domenica 28 Settembre 2025
È diventato frequente in questi anni un format di conversazione tra giornalisti e politici, o personaggi pubblici, in cui l’intervistato si accorda con i giornalisti di un gruppo di testate per un incontro collettivo, e ciascun giornale poi pubblica nella forma di intervista una sintesi delle risposte emerse dalla conversazione. Una via di mezzo tra una conferenza stampa e un’intervista singolare. Una settimana fa, però, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha accolto una richiesta di intervista da parte di un consorzio di giornali europei imponendo un accordo ancora più limitante: ovvero di ricevere le domande per iscritto, e rispondere allo stesso modo, senza nessuna interazione diretta e senza opportunità di dare seguito o obiezioni alle risposte.
Il risultato è stato pubblicato con formule differenti dai diversi giornali associati nella “Leading European Newspaper Alliance”: il quotidiano belga Le Soir ha spiegato nell’incipit la natura delle risposte scegliendo di non chiamarla intervista, mentre in Italia Repubblica l’ha indicata come “intervista” e si è limitata a dire che il consorzio di giornali “ha presentato queste domande alla presidente Ursula von der Leyen”. Il francese Le Figaro l’ha chiamata “intervista” ma ha indicato che si trattava di risposte scritte seguite a domande scritte: lo stesso ha fatto l’austriaco Tages Anzeiger.
Il quotidiano spagnolo El Pais, invece, a quanto riferisce il sito di news Euractiv, ha scelto di non pubblicare le risposte al questionario, a fronte della poca libertà di interrogare l’intervistata concessa ai giornali.
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