domenica 9 Novembre 2025
Il sito del New Yorker ha pubblicato un breve documentario sull’eccezionale storia di quando il governo britannico guidato da Margaret Thatcher decise di vietare ai mezzi di informazione di trasmettere le voci dei dirigenti e dei militanti dell’organizzazione nordirlandese IRA, che cercava di ottenere l’indipendenza dell’Irlanda del Nord attraverso la lotta armata, e del partito Sinn Fein che difendeva quella scelta. La tesi del governo era che non dovesse essere data occasione di difendere o legittimare le azioni violente dell’IRA, senza arrivare a una censura vera e propria nei confronti dell’informazione.
La conseguenza persino comica fu che le televisioni iniziarono ad assoldare degli attori per doppiare le dichiarazioni – creando un prezioso indotto nel settore della recitazione – e la cui resa ebbe una tale qualità da diventare controproducente rispetto alle intenzioni del divieto: le persone del Sinn Fein sembravano troppo affascinanti e parlavano troppo bene, quindi fu chiesto ai doppiatori di peggiorare un po’ il loro lavoro.
Il divieto fu annullato dopo sei anni, nel 1994, quando l’IRA dichiarò un cessate il fuoco, da cui proseguì un lungo e ancora accidentato percorso verso gli accordi di pace del 1998 e il disarmo dell’IRA nel 2005.
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