domenica 11 Maggio 2025
La newsletter Mediastorm di Lelio Simi, che si occupa di “media” di varia natura e genere, ha pubblicato una interessante riflessione a proposito delle “rese”, utile a completare le informazioni che condividiamo spesso qui sulla diffusione dei quotidiani cartacei.
“Le copie rese sono l’elemento più importante per valutare l’efficienza del canale distributivo della filiera dei quotidiani. In Italia che, a differenza di altri paesi, non ha mai avuto una solida base di distribuzione tramite abbonamenti, la resa ha un peso decisamente elevato. E che è in aumento ormai da anni nonostante le copie stampate siano sempre meno.
Dal 2020 ADS (che certifica la diffusione dei giornali italiani) nei suoi resoconti non indica più in modo diretto le copie rese, facendo così mancare un dato molto importante al mercato. In realtà però non è difficile da ricavare dal complesso dei dati pubblicati dalla stessa ADS, basta perderci un po’ di tempo, che è quello che ho fatto.
Nel 2024 il volume totale di copie rese (quindi complessivamente quello accumulato nei 12 mesi) dell’aggregato di tutti i quotidiani censiti (60 testate) è stato di 266 milioni unità (ovvero 740mila nel giorno medio) con un peso del 39,5% sulla tiratura, praticamente 2 copie su 5 “tirate” finiscono al macero.
Nel grafico che ho realizzato sono rappresentate tutte le testate individuate, sulle ordinate, dal volume totale delle copie rese nel 2024 e, nelle ascisse, dal loro peso percentuale sulla tiratura.
Come si può facilmente notare i quotidiani che hanno una distribuzione nazionale (e in particolare per quelli che non hanno un “baricentro” distributivo, ovvero un’area geografica che assorbe il 40-50% delle vendite) la resa ha valori superiori al 50% (si stampano più copie che finiscono al macero che non quelle diffuse).
E no, ridurre la tiratura, non migliorerebbe significativamente lo scarto se i problemi a monte della rete distributiva non vengono, almeno in parte, risolti. Anzi con un minor volume di stampato i problemi, e quindi lo scarto, potrebbero aumentare. Il punto è che oggi essere un piccolo quotidiano con una distribuzione nazionale sul canale edicola presenta difficoltà enormi ed infatti per alcuni la scelta è di non distribuire il giornale in alcune aree o regioni”.
Il grafico è interessante da studiare per quanto riguarda entrambi i dati: è probabile per esempio che dove le rese sono in percentuale molto alte ci sia uno sforzo da parte di quella testata di mantenere una distribuzione molto estesa anche nei luoghi di vendite limitate e discontinue.
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