domenica 27 Luglio 2025

Questioni di soldi, direttamente o no

È in corso una trattativa che fa pochi progressi per il rinnovo del contratto giornalistico, tra la federazione degli editori e il sindacato dei giornalisti. Per noialtri osservatori e commentatori di quello che capita ai giornali è interessante perché mostra due letture distanti di quello che è successo alle aziende giornalistiche e al mondo negli anni dall’ultimo adeguamento del contratto, nel 2016. Il sindacato sostiene che l’aumento dell’inflazione richieda una revisione degli aspetti economici del contratto, e che gli utili prodotti dalle aziende giornalistiche italiane (da alcune di loro, nei fatti) grazie ai contributi pubblici e alle riduzioni dei costi debbano essere in parte ridistribuiti verso i giornalisti e verso investimenti su nuove assunzioni e sulla riduzione del precariato. Gli editori, invece, sostengono che tutto sia cambiato – sia in termini di disponibilità di risorse che di funzionamento del lavoro e del sistema dell’informazione – e sia necessario attenuare alcune norme che loro ritengono rigidità eredi di periodi più floridi e assai diversi. In più, c’è un singolare dissenso sulla regolamentazione dell’uso delle “intelligenze artificiali”, regolamentazione che gli editori temono di vedere presto superata e che limiti delle opportunità. Due contrapposti e polemici comunicati sono stati pubblicati su alcuni maggiori quotidiani sabato.

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