domenica 12 Marzo 2023

Stracci

Questa settimana è riaffiorata la più teatrale delle storie umane e imprenditoriali dell’editoria giornalistica italiana degli ultimi anni, quella che si è sviluppata intorno alla cessione del maggiore gruppo del settore – GEDI – dal suo storico editore (la famiglia De Benedetti) alla più famosa e storica famiglia di industriali italiani (gli Agnelli-Elkann). Le puntate precedenti sono raccontate qui, ma la sintesi per capire i commenti dei giorni scorsi è questa: Carlo De Benedetti ha accumulato un risentimento e una delusione che esplicita con frequenza per la cessione da parte dei suoi figli del giornale “di famiglia” – Repubblica – a una proprietà con tutt’altre inclinazioni rispetto a quel giornale, e per questi risentimento e delusione ha persino creato un quotidiano nuovo, Domani.
Adesso De Benedetti ha pubblicato un suo libro con la casa editrice Solferino (che è del Corriere della Sera) e per la sua promozione sta dando interviste (soprattutto al Corriere della Sera) e andando in televisione (soprattutto a La7, che è dello stesso gruppo dell’editore Solferino e del Corriere della Sera), e nell’occasione ha di nuovo detto cose sprezzanti e drastiche sul suo ex giornale Repubblica e sui suoi nuovi proprietari. E sabato Francesco Merlo, il giornalista che risponde alle lettere su Repubblica, ha voluto ribattere ricordando quello che di De Benedetti gli disse Eugenio Scalfari, fondatore del giornale.

“Ho ricevuto diverse lettere su Carlo De Benedetti e ho scelto la sua anche perché rievoca una mia intervista a Eugenio Scalfari che, sullo stesso argomento, fu un momento di rara allegria. Cominciava così: “Caro Eugenio, sei rimbambito?”. E lui: “Sono arrivato a un’età, tra i novanta e i cento, che non è più quella dei vecchi né dei molto vecchi, ma quella dei vegliardi. Spesso sono rimbambiti, ma talvolta sono ancora più lucidi degli altri perché vedono di più e meglio. A volte sono bambini, altre volte sono saggi e tra le cose che vedono meglio ci sono i rancori e le acidità. I vegliardi sanno riconoscerli e, se è il caso, anche aggirarli”. Non ho mai fatto rileggere a nessuno il testo di un’intervista ed Eugenio non me lo chiese. Fu pubblicata il 18 gennaio 2018. Finiva così: “De Benedetti parla di matrimonio monogamico. Spiega che quello con Repubblica è indissolubile, dice che ama ancora Repubblica e che l’amerà per sempre”. E Scalfari: “La ama, ma vuole liberarsene. La ama come quegli ex che provano a sfregiare la donna che hanno amato male e che non amano più””.

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