domenica 9 Novembre 2025
Questa settimana il New York Times ha annunciato un altro invidiabile risultato di crescita: 460mila nuovi abbonamenti nell’ultimo trimestre, per un totale di oltre dodici milioni, e un obiettivo di raggiungere i quindici nel 2027. Questi annunci si susseguono da tempo, da quando l’azienda ha dedicato il suo impegno alla “transizione digitale” soprattutto sulla propria sostenibilità economica (la transizione digitale viene a volte ancora citata – nei giornali italiani – come una transizione di contenuti: ma oggi è soprattutto una transizione di modello di business, dai ricavi pubblicitari della carta a quelli degli abbonamenti alle edizioni digitali e ai servizi online). E, forte della ricchezza e qualità uniche della sua offerta (che comprende attrattive sezioni non esattamente giornalistiche, come i giochi e la cucina), il New York Times continua a esibire crescite uniche e ad arricchire la propria azienda.
In quest’occasione, però, l’annuncio ha mostrato un elemento interessante su un aspetto spesso trascurato che riguarda le comunicazioni del numero degli abbonati alle edizioni digitali di un giornale. La newsletter americana che si chiama Breaker ha notato che nel comunicato stampa esteso del New York Times è spiegato molto marginalmente che gli abbonamenti “familiari” al giornale (accessibili a più persone in un’offerta di prezzo dedicata) sono stati contati come due abbonamenti. E secondo i numeri indicati si dovrebbe trattare di circa 240mila “abbonamenti” (una piccola quota dei quali era stata aggiunta già nel trimestre precedente) che sarebbero in effetti la metà.
L’indicazione è interessante perché fa notare che il New York Times – che è una società quotata – si ritiene costretto, per quanto molto in piccolo, a dare indicazioni precise sui criteri dei suoi conteggi. La stessa cosa non vale per molte delle aziende editoriali che offrono cicliche comunicazioni del numero dei propri abbonati, senza che quei numeri abbiano nessuna certificazione o spiegazione: non viene mai detto come siano distribuiti gli abbonamenti in termini di offerte e prezzi diversi, di durata, o anche semplicemente quanti di quegli abbonamenti contemplino il rinnovo automatico oppure andranno a scadenza in un futuro prossimo. E questo rende fragili le valutazioni sul valore reale dei numeri comunicati e gli eventuali paragoni tra i risultati di una testata e l’altra.
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