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  • Lunedì 15 novembre 2010

«Una madre tosta»

A 86 anni Gert Boyle è riuscita a sventare un tentativo di furto nella sua abitazione in Oregon

Gert Boyle ha ottantasei anni ed è la proprietaria di Columbia Sportswear, il marchio di abbigliamento sportivo statunitense con base nell’Oregon. Negli ultimi giorni ha fatto parlare di sé e del suo già noto temperamento di ferro per essere riuscita a sventare un tentativo di furto nella sua abitazione di West Linn.

La signora Boyle si è costruita una reputazione da osso duro subito dopo la morte del marito nel 1970, quando ha assunto il controllo diretto dell’azienda. L’anno scorso, una campagna pubblicitaria la ritraeva mentre mostrava il bicipite con sopra la scritta «Born to nag», nata per tormentare.
https://www.youtube.com/watch?v=VwDs5q-YzDA
La Columbia Sportswear, che all’inizio si chiamava Columbia Hat Company, nacque come una piccola azienda di famiglia che distribuiva cappelli. Fu fondata dai genitori di Gert, Paul e Marie Lamfrom, che nel 1937 erano fuggiti negli Stati Uniti dalla Germania nazista quando lei aveva solo tredici anni. Nel 1948 Gert si sposò con Neil Boyle, e insieme iniziarono a lavorare nell’azienda di famiglia. Poco dopo, decisi ad ampliare il business dell’azienda, iniziarono a fabbricare direttamente i loro prodotti e trasformarono la Columbia Hat Company nella Columbia Sportswear.

Nei due decenni successivi l’azienda iniziò ad affermarsi tra i marchi nordamericani di abbigliamento sportivo, apprezzata soprattutto per la qualità dei tessuti impiegati nella realizzazione dei capi. Nel 1966, quando il padre di Gert morì, suo marito Neil Boyle assunse il controllo diretto dell’azienda. Ma appena quattro anni dopo anche Neil morì all’improvviso e Gert si ritrovò da sola alla guida del gruppo. La Columbia Sportswear in quel periodo navigava in pessime acque e in molti temevano che l’improvvisa scomparsa di Neil Boyle avrebbe fatto precipitare ulteriormente le cose.

Invece Gert Boyle non solo riuscì a salvare l’azienda da quella che a tutti sembrava ormai un’inevitabile bancarotta, ma fu anche in grado di darle un’ulteriore spinta verso la sua definitiva consacrazione nel mercato, fino a farla diventare uno dei marchi più conosciuti nell’industria mondiale dell’abbigliamento sportivo: un’azienda da un miliardo di dollari. Nel 2006 Gert Boyle raccontò la sua storia nel libro autobiografico «One tough mother: success in life, business and apple pies» (Una madre tosta: successo nella vita, negli affari e nelle torte alle mele), in cui racconta i segreti della sua impresa. Primo fra tutti, l’uso della sua immagine in molte delle campagne pubblicitarie che seguirono la morte di suo marito nel 1970. «One tough mother» fu appunto lo slogan coniato in quegli anni.