domenica 26 Giugno 2022

Pezza peggio del buco

La storia “di giornali” che ha avuto maggiori attenzioni internazionali questa settimana riguarda il Times , quotidiano di Londra la cui diffusione non è più misurata ufficialmente, ma fino a due anni fa era ancora quello con i numeri maggiori tra i quotidiani britannici “seri” (il Telegraph , il Guardian , il Financial Times , i principali).
La storia è questa: sabato 18 il Times ha pubblicato a pagina 5 un articolo di un suo noto giornalista in cui si raccontava che quando l’attuale primo ministro Boris Johnson era ministro degli Esteri nel 2018, cercò di fare assumere al ministero la donna per cui avrebbe di lì a poco lasciato sua moglie, quando fu rivelata la loro relazione, e che avrebbe poi sposato. Notizia sicuramente scandalosa e disdicevole, ma al tempo stesso diluita dentro la gran mole di notizie disdicevoli che i lettori britannici hanno letto in questi anni su Boris Johnson.
Il tratto ulteriormente anomalo della storia, infatti, non è il suo contenuto, ma il fatto che l’articolo sia stato pubblicato solo nelle primissime edizioni del Times di quel giorno, e rimosso dalle successive, e mai pubblicato online. La cosa è stata ovviamente notata e ha attirato ancora maggiori attenzioni, e per diversi giorni gli altri giornali e i lettori del Times si sono chiesti le ragioni dell’autocensura, senza ottenere risposte dal Times : si è saputo però che dagli uffici di Johnson ci sono stati dei contatti col giornale, e i commentatori sono divisi tra chi ritiene che ci siano state pressioni indebite a cui il Times ha ceduto e chi suggerisce che la notizia potesse avere delle fragilità e dei rischi legali che hanno convinto il giornale a ritirare la mano.

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