domenica 26 Ottobre 2025
Qui invece tutto il contrario: l’azienda ha rifiutato l’incontro con le preoccupate redazioni di Repubblica, Stampa, HuffPost, con la motivazione di una sua consuetudine a non commentare notizie di stampa. L’incontro era stato richiesto dopo la pubblicazione di molte ipotesi sulla vendita delle testate in questione: le redazioni hanno pubblicato un comunicato seccato e deluso dal mancato confronto.
“Questa chiusura incrina il rapporto di fiducia necessario per un confronto plurale, aperto e democratico tanto più indispensabile in un momento delicato per il destino del nostro gruppo: la mancanza di dialogo con le redazioni non fa che alimentare tensione. Nessuna sfida è possibile senza il coinvolgimento di chi ogni giorno garantisce l’uscita del giornale e dell’online con professionalità, rigore e senso di responsabilità”.
Nel frattempo un articolo del Foglio ha riferito venerdì di allarmi nel Partito Democratico rispetto alle direzioni che potrebbe prendere in una nuova proprietà Repubblica, tuttora quotidiano principale di una quota dei propri elettori. Evocando progetti di coinvolgimenti di imprenditori italiani nell’acquisto del giornale (o nella creazione di uno nuovo): progetti poco credibili, considerato che il “ci vorrebbe un nuovo quotidiano progressista” ricompare ciclicamente nelle chiacchiere degli ambienti culturali progressisti. Ciò nonostante il direttore del quotidiano Libero ha riferito sabato in prima pagina sul suo quotidiano una ancora più inconsistente conversazione sugli stessi temi con una sua fonte anonima.
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