Sentenza negli Stati Uniti mette in dubbio le libertà della rete

Comcast, uno dei più grandi provider USA, ha vinto il processo contro la Commissione per le Comunicazioni

Nel 2008 la Commissione per le Comunicazioni Federali americana (FCC) aveva portato in tribunale Comcast, uno dei più grandi provider statunitensi — una Telecom oltreoceano, semplificando — per aver deliberatamente rallentato la connessione agli utenti che utilizzavano il servizio di condivisione file peer-to-peer Bit Torrent. In quell’occasione la FCC vinse un’importante battaglia per la ‘net neutrality’, la possibilità di un accesso a internet paritario per chiunque, senza alcuna limitazione imposta dal provider. Ieri, però, è arrivato il responso della corte d’appello, che ha ribaltato la prima sentenza per 3 voti a 0, stabilendo che la FCC non ha nessun potere regolamentare sulla rete.

La decisione della corte federale mette potenzialmente in crisi la libertà della rete così come la conosciamo. Se non ci saranno cambiamenti, i provider potranno essere liberi di decidere quali siti velocizzare e quali rallentare, quali oscurare e quali mettere a pagamento. La sentenza del giudice potrebbe aver inoltre delegittimato definitivamente la FCC da qualsiasi autorità sulla distribuzione economica dei fondi pubblici destinati alla rete, mettendo in crisi il progetto dell’amministrazione Obama di ampliamento degli accessi alla rete in tutta la nazione.

L’unica possibilità rimasta a Obama è tentare di modificare la legge, in questo momento non chiara, per dare alla FCC un’esplicita autorità sulle decisioni che riguardano internet. L’opposizione arriva dalla politica liberista repubblicana, che vuole lasciare liberi i provider di decidere autonomamente quali servizi offrire e a che costo.

In merito alla sentenza, Comcast ha comunicato di avere comunque intenzione di sottostare alle direttive FCC di un internet aperto, ma non è detto che le cose non cambino. Anzi. Comcast è infatti in trattative per una fusione con il gruppo NBC Universal — proprietaria del network televisivo NBC —, e le associazioni dei consumatori hanno paventato l’ipotesi, non irrealistica, di uno scenario in cui il provider americano possa decidere di facilitare le connessioni a siti e programmi televisivi online NBC, a discapito di altri network presenti su internet come la CBS. O addirittura, in una visione ancor più cupa, far diventare a pagamento l’accesso a siti di streaming come YouTube o Hulu.

La FCC ha intenzione di perseguire ogni possibile strada per mantenere internet aperto, dichiarandosi preoccupata non solo per gli utenti ma anche per il processo tecnologico. Anche l’Open Internet Coalition, che vede tra i suoi membri Google e Facebook, si è allineata alle esternazioni della FCC, affermando che “la sentenza crea una situazione pericolosa, in cui la libertà di internet viene tenuta in ostaggio dalle decisioni delle aziende.”