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  • Venerdì 17 settembre 2010

Ancora violenze politiche in Pakistan

Proteste a Karachi dopo la morte a Londra di uno dei membri del Muttahida Qaumi Movement

A Karachi, in Pakistan, sono in corso proteste molto violente in seguito alla notizia della morte di Imran Farooq, esponente del partito Muttahida Qaumi Movement ucciso ieri a Londra. Il partito ha proclamato dieci giorni di lutto e tutte le scuole e i negozi della città sono stati chiusi. Gruppi di manifestanti sono scesi in strada e hanno incendiato sei veicoli e un negozio. Alcune persone sono rimaste ferite, un diciottenne è morto durante alcuni scontri presso una pompa di benzina e un attivista del Partito Nazionale Awami, Paras Khan, è stato ucciso davanti a un negozio da due uomini a bordo di una moto. All’inizio di agosto l’uccisione di un altro alto esponente del partito MQM, Raza Heider, aveva innescato un’ondata di violenze causando oltre 80 morti e 150 feriti. La città è presidiata dalla polizia.

Farook era uno dei fondatori e secondo leader dello MQM, partito a forte connotazione anti-talebana di cui Karachi è appunto la roccaforte. Era arrivato a Londra nel 1999 insieme al leader del partito, Altaf Hussain. I due erano fuggiti dal Pakistan dopo un’operazione dell’esercito contro il partito, accusato di essere coinvolto nelle attività criminali di Karachi. Da Londra Hussain si rivolge regolarmente ai suoi sostenitori in Pakistan attraverso collegamenti telefonici. In uno degli ultimi discorsi aveva chiesto l’intervento dell’esercito contro il governo, di cui peraltro MQQ fa parte. Secondo i sostenitori del partito, l’omicidio di Farook sarebbe una conseguenza diretta di quell’intervento.

Farook, 50 anni, è stato trovato dalla polizia intorno alle cinque e mezza del pomeriggio davanti alla sua abitazione ad Egware, nella periferia nord di Londra. Secondo un portavoce della Metropolitan Police, «era stato accoltellato più volte ed era ferito alla testa». È morto un’ora dopo l’arrivo dei soccorsi. Il suo partito rappresenta principalmente i discendenti dei musulmani di lingua urdu giunti dall’India dopo la spartizione del 1947. Secondo i suoi oppositori, la sua connotazione anti-talebana è motivata da interessi politici locali: più di quattro milioni di pashtun – l’etnia maggioritaria tra i talebani – vivono a Karachi e lo MQM avrebbe paura della loro crescente influenza sulla città, la più popolosa del Pakistan con oltre dodici milioni di abitanti.