domenica 6 Novembre 2022

Sogni e realtà

Una cosa piccola ma rappresentativa di alcuni meccanismi e vicende dei giornali italiani. Da subito dopo le elezioni Repubblica ha riproposto un format che il quotidiano ha usato spesso nella sua storia (e che gli altri quotidiani utilizzano molto meno): il dibattito costruito sulle proprie pagine a partire da un proprio articolo o da una propria idea, e protratto per molti giorni o persino settimane, con l’obiettivo di trattenere i lettori su questa forma di serialità. In questo caso, appunto, intorno alla crisi del Partito Democratico esposta dai risultati elettorali. La serie prosegue quasi quotidianamente da un mese, con il giornale che ha invitato ospiti diversi a dire la loro: per quanto riguarda i tic giornalistici avevamo segnalato qui l’incipit dell’articolo di Giacomo Papi, che conteneva una “diffida” per il titolista.

Venerdì l’autore invitato è stato – per una seconda volta – lo scrittore Francesco Piccolo: il quale ha piuttosto esplicitamente messo in discussione lo stesso dibattito “sulle idee” («temo che quello a cui stiamo partecipando sia allo stesso tempo un tentativo di fermare dei concetti fondamentali, ma anche un teatrino dell’ipocrisia al quale forse bisognerebbe porre fine»), ma ha concluso criticando i giornali che danno tuttora le attenzioni maggiori a una classe politica che è parte della stessa crisi di cui si parla: «Io sogno (ma è un sogno, lo so) che nessuno più vada a intervistare Goffredo Bettini, Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema (gli ultimi due si erano diabolicamente sfilati dal partito); anzi, poiché gli intervistatori cercano chi gli pare, sogno allora che siano loro tre a rispondere: basta, noi andiamo in pensione, non cercateci più, ci saranno altri che cercheranno di fare meglio».

Appena due pagine prima dell’articolo di Piccolo, Repubblica ospitava un nuovo dibattito intitolato “Le parole di D’Alema”, nato con un’intervista del giorno prima a Massimo D’Alema.

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