domenica 14 Novembre 2021

Rizzo sul suo ex giornale

Sull’ipotesi di smantellamento – per scelta o maldestria – di Repubblica ci sono da aggiungere le cose severissime che ne ha detto Sergio Rizzo in un’intervista al settimanale TPI (che è stato creato da poco dal sito di news che ha lo stesso nome). Rizzo è un giornalista 65enne molto conosciuto, soprattutto per il suo lavoro al Corriere della Sera (dove con Gian Antonio Stella lavorò agli articoli che divennero il libro La casta, che è diventato un pezzo della storia politica italiana): nel 2017 è passato a Repubblica, ottenendo il titolo di vicedirettore, che aveva fino a pochi giorni fa quando è stato di fatto costretto ad andare in pensione, racconta lui stesso. Aggiungendo commenti drastici e simmetricamente irrispettosi sulla attuale proprietà e sul direttore di Repubblica.
– Sai che in ogni quotidiano le scrivanie sono la carta di identità dei giornalisti.
– Certo.
– Dietro a Verdelli c’erano decine di palle di vetro con neve: ogni volta che il figlio viaggia gliene regala una. Cartoline d’amore padre-figlio. Uno spettacolo vederlo che le sistemava soddisfatto.
 E la scrivania di Molinari?
– Dietro ha tante sue foto con i grandi del mondo.

– Meno romantico di Carlo, più egotico.
– Sì. Trasmette un sentimento di malinconia. Come certe pizzerie in cui c’è di tutto, le foto da Bombolo a Harrison Ford. Poi magari scopri che metà di quei vip non hanno mai messo piede nel locale. Ecco, non ho nulla contro Molinari.
 Però?
– Se ti metti la foto con Obama dietro, ma poi non hai coraggio di guardare negli occhi chi mandi via, fai tenerezza.

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