domenica 23 Gennaio 2022

Un po’ d’ordine sui dati

Solo per chi abbia curiosità più da nerd, se no passate avanti: ADS certifica – su indicazioni dei singoli editori – la diffusione e la vendita delle copie dei giornali, cartacee e digitali. Non sono quindi compresi, e non sono conteggiati da nessun ente terzo, gli abbonamenti ai contenuti dei siti degli stessi giornali.
Prendiamo come esempio il Corriere della Sera, che dichiara ad ADS 183mila copie vendute individuali (non acquistate in blocchi da aziende o enti), sia cartacee che digitali, sia in singole copie che in abbonamento. Quelle indicate come copie digitali possono essere acquistate solo attraverso un abbonamento, e sono 78mila.
Per natura di quest’ultimo dato, quindi, è comprensibile che sia praticamente identico (lo scostamento di poche decine non sappiamo spiegarlo ma stiamo approfondendo) a quello delle copie digitali dei suoi supplementi, che si ottengono solo abbonandosi al quotidiano. 78mila per IoDonna e 78 mila per Sette: a cui si sommano altre 16-18mila copie comunicate come “copie digitali abbinate agli abbonamenti cartacei”.
Le 168mila copie cartacee dichiarate da IoDonna, invece, mostrano che il sabato il Corriere vende di più del giorno medio, di cui comunica 148mila copie: idem per il venerdì, che l’allegato Sette porta a 153mila copie.

Infine, il dato sugli abbonamenti alle copie digitali (78mila copie) indica per sottrazione dalla cifra di 380mila abbonati (questa però non soggetta a verifiche di garanzia, e annunciata autonomamente dal Corriere) che gli abbonamenti ai soli contenuti del sito web siano 300mila: le definizioni di questi abbonati poi sono ancora più articolate e misteriose, date le tantissime offerte, varietà e sconti degli abbonamenti digitali, e le poche informazioni fornite dall’editore su cosa conteggi come “abbonati”.

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