domenica 29 Maggio 2022

Unnamed politician

Nell’informazione britannica c’è stato un altro caso esemplare di rispetto – imposto in forza di norme e legge – della privacy degli indagati, sia interessante che inconcepibile visto da qui. I giornali hanno dato notizia dell’arresto di un membro del parlamento accusato di violenza sessuale: non una notizia da poco. Ma non hanno citato il nome dell’accusato, in conseguenza di una serie di interventi e discussioni avvenute negli scorsi anni, e di cui avevamo già raccontato qui :
” Nel Regno Unito, infatti, è vietato divulgare i nomi delle persone sottoposte a indagine prima che vengano formalmente incriminate o arrestate: o meglio, si considera che nella stragrande maggioranza dei casi, il diritto alla privacy di chi sia soltanto indagato prevalga sul diritto all’informazione da parte dei media, per via dell’indiscutibile e irrimediabile “danno alla reputazione” che questo genere di notizie comporta per le persone coinvolte.

L’attenzione dei tribunali a queste tutele è ulteriormente cresciuta nell’ultimo decennio, dopo lo scandalo che ha rivelato le pratiche spregevoli e illegali di alcuni tabloid per ottenere informazioni private su celebrities e privati cittadini. E il caso più famoso di questa severità è quello del cantante Cliff Richard, il cui nome fu diffuso da BBC dopo una perquisizione a casa sua (trasmessa in tv) nell’ambito di un’inchiesta per cui non fu poi mai perseguito, e da cui venne ritenuto estraneo ai fatti: Richard ottenne le scuse di BBC e della polizia per la diffusione della notizia, e diverse centinaia di migliaia di sterline di risarcimento (a BBC costò oltre due milioni comprese le spese legali)”.

I critici di questa scelta di rispetto fino a che l’accusato non sia formalmente incriminato (i media britannici usano l’espressione “arrested on suspicion”, ovvero “arrestato perché sospettato di”, formula assai più prudente di quelle consuete da noi) dicono che pubblicare il nome dell’accusato può incentivare altre presunte vittime a farsi avanti e testimoniare, ma dall’altro lato c’è chi spiega che invece ne potrebbe seguire più facilmente l’identificazione di chi abbia denunciato, la cui privacy ha un diritto di protezione molto tutelato dalla legge britannica per impedire che il timore di conseguenze trattenga le vittime dal denunciare.

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