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  • Domenica 7 novembre 2010

“Prossima fermata: Italia”

La conclusione dell'evento promosso da Renzi e Civati: diretta video e liveblogging

13.26. Tutti in piedi per applaudire Civati e Renzi, che insieme concludono l’evento “in attesa della prossima fermata, l’Italia.”

13.24. “Vorrei un PD quasi banale. Il PD del consigliere tunisino e anche italiano. Il PD dell’artigiano di Pontida, che magari non vota più la Lega e non sa chi votare. Il giovane davanti a un PC ad Arcore o Lampedusa. Un PD dedicato alle donne italiane che vanno onorate come va onorata la Repubblica.”

13.21. “Non ci interessa la collocazione nostra, ma quella del PD e il suo ruolo nel mondo. Ci dicono che non abbiamo contenuti, ma ne avete sentiti in questi giorni. Ci sono cose già sentite, ci dicono, certo, peccato che in Italia nessuno le abbia poi mai fatte. Non siamo una corrente, siamo una campagna, un’energia, tanti punti di vista. Se Bersani ce lo chiede gli organizziamo una cosa simile.”

13.18. “Nella prossima Repubblica si va con una cultura politica diversa. Non è solo importante numerare le proposte, ma dare delle priorità. Immigrazione, ambiente, sono temi poco affrontati. Ci rivolgiamo a chi ha voglia di costruire un paese con un partito nuovo, quello di chi non è ancora garantito.”

13.16. “Noi vogliamo ripartire dai ritardi, dalle indecisioni e dagli sprechi del Paese. L’Italia è una tartaruga che va piano, che però potrebbe volare e occuparsi di chi verrà dopo di noi.”

13.12. “Rottamazione sarà anche un termine poco educato, ma l’usato poco sicuro di Fini non va bene.”

13.10. Applausi e standing ovation, ora è il turno di Pippo Civati.

13.08. “Da Firenze ci rimettiamo in gioco senza pretendere posti, senza invocare protezioni, ma senza chiedere ad altri ciò che ci prenderemo da soli”

13.07. “Noi pensiamo che soltanto mettendoci in gioco riusciremo a cambiare questo paese. Il nostro tempo o ce lo prendiamo noi o non ce o prendiamo mai”

13.04. “Bondi e Tremonti. Io non so chi tra loro è responsabile per la vicenda di Pompei, ma uno dei due si dimetta”

13.03. “Facciamo un grande investimento sull’unica cosa che ci salverà: la parola cultura, la parola bellezza”

13.01. “Quello che ho capito stando da sindaco nell’ospedale dove un ragazzo di 21 anni era appena uscito dalla sala operatoria perché in questa città un gruppo delinquenti lo avevano picchiato fino a sfigurarlo solo perché amava un uomo. Quel ragazzo mi ha fatto venire un sentimento di rabbia che è pari a quello di una signora perbene di Firenze che quando ho messo una canzone di Tiziano Ferro durante un matrimonio s’è lamentata perché era un culattone. Questo punto è un punto culturale drammatico che sostanzia la battuta di Berlusconi”

13.00. “Io sono cattolico, ne sono fiero e non mi vergogno. Ne sono fiero quanto sono fiero della mia laicità quando governo da sindaco di Firenze”

12.59. “Sul lavoro non ha senso fare il derby tra Marchionne e la FIOM. C’è un’urgenza di innovazione. L’unica cifra della rappresentabilità del mondo del lavoro non può essere i pensionati”

12.58. “La politica deve produrre sentimenti: se no produce rabbia”

12.57. “Non è che siccome Berlusconi sa comunicare bene, noi per essere diversi dobbiamo comunicare. Dobbiamo fare capire alle persone quello che diciamo. Abbiamo bisogno di tornare a parlare la parola delle emozioni”

12.56. “Dicono che il problema l’ho posto io. Ma vi rendete conto che questo non è un paese normale?”

12.55. “Dobbiamo dire al passato: grazie. Ma al futuro: sì. Non possiamo diventare i reduci e i nostalgici della politica italiana”

12.55. “Nessuno di noi viene da Marte o da una storia inventata. Io sono stato cooptato da presidente della provincia, non è che ho vinto la lotteria. Poi ho capito che se fossi rimasto lì sarei diventato un pollo da batteria”

12.54. “Voi dovete avere rispetto per noi, noi avremo rispetto per voi”

12.54. “Bersani dice ‘amate la ditta’. Vorrei presentarvi la mia maggioranza: io sono il sindaco dell’unica grande città in cui il PD è maggioranza assoluta. Lo è perché gli eletti nelle liste civiche sono entrati nel PD. Noi non siamo una componente di un partito: noi amiamo profondamente la ditta. È che non vogliamo vederla fallire”

12.52. “Il creativo della politica italiana, parliamone. L’Unione ha dato vita al momento più diviso della repubblica. Il Partito dell’amore: il giorno dopo che l’ha detto sembrava la guerra dei Roses. Il Popolo della Libertà: tu dissenti? Fuori. Ora, è possibile che noi ci chiamiamo Partito Democratico e si debba trattare chi non è d’accordo come un nemico?”

12.50. “Dicono: ganzo Renzi, lo dice perché ci vuole andare lui. È uno degli elementi più tristi del retropensierismo: l’idea che non si possa dire nulla senza che qualcuno dica ‘vedi cosa c’è sotto?’. L’idea che non si possa esprimere il proprio pensiero senza essere accusati di avere interessi personali. Fateci parlare liberamente di politica.

12.49. “Noi abbiamo una emergenza. Abbiamo gli stessi leader che sono lì da più di vent’anni. Nel mondo normale i partiti rimangono fermi, i leader cambiano. Da noi i partiti cambiano e non c’è possibilità di cambiare leader”

12.47. “Ma vi pare che io voglio mettere in un compattatore delle persone? Chi dice così ha un problema, perché vede se stesso nella propria carriera politica”


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12.47. “Se quando ho parlato di rottamazione avessi pensato che per due mesi il PD avesse parlato di rottamazione, mi sarei sganasciato dalle risate”

12.46. “È mai possibile che questo partito abbia scelto il casting invece che le primarie, al momento di fare le liste elettorali? Primarie sempre e ovunque per la scelta dei parlamentari”

12.45. “Ma credete che il problema di questo paese sia la legge elettorale? Non è vero. Sì, è una legge elettorale vergognosa. Tutti vogliono cambiarla ma non dicono mai come, perché non sono d’accordo. Perché non lo fanno adesso? E allora la legge elettorale è il grande alibi per fare un bel governone tecnico per esautorare la politica e consentire a Berlusconi di riguadagnare la sua verginità politica”

12.44. “Io ieri li ho paragonati a Beautiful, magari sono stato maleducato: aspetto che Ridge e Thorne si lamentino”

12.43. “Da sei mesi stiamo dietro a Granata, Briguglio, Bocchino. Davvero è una discussione che non riguarda l’Italia. Non è che hanno due idee diverse: non possono raccontarci che hanno cambiato idea dopo diciassette anni a votare tutte le leggi ad personam”

12.41. “Chi nasce in Italia è italiano”

12.40. “E c’è anche qualcosa che è accaduto a destra. Un ragazzo degli anni Settanta, un repubblicano. Si chiama Marco Rubio. Il primo ispanico che sta cambiando la storia del suo partito, un giovanotto maleducato. Finché la destra repubblicana avrà Rubio e la nostra destra avrà Ruby, non andremo da nessuna parte”

12.38. “Oppure prendete gli Stati Uniti: Obama prende una tranvata storica. Perché non è stato bravo a comunicare? A me piace pensare che quella scelta di cui la accusano – la riforma sanitaria – sia una di quelle scelte per cui vale la pena anche correre il rischio di prendere una tranvata”

12.37. “In Brasile una donna è appena stata eletta presidente della repubblica: certo non ha fatto festini. Certo si è messa in scia di un grande personaggio e di un grande sindacato che l’hanno aiutata a crescere”

12.35. “Esiste una sola grande possibilità per chi crede nei valori dell’impegno: non abbandonare gli altri al proprio futuro. Eppure l’abbiamo fatto”

12.33. Sta per parlare Matteo Renzi.

12.32. Un programma si chiamerà “Mandiamoli in collegio” e sarà volto a fornire assistenza politica, tecnica, comunicativa per chi vuole impegnarsi in politica, magari candidarsi in una campagna elettorale, e “non ha idea da dove cominciare”


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21.30. Cosseddu è stato tra gli organizzatori dell’iniziativa, e sta illustrando le prossime tappe. Annuncia la promozione di altre fermate della stazione, e tutti i partecipanti possono ritenersi “membri costituenti della Prossima Italia”.

12.26. Parla Paolo Cosseddu, autore del blog Popolino.

12.21. Ultimi quattro interventi, ultimi due quelli di Renzi e Civati.

12.10. Parla Emanuele Toscano, ricercatore e sociologo. Porta le parole Bene comune.

12.06. “Faccio un solo invito alle tante facce amiche che ci sono in questa sala: non personalizziamo la politica. Il futuro sia di grandi partiti, di grandi movimenti collettivi”

12.05. “Ho un solo timore rispetto ad alcune delle cose che ho sentito. I regolamenti sono importanti, le primarie sono importanti. Ma vedo il rischio che la democrazia nel nostro partito venga affidata solo alla capacità di aver soldi da spendere in una campagna elettorale”

12.02. “Penso che per qualcuno sarebbe stato più onesto non venire qui, piuttosto che venire con alle spalle quattro mandati parlamentari”. Il riferimento esplicito è a Giovanna Melandri, la sala approva.

12.01. “Fate attenzione alle cose che accadono al sud: non sempre sono cose di cui vi dovrete vergognare”. Prima c’era una stoccata a Nichi Vendola, a cui Emiliano ha detto che i cambiamenti non può farli “una persona sola”. Ora Raciti, che aveva detto dell’iniziativa: “Prima rottamiamo Berlusconi, poi vedremo…”

12.00. “Sarebbe stato meglio fondere l’assemblea dei circoli con questo evento”. Prima Renzi ha detto che le registrazioni sono arrivate a quota 6800”

11.58. Intanto l’Attimo fuggente – che qui a Firenze ha raccolto ieri un applauso in piedi – viene citato pure nell’altro evento politico del giorno: da Carmelo Briguglio al congresso di Futuro e Libertà.

11.56. Emiliano sta raccontando della sua prima candidatura a sindaco di Bari, nel 2004. Di come sia quella candidatura che quella al secondo mandato, dice, sono nate dal basso e sono state osteggiate e infine subite dai partiti.

11.48. Sta parlando Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza. Poi Michele Emiliano, sindaco di Bari.

11.42. “Bersani non è il nostro avversario. Ma caro Pier Luigi, ci sarebbe piaciuto averti qua oggi. Perché esiste un nodo politico da risolvere. Non solo la debolezza della leadership. Qualcosa di più profondo: la mancanza di linea politica condivisa. L’agenda non può essere dettata da altri. Invece rincorriamo tutti, persino i partiti dell’opposizione”

11.40. Parla Giuseppe Catizone, sindaco di Nichelino.


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11.39. “L’Italia è un miscuglio strano frutto del lavoro faticoso e lungo che ne ha garantito il benessere. Si è inventata una strana crescita economia fondata sulla coesione, sull’amalgama tra grandi differenze. Secondo me, nonostante gli ultimi dieci anni, nessun paese come l’Italia è pronto a guardare con coraggio e fiducia, la globalizzazione, il futuro e gli anni a venire”

11.37. “Non ho mai sentito un lavoratore precario chiedere meno diritti per qualcuno. Ma più doveri. Non vogliamo più vedere gli orrori di accordi sindacali che prevedono privilegi per i figli dei dipendenti”

11.35. Marco Simoni ha scelto la parola storia.

11.34. “Dobbiamo scavare e lavorare per costituzionalizzare la parola fraternità”

11.32. Melandri accolta piuttosto tiepidamente. Ora parla delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti, e fa un ardito paragone tra la relativa analisi di Krugman e la situazione italiana.

11.29. Parla Giovanna Melandri, che dice di essere “molto felice” ed “emozionata” perché “abbiamo bisogno di voi”. La parola è Pompei, metaforica dell’Italia che crolla.

11.28. “Questa esperienza è una bella boccata d’ossigeno in tempi amari” dice Vassallo, che è stato molto critico verso l’atteggiamento della segreteria del PD.

11.26. L’ANSA ha battuto questa agenzia.

«Ho mandato ieri sera un sms accorato a Bersani, chiedendogli di venire a Firenze». Lo ha detto Ivan Scalfarotto, vice presidente dell’assemblea del Pd, parlando con i giornalisti dopo il suo applauditissimo intervento dal palco della Convention dei Rottamatori in corso alla Stazione Leopolda. Ai giornalisti, che poi gli hanno chiesto se il segretario del Pd ha risposto al suo messaggio, Scalfarotto ha detto con un sorriso: «No».

11.25. In sala c’è Fausto Raciti, segretario dei Giovani Democratici, che ha aveva avuto parole molto critiche verso questa iniziativa.

11.23. Ora il costituzionalista e deputato del PD Salvatore Vassallo. La sua parola è ricerca.

11.22. Realacci parla di Angelo Vassallo e delle vittime della lotta alla mafia, tra gli applausi.

11.21. Magari qualcuno s’era preoccupato: alla fine Marco Simoni è arrivato, parlerà tra poco.

11.20. Realacci è con la sua divisa d’ordinanza: polo nera abbottonata, giacca blu.

11.19. Ora Ermete Realacci, la cui parola è onore.

11.18. Renzi: “Purtroppo Civati è gobbo”

11.17. “La vostra agenda dev’essere di liberazione, progresso, modernità, adeguata al vostro centocinquantesimo anniversario. Per me, queste tre parole diventano tre parole: la buona Italia [detto così, in italiano, ndr]

11.16. “Come altri oratori, penso che serva una seria riforma del mercato del lavoro. Sostituire le leggi ineguali e ingiuste di oggi, che dividono in due il mercato del lavoro, con uno unico, flessibile ed equo e uguale per tutti. È una sfida per la sinistra, che troppo spesso è stata conservatrice, difendendo vecchi privilegi”


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11.15. “Apertura e concorrenza sono il modo per sviluppare qualità e merito”

11.14.Apertura è la terza parola. Rimuovere privilegi, blocchi, protezioni”

11.13. “L’agenda che vi suggerisco è un’agenda liberale, per liberare e aprire opportunità”

11.11. “La seconda parola è creazione. C’è gente che si mette insieme solo per opporsi a qualcuno, come Wile Coyote. È facile criticare Berlusconi, lui ci mette molto del suo. Ma attaccarlo lo mette esattamente dove lui vuole essere: al centro di tutto”

11.10. “Come voi avete dimostrato oggi, questo non è vero”

11.09. “Vedere tutti voi qui è incoraggiante e mi riempie di ottimismo, la mia prima parola. Quando ho cominciato il mio viaggio per scrivere il libro, molti mi dicevano di essere pessimisti, che non si poteva far nulla per cambiare le cose”.

11.08. Parla Bill Emmott, in inglese.

11.07. “Nel 2001 ho detto no a quello che penso sia il peggior sindaco che Roma abbia mai conosciuto”, dice Petroni. Il riferimento è a Veltroni.

11.06. Intanto non si vede Marco Simoni, che pure era stato chiamato sul palco e doveva intervenire.

11.02. Interviene Fabio Petroni, ex presidente dell’ATAC, la società dei trasporti pubblici di Roma. Otto anni fa ha lasciato l’incarico e ha fondato un’impresa in Gran Bretagna. “Da otto anni non intervengo a un’assemblea politica”

10.58. Lorenza Giani, che ha finito di parlare poco fa, è stata eletta alla fine di ottobre segretaria comunale del PD di Firenze.

10.54. “Io sono il vice presidente del PD e sono orgoglioso di essere vice presidente del PD che si è riunito a Roma. Ho sentito la medesima buona volontà, l’entusiasmo, quello che ci serve. Il PD di Roma e quello di Firenze non sono due partiti diversi: sono lo stesso partito. E io sono orgoglioso di essere vicepresidente di questo partito”. L’intero passaggio è stato accompagnato da applausi fragorosi. La prima standing ovation della giornata è per Scalfarotto.

10.53. “Non c’è questione tattica per distruggere le speranze dei giovani siciliani. Sostenere il governo Lombardo è una decisione che ha una valenza devastante”

10.52. Grandi applausi per Scalfarotto sui diritti civili, sul riconoscimento delle coppie omosessuali e sulla scarsa rappresentanza delle donne nella vita pubblica.

10.51. “Crediamo di vivere in un paese garantista sul fronte del lavoro, e invece abbiamo un esercito di giovani schiavi”

10.50. “Mi faccio carico io di dire che la questione generazionale c’è. C’è anche un problema generazionale. I problemi non possono che essere risolti da chi ne sente l’urgenza”

10.48. Ivan Scalfarotto, vice presidente del Partito Democratico. La sua parola è perpetui (ci ha scritto un libro, tra l’altro)

10.45. “La parola rottamazione non mi piace: preferisco quella contaminazione. L’età non può essere l’unico criterio né per restare al potere né per volerci arrivare”

10.43. “Siamo l’unico paese europeo che in piena crisi economica ha tagliato su scuola, università e ricerca. Dobbiamo trovare i soldi? Tassiamo le rendite finanziarie”

10.42. “Sull’immigrazione non possiamo dare risposte simili a quelli della destra. No all’immigrazione selettiva [l’aveva proposta Veltroni qualche giorno fa, ndr], aumento dell’obbligo scolastico”

10.40. La parola di Serracchiani è Europa. “Questo è il primo parlamento europeo che ha 135 deputati eletti in partiti di estrema destra. Su temi come l’immigrazione la sinistra europea dà risposte meno efficaci di quelle della destra. Noi falliamo quando le risposte tecniche non sono conseguenti ai valori cui ci siamo appellati”


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10.38. Prossimi interventi: Debora Serracchiani, Ivan Scalfarotto, Lorenza Giani e Marco Simoni. Comincia Serracchiani.

10.34. “Fisco 2.0: fatturazione elettronica, dichiarazione dei redditi compilata dal fisco e non dal contribuente, il pagamento dei costi deducibili elettronicamente tracciabile. Così ci possiamo riprendere i 125 miliardi di evasione fiscale che ci sono stati rubati”

10.28. Parla adesso Ernesto Ruffini, autore di molti dei libri della collana I Vagoni.

10.25. Ora parla Rita Castellani, docente di economia politica a Perugia. La sua parola è equità. “Siamo l’unico paese europeo che non ha alcuna forma di reddito minimo”

10.23. “Pensate che paese sarebbe quello in cui si tassa quello che è immobile per favorire quello che si muove”

10.21. “Spendiamo drammaticamente molto per le pensioni, drammaticamente poco per la disoccupazione”

10.20. Il primo intervento economico mostra un grafico che spiega come l’Italia sia l’unico tra i paesi europei in cui le retribuzioni crescono di pari passo con l’anzianità. Nel resto d’Europa le retribuzioni più alte si raggiungono tra i trentacinque e i quarantacinque anni, per poi scendere progressivamente di lì in poi. È la “retorica della pazienza”.

10.18. Tra il pubblico anche Bill Emmott, ex direttore dell’Economist.

10.17. Il video era tratto da una puntata dei Griffin. E la metafora calza perfettamente.

10.14. Il video di Wile E. Coyote, quello che doveva andare ieri ma poi non è andato, dovrebbe andare tra poco. Nella metafora proposta da Renzi e Civati, il coyote è il centrosinistra, Beep Beep è Berlusconi. E il video dovrebbe mostrare cosa succede quando il coyote prende Beep Beep.

10.13. “Mi rende triste quello che è successo dalla platea di Firenze e quella di Roma, mi amareggia”

10.11. “Tocca a voi giovani ricostruire quello che noi vecchi non siamo riusciti fare: noi denunciavamo ma non siamo stati capaci. Mi assumo la responsabilità: tutti noi abbiamo permesso questa devastazione”

10.10. Parla Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia. La sua parola è ribellione.

10.09. Barducci dice che tre mandati sono già troppi, e meglio che si torni a un limite di due mandati (derogabile, immaginiamo, dato che fa un parallelo con la storia del PCI).

10.07. Nel corso della mattinata, gli interventi scandiranno gli aspetti tematici della Carta di Firenze, il documento finale dell’evento che sarà così illustrato e presentato. Dopo l’intervento di Barducci, si comincerà parlando della sezione dedicata alle proposte inerenti all’economia.

10.05. Renzi chiama sul palco Andrea Barducci, suo successo alla presidenza della provincia di Firenze. Lo introduce dicendo che non sempre è d’accordo con lui ma che hanno lavorato molto e bene insieme. E prima parte un video di Benigni e Berlinguer.

10.01. In prima fila, ehm, Giovanna Melandri.

09.57. L’oratore che è adesso sul palco ha 17 anni, è record.

09.56. Come ieri, i messaggi che leggono Renzi e Civati sono quelli pubblicati su questa bacheca di Facebook.

09.48. Per questa mattina sono attesi gli interventi dei cosiddetti big: Matteo Renzi, Pippo Civati, Ivan Scalfarotto, Debora Serracchiani. Sono in scaletta, tra gli altri, anche gli interventi di Marco Simoni ed Ernesto Ruffini. Il tasso di blogger e collaboratori del Post è altissimo.

09.45. Si comincia, come ieri con circa un quarto d’ora di ritardo.

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