domenica 25 Maggio 2025

Quanto vende

Il Foglio ha pubblicato venerdì una riflessione ricca di spunti di Massimo Lugli – cronista di nera su Repubblica per quarant’anni – sull’intensificarsi delle attenzioni dei giornali e del pubblico sulla cronaca nera, e sulle sue conseguenze.

“Ma il problema non è una giustizia ormai diventata avanspettacolo, più che spettacolo. Il problema è quanto piace, quanto tira, quanto aumenta le vendite, quanto incrementa l’audience. Chi scrive è reduce, nel ruolo di invitato speciale (sic) da una conferenza di serissimi, compassatissimi rotariani che si sono sgargarozzati un’ora e passa di riepilogo dei più grandi casi di nera dagli anni Sessanta a ieri pomeriggio con l’entusiasmo di un quattordicenne in un pornoshop. E mica solo loro. Austeri professori, vezzosi intellettuali, scrittrici malinconiche, artisti impegnati coltivano in silenzio la passione per sangue e manette come una sorta di vizio segreto. Chi tira tardi davanti a Bruno Vespa non vede l’ora che la finiscano con le cavolate su Trump e l’Ucraina per godersi l’avvocatone dai capelli cotonati che punta il dito sull’indagato stile Marco Tullio Cicerone con le Catilinarie. Una star.
Sì, vabbè, ma la domanda resta. Perché il crime ci seduce e ci intriga? Forse per lo stesso, perverso meccanismo che fa rallentare le auto della fila opposta quando c’è un incidente con morti e feriti in autostrada? Forse una sorta di catarsi (per carità non chiedete alla Bruzzone che ce lo spiega in tre o quattro ore)? O magari il vecchio assioma meglio a lui (lei) che a me? Perché quando osservi le disgrazie altrui dalla finestra o dalla televisione, in qualche modo, ti senti invulnerabile. I drammi accadono, certo, ma agli altri, quindi mettiamoci comodi e godiamoci gli sviluppi dell’ultima ora.
La passione per la nera, ovviamente, non è nuova, e per fortuna visto che altrimenti avrei dovuto fare un altro mestiere. Quello che è cambiato è la virulenza delle opinioni che poi, a ben pensarci, è la stessa dei social. “Ma stai zitto, imbecille”, è una delle frasi più gentili che mi scrivono su Facebook praticamente dopo ogni ospitata seguita da. “Ma ’sto cretino lo paghiamo coi nostri soldi?”. Colgo l’occasione per ribadire alla gentile signora che dalle tivù non prendo un centesimo e, del resto, nessuno me lo offre. Dirò cavolate ma le dico gratis, chiusa parentesi”.

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