia. Non si può giustificare questo comportamento. Se la protesta non fosse stata violenta ne avremmo potuto parlare. Perché vi siete fatti coinvolgere da Bin Laden? Le persone che hanno una famiglia non sono per strada, nessuno al di sopra dei venti anni prenderebbe mai parte a questi eventi. Si stanno approfittando della giovane età di queste persone, che hanno tra i quindici e i diciotto anni e quindi non sono punibili legalmente. Tenete i vostri figli a casa, stanno andando per strada con le armi e si sentono felici perché agiscono sotto l’effetto delle droghe».

15.02 Il Guardian scrive che Gheddafi sarebbe ora in controllo soltanto di Tripoli e delle regioni centrali del paese.

14.52 La Nato dice che non interverrà in Libia.

14.50 Nuovi scontri tra manifestanti e militari a Zawiya, i morti potrebbero essere già cento secondo Reuters. Un testimone intervistato da Al Jazeera dice che per le strade della città ci sono dalle tremila alle quattromila persone e che tutti dicono che non se andranno finché Gheddafi non se ne andrà.

14.28 Il ministro degli Esteri britannico William Hague ha chiesto l’apertura di un’inchiesta internazionale sulle violenze commesse da Gheddafi per reprimere la ribellione.

14.19 Un portavoce delle forze di sicurezza libiche apparso in TV ha offerto un’amnistia a tutti gli insorti che deporranno le armi.

14.15 Al Jazeera dice che almeno ventimila persone avrebbero attraversato il confine verso l’Egitto per sfuggire alle violenze degli ultimi giorni.

13.54 Gli Emirati Arabi condannano le repressioni in Libia e chiedono che Gheddafi metta fine alla violenza. Il presidente degli Emirati Arabi chiede un intervento delle Nazioni Unite e dice di essere pronto a inviare aiuti umanitari in Libia.

13.52 Al Jazeera conferma che il discorso di Gheddafi è atteso a momenti. La televisione di stato libica ha annunciato che Gheddafi si rivolgerà in particolare ai manifestanti di Zawiya, dove dalle nove di questa mattina sono in corso scontri molto violenti tra esercito e popolazione.

13.37 Secondo la Reuters i manifestanti a Bengasi avrebbero catturato alcuni dei mercenari che si sono uniti alle forze armate di Gheddafi e avrebbero istituito dei comitati per governare temporaneamente la città. Gran parte dei centri della Libia orientale sarebbero sotto il controllo degli insorgenti.

13.30 Al Jazeera parla di un nuovo attacco dell’esercito contro i manifestanti a Misurata.

13.17 Al Jazeera dice che i manifestanti a Zawiya ora sono trentamila.

13.01 Al Jazeera dice a Zawiya alcuni militari si starebbero unendo ai manifestanti.

12.54 Alitalia ha sospeso tutti i voli da e per Tripoli.

12.40 Al Arabyia dice che il presidente del Chad sarebbe pronto a inviare truppe del suo esercito per sostenere Gheddafi.

12.36 Il corrispondente di Al Jazeera racconta che il prezzo di una corsa di taxi dal centro di Tripoli all’aeroporto è passato da 20 a 200 dollari negli ultimi giorni. Migliaia di persone stanno cercando di lasciare il paese.

12.34 Al Jazeera trasmette interviste con alcuni testimoni degli scontri che sono riusciti a imbarcarsi su un volo per Londra: «Abbiamo visto i militari sparare contro le persone per strada, è un massacro».

12.29 Ahmed Gadhaf al-Dam, cugino e alleato di Gheddafi, fugge in Egitto e denuncia «violazioni di diritti umani» commesse durante la repressione delle rivolte.

12.24 I combattimenti tra esercito e manifestanti si stanno intensificando nelle città intorno a Tripoli: Misurata, Zwara e Zawiya.

12.18 L’ex ministro della Giustizia lancia un appello a tutta la popolazione attraverso Al Jazeera: «Dobbiamo restare uniti contro Gheddafi».

12.17 Le forze del regime hanno attaccato i manifestanti anche a Misrata, 150 km a est della capitale Tripoli.

12.15 L’ex ministro della Giustizia dice che l’unica soluzione possibile è che Gheddafi e i suoi figli se ne vadano: «Se Tripoli è libera, tutta la Libia è libera».

12.13 Al Jazeera dice che a breve Gheddafi si rivolgerà ai cittadini di Zawiya con un discorso in televisione.

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Da alcune ore a Zawiya, 50 km a ovest di Tripoli, è in corso una durissima battaglia tra alcuni gruppi di militari fedeli a Gheddafi e i manifestanti. Secondo le ultime notizie diffuse da Reuters, le milizie del governo avrebbero assediato e bombardato la moschea della città, che negli ultimi giorni è diventata la roccaforte della protesta contro il regime. «È in corso uno scontro a fuoco molto pesante», ha detto un testimone «i manifestanti si difendono con i loro fucili da caccia».

L’attacco sarebbe iniziato alle nove di mattina, dopo che ieri il fedelissimo di Gheddafi Abdullah Megrahi aveva intimato ai manifestanti di andarsene o prepararsi a un massacro. «Gli abbiamo risposto che non ce ne andremo», ha detto il testimone intervistato dalla Reuters, «o vittoria, o morte». Quindi ha aggiunto di non riuscire a credere che l’esercito libico abbia davvero accettato di attaccare la sua stessa popolazione: «Quelli che ci stanno attaccando non sono mercenari, sono i figli della nostra nazione».

I militari di Gheddafi sarebbero intervenuti sparando missili anti-aerei e usando armi automatiche. Tra i manifestanti potrebbero esserci molte vittime, ma non è ancora possibile precisare un numero. Il testimone intervistato da Reuters dice che i manifestanti sono pronti a combattere fino alla fine e che non hanno intenzione di marciare verso Tripoli, dove per domani sembra essere prevista una grossa manifestazione di protesta contro il regime. Ha anche detto che dalla città sono spariti tutti gli agenti della polizia e che la popolazione ha iniziato a formare dei gruppi di cittadini per fare la guardia alle proprie case.

Nel frattempo a Bayda è in corso un incontro tra i leader dei gruppi tribali che in questi giorni hanno guidato la rivolta contro il regime e alcuni degli ex ministri del governo Gheddafi che hanno dato le dimissioni. L’ex ministro della Giustizia ha detto che «Gheddafi è capace di qualsiasi cosa, anche usare armi biologiche contro la popolazione» e si è appellato ai governi internazionali perché intervengano per aiutare il popolo della Libia.